Editore Marsilio / Collana Farfalle
Anno 2018
Genere Giallo
496 pagine – brossura e ebook
Traduzione di K. De Marco
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“Un simpatico grassone che beve troppo e corre dietro alle donne”: una delle definizioni date al commissario di polizia, protagonista del romanzo “La donna che morì due volte”.
Ma Evert Bäckström, questo è il suo nome, è un personaggio non riconducibile ad una sola definizione di due righe: ha molte sfaccettature, come si vedrà in seguito.
Capita, a volte, nelle letture, di imbattersi in piccole “perle”: questo è uno dei gialli nordici che merita certamente l’appellativo.
La storia in breve.
Un giorno come tanti altri il campanello del commissario Bäckström squilla: è Edvin, un ragazzino vicino di casa che, di ritorno dal campo Scout, deve fargli un’importante rivelazione, anzi, mostrargli una sua inquietante scoperta. Un teschio, con un foro di proiettile nella tempia, trovato in una zona selvaggia su un’isoletta del lago Malaren. Il luogo del ritrovamento si chiama Isola della Rovina, perché pare infestato da fantasmi e teatro di vari episodi inquietanti nel passato.
Edvin, investigatore in erba, ha già dedotto varie ipotesi dall’osservazione del suo reperto: Bäckström deve ammettere, suo malgrado, che il ragazzino ha stoffa. Teschio di donna, giovane, sana, probabilmente di ceppo asiatico.
Omicidio, conclude Edvin, fino a che non si dimostri il contrario.
Il commissario Bäckström raduna la sua squadra, che a causa di momentanei congedi per incidenti, o sostituzioni, non gli è molto gradita, ma tant’è, l’indagine deve iniziare.
Gli inquirenti scoprono nei pressi del ritrovamento una tana di volpe. La sua caratteristica è di avere molte uscite, minimo sei, perché lo scaltro animale abbia possibilità di fuga e di attacco: questa tana ricorrerà in tutta la storia, come un leit motif, quasi un simbolo del secondo protagonista del romanzo, che lascerò scoprire ai lettori.
Appurato che il giovane Edvin aveva visto giusto con le sue supposizioni, le ricerche vanno a rilento: un cranio è troppo poco, manca un corpo, degli indumenti, un nome, soprattutto.
Ed è qui che arriva la bomba; quando dalla polpa di un dente si arriva ad estrarre il DNA, la squadra al completo resta senza parole: infatti corrisponde senza ombra di dubbio al Dna di una donna thailandese, morta nel tristemente noto tsunami del 2004!!!
Caso risolto? No. Come può una persona morire due volte, a migliaia di chilometri e a 12 anni di distanza?
Un bell’enigma si presenta al commissario Bäckström, noto per vantare una carriera costellata di vittorie.
L’indagine sarà lunga e difficilissima, ma certamente uno dei percorsi investigativi più avvincenti che mi sia accaduto di leggere negli ultimi anni.
Alcune caratteristiche mi hanno fatto apprezzare particolarmente questa storia.
Abituati a gialli nordici, per lo più impregnati di un’atmosfera di cupa tristezza, di pessimismo…questo non lo è. Nonostante l’argomento serio come una morte può esserlo, è narrato con levità, con passi anche arguti, specie quando si parla dei rapporti tra poliziotti e delle abitudini di vita del commissario Bäckström.
I suoi giudizi lapidari sui colleghi (sempre azzeccati, peraltro) rasentano la comicità.
Parlando del procuratore Hanna Sparks, collaboratrice da lui odiata:”Befana grassa e sadica – pensò , senza considerare che lui pesava almeno il doppio ed aveva almeno dieci anni in più. Oltre a sembrare intenzionata a mandare a puttane tutta la sua esistenza solo perché il suo giovane vicino di casa aveva trovato un cranio su un’isola del Malaren, era talmente brutta da mettere a rischio anche la sua serenità mentale e la sua digestione”.
Evert Bäckström ha abitudini goderecce, ama vestire con cura, regalarsi cenette gustose, finire le sue sere del venerdì nel Club delle Divorziate, dove….udite! Udite! Il suo “supersalame” troverà soddisfazione. Questa definizione, mai letta prima, è così comica, che fa perdonare anche l’argomento poco…consono.
Il romanzo è scritto con ottimo stile, scorrevole, in certe pagine quasi frizzante, fatto inconsueto per un giallo. Non ha omicidi, né scene di violenza, ma in ogni capitolo breve c’è una nuova scoperta, un passetto avanti in questa lunga e complessa indagine, un piccolo colpo di scena. Questo fa sì che la lettura sia quanto di più piacevole si possa trovare.
Gli amanti del thiller nordico troveranno sicuramente godibile e diversa questa storia.
Rosy Volta
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Lo scrittore:
Leif Gustav Willy Persson è uno scrittore, criminologo e sceneggiatore svedese. Esponente del genere noir scandinavo, firma i propri romanzi come Leif GW Persson.