Intervista a Marilù Oliva

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Marilù Oliva, nata a Bologna, insegna Lettere alle Superiori. Autrice di due trilogie noir, ha vinto il Premio dei Lettori Scerbanenco con Questo libro non esiste (2016). Si occupa da sempre di questioni di genere. Ha curato le antologie Nessuna più – 40 autori contro il femminicidio e Il mestiere più antico del mondo? entrambe patrocinate da Telefono Rosa. È caporedattrice di Libroguerriero.it e cura un blog su Huffington Post.

In occasione dell’uscita del suo ultimo libro, “Musica sull’abisso“, pubblicato da HarperCollins Italia, l’abbiamo intervistata per voi. Ecco cosa ci ha raccontato.

1. Benvenuta, Marilù. Com’è nata la scintilla per questa storia?
M.: Stavolta non ne ho idea. Di solito parto da una suggestione, un’immagine o un’indignazione. Questa volta la mia fantasia ha cavalcato da sola, ma non ricordo il momento della partenza.

2. I protagonisti sono gli studenti di un liceo storico bolognese, il Cicerone. Molti di loro troveranno la morte in modo misterioso. Hai dato loro la possibilità di poter parlare attraverso dei capitoli in cui leggiamo i loro struggenti pensieri. Con quale stato d’animo hai affrontato e approntato questi capitoli?
M.: Come molti colleghi, partecipo ai sentimenti dei miei personaggi. I capitoli in corsivo, quelli in cui parlano le vittime poco tempo prima di morire, li ho scritti chiedendo al lettore la così detta “sospensione di incredulità”: come sarebbe possibile che qualcuno raccontasse la propria morte violenta, pochi istanti prima di soccombere, se nemmeno se la aspetta? Si tratta di pagine dense di tensione e di sofferenza: per me non è possibile alzare un muro, nemmeno in questi contesti. Quindi ho patito insieme alle vittime, lasciandomi andare alle emozioni.

3. Chi avrà il piacere di leggere Musica sull’abisso troverà la tracklist che accompagna le pagine del romanzo. Tu cosa ascolti e in quali momenti della giornata preferisci avere la compagnia della musica?
M.: Ascolto diversi generi, ma la mia musica preferita resta quella latino-americana. Non i prodotti commerciali in voga adesso, questi mix identici senza sabor, che occhieggiano ai ritmi del reggaeton dominicano e che ripetono sempre la solita solfa, no: parlo di salsa dura e sonorità molto più serie, variegate, musicalmente complesse, quelle a cui ho dato molto spazio nella mia Trilogia della Guerrera.

4. In questo secondo capitolo della serie, una forte e cara presenza per Micol è Virginia. Si incontrano appena possono e fanno delle lunghe chiacchierate. Si confrontano e si confidano come fanno le buone amiche. Che peso ha per Micol questa amicizia?
M.: Questo legame è fondamentale per entrambe, perché entrambe sanno che l’amicizia è un dono inestimabile. Si conoscono, per alcuni versi si assomigliano, per altri sono in dissonanza, ma si confrontano sempre con rispetto, delle volte prendendosi in giro, altre volte con un una sana critica. Collaborano, fanno sì che le esigenze dell’una non prevarichino su quelle dell’altra. Delle volte sono attanagliate da grandi dubbi, ad esempio quando Virginia sospetta che il fidanzato di Micol nasconda qualcosa è indecisa se dirglielo o meno. Poi prevale il desiderio di verità, che le accompagna sempre. E comunque, alla base di tutto, c’è comunque un grande affetto.

5. In Musica sull’abisso ritroviamo la Circassa, la proprietaria di un’erboristeria che abbiamo conosciuto con Le spose sepolte. Lei propone rimedi alla clientela con erbe officinali, radici, foglie, petali e rametti. Micol ha un certo timore nell’incontrarla perché le persone troppo sensibili hanno difficoltà ad essere guardate dentro così come fa la Circassa. Quest’ultima le dirà “Devi ascoltare di più i tuoi sogni, ragazza mia”. Quali sono i sogni di Micol?
M.: I sogni di Micol sono come uno sguardo più consapevole sul mondo. Sono la sua parte inconscia che le rivela quello che la coscienza ha trascurato di notare. Micol non trova nulla di magico in quei sogni che qualcuno potrebbe classificare come “rivelatori”, eppure, almeno in senso etimologico, rivelatori lo sono, perché le svelano qualche dettaglio sulla realtà che lei ha trascurato. Le sono di prezioso aiuto, pur con tutta la nebbia e l’inquietudine tipica delle dimensioni oniriche. E, comunque, si tratta spesso di sogni spaventosi dai quali si sveglia angosciata. Subito dopo, come è tipico del suo carattere, razionalizza e analizza: di solito arriva un input che giova alle indagini, indagini risolte non grazie ai sogni ma grazie a un duro lavoro di ricerca e investigazione (in questo senso i miei libri, pur essendo dei thriller, rispettano l’impalcatura del giallo e il lettore può divertirsi a cercare di scoprire chi è il colpevole, attraverso gli indizi che dissemino).

