Mirko Zilahy – Così crudele è la fine

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Editore Longanesi Collana La Gaja scienza
Anno 2018
Genere Thriller
420 pagine – rilegato e ebook

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Potrebbe sembrare facile. Addirittura scontato. Vivere. Lavorare. Amare. Passeggiare in una giornata di sole. Ridere. Credere in qualcosa. Lasciarsi trasportare da un sogno. Essere  indaffarati in troppe attività senza un attimo per fermarsi a pensare. Ritrovarsi davanti ad uno specchio e non riconoscersi nell’immagine riflessa. Non in quello sguardo. Non in quell’espressione tirata. Non in quel modo di stringere le spalle. Scoprire di essere diversi da come ci si immaginava. Scoprire un’altra identità da quella che si credeva. “Così crudele è la fine” di Mirko Zilahy, capitolo conclusivo di una trilogia con protagonista il commissario Enrico Mancini, è questo che farà con voi. Senza chiedere il permesso vi strapperà dalle vostre comode poltrone per sbattervi di fronte ad uno specchio. Solo voi con il vostro io. Cercando di minare le vostre certezze. Una ad una.

Siamo a Roma. Teatro Marcello. Viene ritrovato il cadavere di una donna in circostanze poco chiare. Il commissario Enrico Mancini, avvalendosi dell’aiuto della sua squadra, dovrà indagare su questo crimine al quale ne seguiranno altri che sembrano essere collegati, ma nei quali non è così semplice individuare un movente comune e la mano che si nasconde dietro a questi delitti. Preferisco non dire molto della trama perché in questo libro si riesce ad apprezzarne lo svelarsi pagina dopo pagina. L’autore ha questa potente capacità di farti immedesimare nella storia, di creare una forte empatia con i personaggi, sia positivi che negativi. Diventa impossibile vivere queste storie di riflesso. Si finisce per esserne partecipi.
Nel primo volume “E’ così che si uccide”, si parlava soprattutto di giustizia. Ne il secondo “La forma del buio”, si affrontava il tema della realtà. In questo ultimo volume, il tema principale è quello dell’identità.

“A pochi istanti dalla fine, si dice che la sua vita è stata sbagliata. Tutta finta.”

Zilahy ha creato un serial killer che tenta di togliere l’identità alle sue vittime, portandole a conoscersi veramente nella morte. E come le persone anche la città di Roma si mette a confronto con se stessa. Ritroviamo la figura del Commissario Enrico Mancini con il suo metodo investigativo ma con novità rispetto alle sue abitudini e al modo di guardare alla vita cercando di prendere le distanze da un passato che non riesce, o non vuole cancellare. La pm Giulia Foderà, l’unica in grado di riuscire a risvegliare ciò che il commissario, in passato, sentiva bruciare in sé. Walter e Caterina che, pur mantenendo le proprie identità, stanno cercando di percorrere un cammino comune. Il dottor Antonio Rocchi che comincia ad accusare il peso del suo lavoro, di tutte le morti su cui si è trovato ad indagare. Il professor Carlo Biga che avverte la solitudine, la mancanza della compagnia continua, affettuosa e piena di stima dalla quale si è sentito circondato in passato. Vincenzo Gugliotti, questore di Roma, che ad un passo dalla pensione non riesce a dimenticare né a rinunciare alla vendetta. Niko, uno dei miei personaggi preferiti. Costretto a scappare per proteggersi dall’odio e dalla violenza. Spinto a cercare rifugio tra le pareti di una casa di chi veramente tiene a lui.

Con uno stile più asciutto, rispetto ai libri precedenti, per le tematiche affrontate,  questo terzo viaggio nella città di Roma in cui mi ha condotta Mirko Zilahy, se possibile, mi è piaciuto ancora di più dei primi due. Per la bellezza archeologica dei luoghi incontrati. Per l’alone di storia e leggenda da cui sono avvolti i fatti. Per la sua capacità di attribuire reazioni realistiche alle azioni raccontate. Per accompagnarmi ogni volta, attraverso le sue parole, in un viaggio dentro di me, magari lasciandomi scoprire lati che erano rimasti in ombra.

Federica Politi

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Lo scrittore:
Mirko Zilahy ha conseguito un Phd presso il Trinity College di Dublino, dove ha insegnato lingua e letteratura italiana. Collabora con il Corriere della Sera ed è stato editor per minimum fax, nonché traduttore letterario dall’inglese (ha tradotto, tra gli altri, il premio Pulitzer 2014 Il cardellino di Donna Tartt). È così che si uccide, il romanzo con cui ha esordito nel 2016 facendo conoscere ai lettori il personaggio di Enrico Mancini, è stato un grande successo di pubblico e di critica ed è uscito nei principali Paesi esteri, fra cui Germania, Spagna e Francia.