Jerome Loubry – Sole e sangue

750

Editore SEM
Anno 2023
Genere Thriller
320 pagine – brossura e ebook
Traduzione di Luigi Maria Sponzilli


C’è chi considera i gialli, i thriller e i noir come mere letture di evasione, di intrattenimento. Indubbiamente, in parte ed in qualche caso lo sono, ma non si può ignorare la funzione di denuncia sociale che assolvono oramai da tempo immemore. Personalmente, da quando li leggo con assiduità, ho sempre cercato polizieschi che, oltre a intrattenermi, avessero anche una forte connotazione sociale e credo fermamente che essi assolvano questo compito meglio del più blasonato dei saggi scritto dal più altisonante dei nomi illustri. Ebbene, “Sole e sangue” di Jerome Loubry (Sem libri) è il classico esempio di quel che voglio dire: è un buon thriller, dove il “colpevole” resta ben nascosto fino alla fine, e in più analizza problemi sociali dall’impatto fortissimo, mettendoci a parte di una storia poco conosciuta (almeno per me).

Il libro si sviluppa su due piani paralleli che finiranno per intersecarsi loro malgrado: il primo ci porta a Haiti – terra di sole e sangue e vera protagonista del romanzo – per seguire l’ispettore Simon Belage nelle indagini relative a due strani quanto macabri omicidi che presentano chiari riferimenti al Vudù, la religione dell’isola; l’altro filone della storia ci porta in Francia, dove, attraverso il racconto del marito Vincent, conosciamo l’irrequieta Méline e gli scheletri nell’armadio di una famiglia apparentemente perfetta. Le vicende dell’oggi si intrecciano inestricabilmente con quanto accadde molti anni prima, nel 1984, a sei bambini poverissimi che all’improvviso si ritrovarono, loro malgrado, in un posto troppo simile a una gabbia dorata.

Ebbene, mentre ci addentriamo nell’indagine, non possiamo non appassionarci alle vicende umane dei personaggi, quelli di ieri e quelli di oggi, nonché al fascino misterioso di una cultura lontanissima dalla nostra, ma che rimanda a ritualità e credenze arcaiche che affondano le radici nella notte dei tempi ed accomunano i popoli. Ma se c’è una cosa che più di tutte accomuna gli uomini di ogni tempo e latitudine, questa è la malvagità, l’avidità, l’abiezione a danno dei più deboli e indifesi. Ed è proprio questo il fulcro del romanzo di Loubry: egli ha la capacità di cristallizzare con le parole l’immagine una società abietta con abitudini squallide ma tristemente e incontestabilmente presenti, vivide, reali.

Se all’inizio si fatica un po’ ad abituarsi alla scrittura di Loubry, ben presto la potenza della storia non permette più di prestare attenzione ad altro che non sia quanto riportato sulle pagine. E alla fine, comunque si sia evoluta la trama, resta l’amaro in bocca nel registrare il livello di abbruttimento di una società che tutti, volenti o nolenti, abbiamo contribuito a creare.

Rossella Lazzari


Lo scrittore:
Jérôme Loubry nato nel 1976, con un passato da restauratore, da qualche anno si dedica interamente alla scrittura. Autore di tre romanzi, tra cui Les Chiens de Détroit, vincitore del premio Plume Libre d’argent 2018, vive in Provenza. Con Perché hai paura si è aggiudicato il premio Cognac per il miglior romanzo francese.