Editore SEM
Anno 2024
Genere Giallo
512 pagine – brossura e ebook
Troppo spesso, oggigiorno, accade che la cronaca nera ci ponga di fronte a episodi delittuosi particolarmente cruenti, il cui grado di violenza è difficile da razionalizzare e la cui ragione scatenante è oltremodo complessa da spiegare, figuriamoci da accettare. Uno di questi è stato, almeno per me, quello che ha riguardato due giovani fidanzati salentini, Daniele ed Eleonora, uccisi con ottanta coltellate nella loro casa di via Montello, a Lecce, la sera del 21 settembre 2020. La mano omicida era quella dell’ancor più giovane ex coinquilino di Daniele, Antonio De Marco, studente di infermieristica in città, che dichiarò di averli uccisi perché ai suoi occhi i due “erano troppo felici”.
Ecco, questo caso mi colpì molto, sia per l’efferatezza e la particolare insensatezza (ai miei occhi, s’intende) del gesto, sia perché fino a pochi anni prima avevo vissuto proprio nello studentato confinante col condominio delle vittime, di cui tra l’altro ero coetanea. Motivazioni che mi hanno spinta, a distanza di quattro anni, a tuffarmi a capofitto in un giallo scritto da una conterranea e coetanea mia e delle vittime, Chiara Ingrosso, giornalista e scrittrice che ha seguito numerosi grandi casi di cronaca degli ultimi anni e che, evidentemente, ha sentito il bisogno di raccontare ancora una volta una storia tanto inspiegabile quanto degna di essere approfondita e ricordata.
Il suo libro, pubblicato da Sem, si intitola “La regola di Nora” e – fatalità – si apre proprio a Roma, città che da pochi mesi mi ha accolto e che lo stesso ha fatto con Nora Lopez, la protagonista, una giovane giornalista salentina che lì vive, lavora e sgomita ogni giorno per raccontare un pezzetto di verità.
Come accade a tutti noi giovani che cerchiamo di affermarci e ricavarci un posto nel mondo lavorativo, Nora deve fare i conti con colleghi scafati, arrivisti, spesso scorretti, con capi talvolta ottusi, con un mondo spietato che fa del sensazionalismo la sua moneta e degli ascolti la sua ragione di vita, a scapito della verità di una storia e del rispetto per le fonti e per le vittime. Ma oltre alle spiacevoli ma in fin dei conti normali beghe fra colleghi, Nora Lopez ha ben altro con cui fare i conti: deve confrontarsi ogni giorno con se stessa, con la sua continua insoddisfazione, con certe visioni inquietanti e sempre più frequenti e violente che la invadono insieme a una rabbia strisciante, con la ricerca di quella storia che la aiuti a dissipare il nero che ha dentro… e chissà che non sia proprio quella di Daniele ed Eleonora, la storia che aspettava.
È un libro forte, quello scritto da Chiara Ingrosso… lo è perché tragica è la storia che fa rivivere con una scrittura diretta, realistica, senza fronzoli eppure evocativa e persino emotiva. La narrazione alterna il punto di vista di Nora – con i suoi molti tormenti interiori, sia quelli legati alla sfera lavorativa che quelli di natura personale ed intima – e quello del giovane De Marco, la ricostruzione del cui tormento e percorso mentale è particolarmente efficace. Al di là del racconto romanzato di fatti reali c’è, poi, un per nulla trascurabile aspetto psicologico: in un inquietante parallelismo fra la giornalista e l’assassino, l’autrice scandaglia gli abissi della natura umana e guarda in faccia il male – sia esso solitudine, male di vivere, devianza o pura crudeltà – con inaspettata perizia e coraggio ammirevole.
La narrazione scorre via coinvolgendo il lettore in un vortice sempre più oscuro; il page turning è incalzante, tanto che, tra voglia di sapere, incredulità e disgusto, si arriva all’ultima pagina turbati, persino nauseati, eppure paghi.
In definitiva, consiglio questa lettura e credo che quella di Chiara Ingrosso sia non solo un’ottima prova narrativa, ma anche un modo decoroso di ricordare queste due giovani vittime che avrebbero potuto essere nostri amici, nostri familiari, o peggio, avremmo potuto essere noi.
Rossella Lazzari
La scrittrice:
Chiara Ingrosso collabora con la trasmissione Quarto Grado e si è occupata di importanti casi di cronaca, tra cui l’omicidio Varani, il giallo di Serena Mollicone e la scomparsa di Liliana Resinovich. Su Sky Crime ha condotto il programma Pagato per uccidere. Ha partecipato alla realizzazione del podcast La città dei vivi, tratto dall’omonimo libro di Nicola Lagioia.