Editore Delos Digital / Collana Greyhound
Anno 2025
Genere Spy-Story
80 pagine – brossura
L’oro di un dittatore scomparso, spie americane, un gruppo di contrabbandieri triestini e un mistero sepolto nel tempo: benvenuti in “L’Oro degli Ustaša” di Denise Antonietti. Un romanzo breve che intreccia magistralmente due epoche – il dopoguerra incandescente di Trieste (1945) e il Paraguay del 1987 – in una spy story tesa e avvincente. Preparatevi a essere trascinati in un labirinto di intrighi internazionali, amicizie pericolose e le inevitabili scacchiere in cui le vite umane sono solo pedine.
Il cuore della storia batte tra due momenti storici ben distinti. Nel 1945, a Trieste, città di confine sospesa tra tensioni e incertezze, un gruppo di amici e contrabbandieri – Sante Fonda, Branko, Italo e Mira – viene reclutato, o forse meglio dire costretto, da un enigmatico agente americano conosciuto come “il Biondo”. La loro missione: trasportare un carico clandestino dal confine fino al porto. In gioco non c’è una merce qualunque, ma l’oro del dittatore croato Ante Paveli, un tesoro che scatena una caccia internazionale tra servizi segreti dell’Est e dell’Ovest.
Quarant’anni dopo, nel 1987, la giornalista Karen vola in Paraguay per incontrare un ormai anziano e ricchissimo Sante Fonda, uno degli ultimi custodi di quella vicenda. Il suo obiettivo è riportare a galla il destino di quell’oro e far luce sulle zone d’ombra del dopoguerra. Attraverso le memorie di Sante e le ricerche di Karen prende forma un racconto intenso, fatto di fallimenti, fughe disperate e del prezzo altissimo pagato da chiunque osi sfiorare il segreto dell’oro.
“L’Oro degli Ustaša” è un romanzo breve ma denso, scritto con uno stile scorrevole e incisivo che cattura il lettore dalla prima pagina fino alla fine. Denise Antonietti mostra grande abilità nel muoversi tra i due piani temporali, intrecciando una narrazione solida che non perde mai di vista né la tensione drammatica né l’accuratezza storica.
Quello che colpisce di più è l’atmosfera, viva e palpabile. La Trieste del dopoguerra non è un semplice scenario: diventa quasi un personaggio, fragile e divisa, segnata dalla miseria e dal bisogno di sopravvivere. In questo contesto i protagonisti prendono vita con forza: Sante, Branko, Italo e Mira non sono figure statiche, ma uomini e donne complessi, sospesi tra fragilità e resistenza. I loro legami, fatti di amicizia, complicità e amori trattenuti, aggiungono umanità a una trama che avrebbe potuto essere solo spionistica, ma che invece risuona di autenticità.
Il romanzo si distingue per il ritmo serrato, la capacità di alternare azione e intrigo e l’attenzione ai dettagli, frutto di una ricerca accurata. Ogni elemento contribuisce a costruire un mosaico credibile e coinvolgente, che si arricchisce di colpi di scena fino a un finale amaro, denso di realismo, capace di lasciare domande aperte più che dare risposte definitive. È proprio questa scelta a rendere l’opera non solo un romanzo di spionaggio, ma anche un affresco storico dal forte impatto emotivo.
Ho trovato “L’Oro degli Ustaša” una lettura avvincente e sorprendentemente profonda. Denise Antonietti riesce a bilanciare perfettamente la tensione del thriller con la delicatezza del dramma umano, e lo fa con una scrittura elegante, che rende ogni pagina fluida e coinvolgente. È uno di quei libri brevi ma potenti, capaci di lasciare un segno e di far riflettere sulla complessità della Storia e sulle scelte estreme imposte dai tempi di crisi. Lo consiglio vivamente a chi ama i romanzi che mescolano amicizia, intrighi e misteri, sullo sfondo di eventi storici cruciali.
Matteo Bordoni
Lo scrittore:
Denise Antonietti, nata a Feltre, laureata in archeologia, vive tra Napoli e gli USA. Ha esordito con il romanzo Trans-Sibérien – Il mistero dell’oro degli Zar e pubblicato racconti in numerose antologie. Vincitrice del Premio Altieri 2023, sotto il nome Denise Jane ha inaugurato la serie Emerson Ray per Segretissimo Mondadori. Scrive recensioni e si occupa della segreteria del Festival del Giallo di Napoli.