Editore Pendragon
Anno 2024
Genere Giallo
278 pagine – brossura
Nuovo romanzo (terzo delle serie) “L’onda nera. Un caso siciliano per Libero Russo” che vede come protagonista l’ormai scontroso ma altruista detective Libero Russo, “stagionato” (settantasette anni con gli ottanta che incombono minacciosamente, gli acciacchi stridono e la cirrosi incalza) investigatore di Davide Pappalardo.
E sarà proprio a Bologna dove Libero Russo, ex baldo investigatore privato, si è confortevolmente sistemato, convinto di potersi ormai godere la pensione che, dopo aver risposto al telefono di casa (quelli vecchia maniera con il filo ancora attaccato alla parete) si renderà conto che la sua tanto agognata tranquillità pare destinata a finire.
La famiglia lo chiama alla riscossa, per mezzo della voce affannata dei due giovanissimi pronipoti. Deve partire e tornare ad Acireale, siculo e amato borgo natìo e farlo alla svelta.
Intanto per i lettori sarà meglio chiarire subito la dinamica dei fatti che necessitano del suo intervento. Fatti che nel romanzo gli verranno anticipati telefonicamente dall’impotente testimone diretto dell’accaduto, il pronipote Nabucco, per gli amici Nab. Era sua la prima voce che Libero ha sentito al telefono prima di quella della sorella minore Emma, impaziente e decisa a spiegare meglio e con maggiori dettagli tutta la storia. Storia che si può riassumere così: Nab allibito o probabilmente addirittura paralizzato dalla paura, ha assistito come testimone al rocambolesco furto della famosa statua della Venere dell’Etna, un’antico manufatto bronzeo romano, trafugato da una celebre area archeologica della zona, da due funambolici professionisti calati da un elicottero.
Appena superato lo choc, Nab ha immediatamente chiamato il suo professore del museo e denunciato il fatto, ciò nondimeno si sente in colpa per non aver potuto o saputo fare qualcosa per impedirlo. Ne frattempo i media scalpitano, macinando illazioni, mentre le forze dell’ordine paiono impotenti. Ragion per cui Nab spera solo sull’ aiuto del prozio per aggiustare la faccenda.
Benché inizialmente restio, in seguito il buon Libero, spinto anche dalla sua naturale indole di ficcanaso, si lascerà convincere a recarsi in loco per avviare un’indagine. Nonostante manchi da Acireale da parecchio tempo, l’iniziale accoglienza della cittadina per il suo ritorno in “patria” non sarà il massimo. Si troverà costretto infatti a destreggiarsi tra personaggi rissosi e indefinibili, e nell’avanzare scomode domande, nelle quali per sua fortuna verrà utile la buona conoscenza del Krav maga. Il gioco fa presto ad annunciarsi pesante, minacciando di invischiarli in una complessa rete, in cui si intrecciano intrighi di mafiosi, professori universitari all’apparenza insospettabili e che supplicano di aiutarli a recuperare la Venere.
Ma ad Acireale a dargli una mano per arrivare alla verità ci vorranno ben altre teste e braccia di quelle offerte dai suoi due pronipoti. Volente o nolente, Libero dovrà radunare una squadra sui generis, una specie di accozzaglia raccogliticcia di personaggi composta da un variegato ventaglio di caratteristiche quali: Biagio Mamma Mia, uomo preso in giro da tutti e con la passione per gli Abba, la fascinosa ma anche colta e intelligente gitana Nina, la ex preside Maria, vicina di casa, vedova elegante nel parlare , in grado persino di fargli perdere la testa e Paolo, rider maneggione senza una lira.
Il nostro stravagante investigatore ignora ancora che dovrà anche far fronte a tutta una serie di depistaggi senza poi poter evitare scontri diretti con la locale cosca dei Trunzi. Libero insomma si ritroverà coinvolto in un caso molto articolato, sulle tracce della statua bronzea di una Venere, forse rubata dai “niuri” con l’elicottero? Ma no. Deve trattarsi di altra roba più complicata che presenta variegate sfaccettature e rivelerà aspetti del tutto inediti e imprevisti.
Pappalardo, ormai siculo/bolognese , riporta in scena il suo eroe cucendogli addosso una personalità alla Mikey Spillane rivisitato o meglio attualizzato alla Tarantino.
Romanzo intrigante questo L’onda nera…, sempre sopra le righe, beffardo ma che sa anche far riflettere senza tralasciare tematiche ‘forti’ come il razzismo e il pregiudizio. Una trama che riesce a mischiare intrighi truffaldini a etica e alla straordinaria bellezza della Sicilia, da sempre arricchita ed esaltata dal suo patrimonio archeologico, in un apparentemente imprevedibile e caotico vorticare di continui eventi ed emozioni fino alla fine.
Patrizia Debicke
Lo scrittore:
Davide Pappalardo è nato nel 1976 alle pendici dell’Etna e oggi vive e lavora a Bologna. Al suo attivo ha quattro romanzi e diversi racconti. Con Buonasera signorina (Eclissi, 2016) ha vinto il premio Nero Digitale al Garfagnana in Giallo. Con Che fine ha fatto Sandra Poggi? (Pendragon, 2019) ha vinto il Booktrailer Premium al Festival delle Arti di Cartoceto (finalista anche al Trailers FilmFest a Milano) ed è stato tra i cinque finalisti del premio Giallo Indipendente. Nel 2022 è stato uno dei tre curatori di Pirati e gregari (Augh!), antologia dedicata al ciclismo. Un suo racconto in edizione ebook, Doppio inganno (Todaro, 2017), nel 2021 è diventato un audiolibro. Per Pendragon ha pubblicato anche Il verso dell’assiolo (2022) e L’onda nera (2024).