Editore Todaro / Collana Impronte
Anno 2020
Genere Giallo
312 pagine – brossura e epub
Zek (Ezechiele Ciullà) e Sam (Samuele Ciullà) – fratelli congiunti – vengono ingaggiati dal boss del quartiere, Chick (Riccardo Lanzetta), per dare una “lezione” a un vecchio orologiaio, Amilcare Zampa. Il giorno dopo l’orologiaio verrà ritrovato cadavere e Zek e Sam non se ne capacitano, loro lo hanno sicuramente lasciato vivo, dopo averlo picchiato. C’è qualcuno che vuole incastrarli e che vuole utilizzarli come capro espiatorio. Anche perché vengono inseguiti e cercati per essere a loro volta eliminati, ma in un modo o in un altro riusciranno a salvarsi e, anzi, grazie alle loro capacità da boxeurs, stenderanno i malcapitati.
Zek, dei due, è il fratello più irruento, più testa calda, quello che parte in quarta, quello più arrabbiato.
Sem è quello più riflessivo, è lui che deve frenare il fratello, fermarlo facendolo riflettere.
Il viceispettore Nick Badile (Nicola Castillo) li conosce molto bene, li strapazza quando c’è da farlo visto il loro essere utilizzati come manovalanza all’interno della microcriminalità romana, ma d’altro canto non crede proprio che possano essere assassini, ne è convinto.
“… la sua mania di stare in divisa anche quando non serve, i modi spicci da strada. Hai voglia a spiegare che il linguaggio da strada è l’unico che i soggetti con cui ha a che fare possano capire.”
Ispettore Miriam Fantini “Da quando è arrivata lei, al commissariato si comportano tutti come se fossero al Rotary. Il turpiloquio è calato a picco, le battute sul sesso sono solo sussurrate, e a Nick è venuto automatico tirare fuori il congiuntivo dalla naftalina… Una madre di famiglia che ha esteso il concetto al commissariato, ecco.”
Il giornalista Bob (Roberto Carrezza) “… Non è nato cronista di nera, Roberto Carrezza. Era un commentatore politico. Ma il giornale aveva cambiato proprietà, e il nuovo padrone aveva messo a capo di tutto Crisafulli. Che esigeva articoli graditi a chi lo pagava. Bob non ne era stato capace, non gli veniva bene. Così aveva chiesto la nera, che gli era stata concessa con prontezza sospetta. Ma anche lì era stato capace di scontentate il direttore.”
L’ allenatore di boxe Minny (Erminio Morelli), gestore della palestra Vigor.
“Sono lontani i tempi in cui era a caccia del campioncino da allevare e inserire nel circuito professionale. Lontanissimi quelli in cui quello a caccia di titoli era lui. Adesso si accontenta di togliere qualche ragazzo da sotto i ponti e farlo sudare in palestra per un paio d’ore al giorno … E’ stupido alla sua età, intristirsi per l’abisso che c’è fra ciò che si vorrebbe e ciò che si riesce a fare. Quelli sono pensieri da ragazzini”.
Otto anni prima i due fratelli verranno consegnati a Minny da Don Pietro che non sa più cosa inventarsi e non riesce più a gestirli.
Doc (Vittorio Marino) “ … non è un dottore della mala. Non sbarca il lunario ricucendo i delinquenti perché l’hanno radiato dall’albo. Doc ha concluso un’onorata carriera ed è un medico in pensione. Dà qualche punto ai ragazzi della Vigor che si scontrano col pugno sbagliato nel momento sbagliato. Li ricuce anche quando non si sono fatti male proprio in palestra. Non chiede niente e non denuncia nessuno. Lui fa il medico, dice, mica il poliziotto. Lui rimette a posto le carcasse e basta.”
Abdullah “… che da vent’anni ha perso la speranza di sentirsi chiamare come Allah comanda, ha ereditato il bar gastronomia dal sor Quirino, il proprietario precedente. Ha lavorato per lui dieci anni, poi quello se n’è andato al suo creatore e ha lasciato l’attività e la casa che ci sta sopra ad Abdullah. L’essere più vicino a un parente che avesse sottomano, e che sapesse come mandare avanti gli affari.”
Ho voluto presentarvi alcuni dei protagonisti principali de “Grosso guaio a Roma Sud” attraverso le parole dell’autrice, che ritengo essere le migliori per incuriosirvi e per darvi l’idea di come Marzia Musneci sia riuscita a tratteggiarli nel migliore dei modi.
Li ho apprezzati tantissimo, mi ci sono affezionata e mi hanno fatto un’ottima compagnia. Mi sono piaciuti per la loro umanità, le loro fragilità, il loro arrabattarsi in una società complicata e in una periferia problematica, ma nello stesso tempo per le loro capacità di darsi una mano vicendevolmente.
Persone diverse che di fronte al pericolo e per un forte senso di giustizia cercano di capire quello che è realmente successo, non danno per scontato quello che all’apparenza remerebbe contro i due fratelli, sarebbe così semplice. E anche se l’operato dei protagonisti sarà eseguito nella totale buona fede e nella ricerca della verità, ognuno con il proprio contributo, gli imprevisti faranno capolino e lasceranno strascichi gravosi dal punto di vista emotivo.
L’ispettore Miriam Fantini, ad esempio, avrà bisogno di prendere una pausa, avrà bisogno del calore e dell’abbraccio della sua famiglia, sentirà la necessità di allontanarsi per un po’, alcuni avvenimenti l’hanno costretta a fare i conti con se stessa.
E per ultimo mi piace evidenziare una figura: Luz, la moglie di Abdullah. È una figura eterea, punto di riferimento per alcuni dei protagonisti. Dispensa consigli, fa gioco di squadra, redarguisce quando c’è da rimproverare. Luz è muta e si esprime con il linguaggio dei segni attraverso suo marito. Come a dire, spesso parliamo solo per dar fiato alla bocca. Ci sono anche altre modalità di espressione che potrebbero essere autorevoli e che porterebbero a dei risultati. Non so se sia l’interpretazione giusta, io ho letto questo tra le righe.
Non so se ci sarà un seguito, ma spero tanto di ritrovare questi personaggi nati dalla penna di Marzia Musneci.
Cecilia Dilorenzo
La scrittrice:
Marzia Musneci è nata a Roma e vive ai Castelli Romani. Giallista di vecchia data, ha vinto il premio Tedeschi 2011 con il romanzo Doppia indagine. Ha pubblicato sempre per il Giallo Mondadori, Lune di sangue (Premio Ciampino 2013), Dove abita il diavolo. Scrive racconti per diversi editori. Quando nessuno guarda, Marzia scrive haiku. Ha vinto il premio internazionale di haiku indetto da Cascina Macondo nel 2013, ed è presente nelle raccolte Hanami (Inverno, Autunno, Primavera, Estate).