Editore Fandango Libri
Anno 2025
Genere Noir
420 pagine – brossura e ebook

L’Italia, si sa, è una repubblica fondata sul calcio. Eppure il variegato mondo del pallone nazionale è stato usato molto poco quale sfondo per storie gialle, noir, poliziesche. Da noi, ad esempio, non è mai stato scritto un grande romanzo come Il centravanti è stato assassinato verso sera di Manuel Vàzquez Montalbàn, che nel 1988 diede alle stampe una delle sue opere migliori, facendo indagare il suo detective Pepe Carvalho nel sottobosco del fùtbol spagnolo e della squadra del Barcellona.
Qualche tentativo c’è stato, a dir la verità. Nel 2014 il giornalista del Corriere della Sera, Paolo Foschi, è uscito con il thriller Vendetta ai Mondiali (e/o) e due anni dopo Sellerio ha pubblicato l’antologia Il calcio in giallo, con racconti, fra gli altri, di Manzini, Giménez Bartlett e Malvaldi. Nel 2017 un altro giornalista, Guglielmo Longhi, ha scritto il giallo Il vendicatore (Del Bucchia editore), ambientandolo nei bassifondi del tifo. Pochino per un popolo di santi, navigatori e calciofili.
È anche per questo motivo che vale la pena segnalare il noir La colpa è di chi muore, pubblicato da Fandango. L’autore è ancora un giornalista, Marco Bellinazzo, che tuttavia si occupa di calcio in modo obliquo, non dal punto di vista prettamente sportivo. Infatti lavora al Sole 24 Ore e da anni, voce quasi isolata, si dedica ad approfondire gli aspetti economici e finanziari del “gioco più bello del mondo”. Compresi i fenomeni poco trasparenti o addirittura oscuri. A cavallo tra sport e cronaca nera.
La colpa è di chi muore è il suo primo romanzo ed è un giallo a tinte fosche che attinge a piene mani nell’ambiente malato del football internazionale, dove dirigenti distratti, procuratori senza scrupoli, affaristi pronti a tutto e persino criminali patentati alimentano da anni l’osceno fenomeno della tratta dei baby-calciatori. Un business milionario che riguarda in particolare ragazzini africani portati in Europa con vari espedienti, dai documenti falsi alle adozioni taroccate, e messi sul mercato come bestiame, costretti a riscattare con il proprio sudore i soldi spesi per il viaggio e il soggiorno.
Bellinazzo affonda la penna in un calderone puzzolente che non si discosta molto da tanti altri traffici illeciti che arricchiscono le organizzazioni criminali di mezzo mondo, dall’immigrazione illegale alla prostituzione, dalla droga al commercio di armi. I baby calciatori sono attratti dal sogno di diventare idoli sportivi, ricchi e famosi; mentre trafficanti, intermediari e procuratori lavorano sui grandi numeri: in media uno su cento ce la fa e li ripaga ampiamente del tempo e del denaro investiti nella tratta. E tutti gli altri che fine fanno? C’è chi si accontenta di contrattini nelle serie minori europee, altri si perdono nell’ombra della clandestinità e della miseria, qualcuno si ribella e viene eliminato.
Il romanzo di Bellinazzo parte proprio da qui, dal ritrovamento di un cadavere nella parte italiana del lago di Lugano. La Procura di Como apre un fascicolo e si scopre che si tratta di un ragazzino di origine africana, ucciso con un colpo di pistola e con evidenti lesioni al torace, forse per il prelievo degli organi interni. Le indagini non decollerebbero se non arrivasse l’imbeccata giusta di un giornalista sportivo, Dante Millesi, napoletano trapiantato a Milano (anzi, a Sesto San Giovanni), con un passato da aspirante calciatore frustrato da un grave infortunio e un presente da cronista disilluso in un sito internet, Calcio & dintorni. Una sorta di alter ego letterario dell’autore, che è appunto napoletano.
Grazie ai suoi contatti nel sottobosco calcistico, Millesi viene a sapere che il corpo nel lago è di un giovane nigeriano, vittima del traffico di esseri umani gestito dalla criminalità africana con l’avallo (o la complicità?) di agenti internazionali riconosciuti dalla Fifa. Non solo. I cadaveri nel lago sarebbero due e infatti poche settimane dopo viene ripescato anche l’altro.
Le indagini sono coordinate dal Cristina Ghiglione, ex fidanzata con la quale Millesi era arrivato a un centimetro dal matrimonio. E qui naturalmente si innesta una sottotrama romantica, con il ritorno di fiamma tra i due ostacolato – oltreché dalle ruggini del passato – anche dalla presenza ossessiva di una collega del giornalista, tipica donna in carriera che bazzica le redazioni sportive.
Non sono queste le pagine migliori di La colpa è di chi muore (titolo mutuato da una canzone di De André), che invece si segnala nella ricostruzione dell’odissea dei ragazzi africani, scovati dai trafficanti nelle bidonvilles di Lagos, portati a Parigi e da lì smistati illegalmente in giro per l’Europa, con identità e documenti falsi. Di tre fratelli uno finirà a giocare in Polonia, l’altro in Spagna e l’ultimo, azzoppato da un infortunio, diventerà uno dei tanti “invisibili” clandestini in Italia. A salvarlo sarà proprio Millesi, che nel tempo libero, per scaricare la tensione e sfogare le frustrazioni, allena una squadretta dilettantistica di Sesto San Giovanni. Un hobby che anche da adulto gli consente di mantenere vivo il sogno coltivato in gioventù nel nome dell’idolo eterno dell’adolescenza, Diego Armando Maradona.
Giorgio Ballario
Lo scrittore:
Marco Bellinazzo (Napoli, 1974) è giornalista e scrittore. Dal 2004 lavora per Il Sole 24 ORE. Esperto di economia, finanza e geopolitica, si occupa in particolare degli affari che ruotano attorno al mondo del calcio e dello sport. Opinionista per Radio 24 e per le principali emittenti nazionali, il suo blog Calcio & business è dal 2012 un punto di riferimento per addetti ai lavori e appassionati. Le sue pubblicazioni: Il Napoli di Maradona (Mondadori, 2012); Goal Economy (Baldini e Castoldi, 2015, Premio Nazionale Letteratura del Calcio Figc/Antonio Ghirelli); I veri padroni del calcio (Feltrinelli, 2017); La fine del calcio italiano (Feltrinelli, 2018); Le nuove guerre del calcio (Feltrinelli, 2022, Premio Selezione Bancarella Sport).












