Lorenzo Mazzoni – 81280JL. Lennon, l’Iik e i topi salterini

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Edizioni Spartaco / Collana Dissensi
Anno 2025
Genere Noir politico
456 pagine – brossura


Che cos’è la letteratura, se non inventiva, immaginazione, genio? Se non la capacità di costruire storie dove non ce ne sono o di cambiare quelle che sono successe? È l’abilità di tenere il lettore attaccato alle tue parole, ai tuoi personaggi, ai tuoi dialoghi, per quattrocentocinquanta pagine e senza un tentennamento, facendolo divertire, informando e trascinandolo nel tuo sogno.
Sono passati nove anni dai bei romanzi Quando le chitarre facevano l’amore (2015) e Il muggito di Sarajevo (2016), nove lunghi anni in cui Lorenzo Mazzoni, a mio avviso scrittore sopraffino, si è dedicato più che altro all’ispettore Malatesta, il suo personaggio seriale. Ma non appena si inizia 81280JL – Lennon l’Iik e i topi salterini, la calamita della sua poliedrica fantasia ti trascina in una girandola infernale, come se quei nove anni non fossero stati che un battito di ciglia.

Non è facile raccontare questo libro e la sua incalzante e corrosiva valanga. Bisogna leggerlo e cercare di rimanere a galla nel fiume di magma rovente che sbuca dalle pagine e scorre a velocità vertiginosa attraverso vicende la cui eco non può che far suonare campanelli ormai drammatici ancorché lontani. Eppure vi sono alcuni punti fermi: la CIA, il traffico internazionale di droga, la guerra eterna che dalla seconda metà del Novecento sconvolge i paesi del Medio Oriente. E ancora John Lennon e, soprattutto l’Iik, la droga della violenza, quella che fa saltare come folli i topi che ne leccano le radici. Al centro della vicenda una serie di dropouts che incrociano le loro esistenze, uccidono, scappano, si amano e nel farlo sconvolgono il pianeta. Mark Chapman, l’inventore dell’Iik e omicida di Lennon; Carlo Oliva, giornalista e inviato di guerra in Medio Oriente; Walter e Babette, due rivoluzionari, lui italiano, lei tedesca. Norman Parker, nero, poeta, che vive nel famoso Chelsea Hotel di New York; Asher Lehman, il tossico depresso, sempre il primo a provare la roba nuova. Questi, e tanti altri personaggi, formano l’ossatura di una giostra inarrestabile che li trascinerà in una corsa all’ultimo respiro. Qualcuno di loro ce la farà, altri non ci riusciranno. Altri ancora compiranno gesti che ben conosciamo.

La scrittura di Lorenzo Mazzoni è veloce, essenziale, ipnotica, diventa la droga stessa di cui il lettore non può più fare a meno. La profondità dei personaggi si mescola alla violenza e alla mancanza di empatia che anni di conflitti, menzogne, paure e sotterfugi hanno plasmato per loro. I protagonisti che emergono da questa fanghiglia degli anni Ottanta sono potenti, umani, rendono addirittura esile la differenza tra i personaggi esistiti e quelli inventati. Mazzoni documenta un’epoca sporca, la guerra civile libanese, le ingerenze israeliane, la compravendita di ebrei tra Romania e Israele, i campi di addestramento di Aden, l’invasione sovietica dell’Afghanistan, il South Bronx messo a ferro e fuoco dalle bande, gli esperimenti sulla telepatia condotti dalla CIA. Tutta questa umanità in lotta diventa l’immenso, terrificante palcoscenico di una storia più grande dei suoi personaggi, uno spettacolo dove le vite umane hanno meno valore delle ossessioni dei singoli.

E nel mezzo di questo clangore assordante, sorta di manifesto underground, riverberano musiche mnemoniche, psiche collettiva, il delirio di una generazione, le canzoni, la sensazione continua che il mondo in cui viviamo non sia altro che un unico, enorme complotto che, attorcigliando le sue spire attorno alle nostre esistenze, forse non ci hanno toccati, ma certamente non ci ha fatto del bene. Per questo, nella sua straordinaria, catartica finzione, 81280JL – Lennon l’Iik e i topi salterini è forse il romanzo più reale che mi sia capitato di leggere da parecchio tempo a questa parte.

Enrico Pandiani


Lo scrittore:
Lorenzo Mazzoni, nato a Ferrara nel 1974, ha abitato a Londra, Istanbul, Parigi, Sana’a e Hurghada. Scrittore e reporter, ha pubblicato numerosi romanzi, tra cui per Edizioni Spartaco, Quando le chitarre facevano l’amore(2015), con cui ha vinto il Liberi di Scrivere Award, Il muggito di Sarajevo (2017) e 81280JL. Lennon, l’Iik e i topi salterini (2025). È docente di scrittura creativa di Corsi Corsari e consulente per diverse case editrici. Collabora con Il Fatto Quotidiano.