6. La grande sensibilità di Micol sicuramente le è di aiuto nel risolvere i casi perché le permette di guardarsi attorno con un ulteriore sguardo. Ma quanto questa sensibilità può essere di intralcio quando deve interfacciarsi con persone come il sovrintendente Antonio Iacobacci ? Quanti Iacobacci hai incrociato nella tua vita?
M.: Precisiamo che Iacobacci è un retrogrado maschilista che non accetta di ricevere ordini dalle donne, ma può erigersi a emblema del maschilista medio italiano. Purtroppo ne ho incontrati diversi, soprattutto nell’ambito della scrittura, perché questa piaga non solo non è ancora stata superata, ma si è diffusa in maniera più capillare e surrettizia, estendendosi a svalutazione delle donne, alimentata da soggetti non solo maschili ma anche femminili.

7. Un personaggio che ho trovato delizioso è l’agente scelto Ivo Tiberio Ginevra, un ventottenne palermitano. All’inizio è estremamente deferente nei confronti dell’ispettore Micol Medici. E poi, pur continuando a mantenere la deferenza, il rapporto tra i due tenderà a sciogliersi e Micol troverà in Ivo un’ottima spalla. Conosco un editore che ha lo stesso nome, de I Buoni Cugini Editori. Come hai pensato a questo personaggio e hai già pensato all’evoluzione che potrebbe avere?
M.: Dell’evoluzione non posso parlare, ma posso dirti che Ivo è un caro amico, una persona speciale, buona, acuta, spiritosa, onesta, con un progetto carbonaro encomiabile, quello dei Buoni Cugini Editori, appunto, i cui libri invito tutti a leggere: come potevo non immortalarlo in un libro?

8. A fine libro, dopo i ringraziamenti, scrivi “Quando mi viene chiesto perché scrivi?, rispondo appellandomi a un grande desiderio di condivisione”.
Sarà sicuramente più facile condividere con chi ama i libri e la lettura. Come ci si pone invece nei confronti di chi purtroppo per svariate ragioni non legge?
M.: Per gli adulti: è molto difficile creare dei nuovi lettori, ma non impossibile. I metodi sono diversi: raccontare con entusiasmo di un libro che ci ha colpiti, coinvolgerli in gruppi di lettura o altre iniziative del genere.
Con i ragazzi il discorso è più semplice, lo vedo ogni giorno a scuola: basta far capire la magia che dispiega la lettura e la chiave è capire qual è il romanzo giusto per ognuno, con molta libertà, senza obblighi. A scuola portiamo avanti tanti progetti interessanti, che vedono il coinvolgimento degli scrittori o brevi viaggi di istruzione in biblioteca o anche letture condivise. C’è un mondo che li aspetta e loro, con l’apertura tipica dell’adolescenza, lo scoprono presto.

9. Sei molto attiva in ambito sociale, occupandoti di tematiche importanti quali la violenza sulle donne e la loro denigrazione. Quali sono i progetti in tal senso su cui stai lavorando?
M.: Cerco di lavorarci sempre. A casa, a scuola, con la gente. Nei miei romanzi inserisco ogni volta una questione tesa a suscitare riflessioni o a scuotere. Di più pratico, invece, c’è la festa di Libroguerriero che si terrò sabato 30 novembre alla Libreria Ubik Irnerio di Bologna, intitolata Libroguerriero W (dove W sta per Women), e alla quale siete tutti invitati. Sul blog, infatti, diamo largo spazio non solo alle autrici, ma anche alle questioni di genere, con rubriche dedicate (femminicidio, svalutazione, etc) e il 30 novembre sarà occasione per festeggiare il nostro impegno in tal senso. Quel giorno, oltre alle premiazioni con la nostra katana, e oltre a vino e aperitivo per tutti, ci sarà una bella sorpresa capitanata dalla professoressa Piera Carroli!

Grazie di cuore a te, Cecilia, per le domande, e al vostro bellissimo blog, Contornidinoir, per l’ospitalità!

Intervista a cura di Cecilia Dilorenzo