Editore Guanda / Collana Narratori della Fenice
Anno 2020
Genere Giallo
384 pagine – brossura e epub
Traduzione di Bruno Arpaia
Un brutale delitto scuote la Terra Alta, in Catalogna. Una terra dove il silenzio può impedire di dormire a chi non c’è abituato. Un delitto in cui si respira una sorta di delirio malato dove l’euforia sfocia nel sangue. I signori Adell, una coppia di anziani, proprietari di un’azienda ricca e prospera che domina commercialmente sul territorio, sono stati a lungo torturati e brutalmente uccisi. In casa con loro la domestica freddata con un colpo di pistola. Un’indagine scioccante per una squadra investigativa che non è solita imbattersi in tali atrocità dato che in quella zona si rilevano saltuariamente delitti sporadici e meno spietati.
A indagare una squadra di poliziotti tra i quali spicca Melchor, un agente trasferitosi nella Terra Alta da Barcellona da quattro anni per motivi di sicurezza. Gli indizi scarseggiano, ogni pista si consuma su se stessa. Si indaga nella famiglia. Si cercano nemici capaci di una tale brutalità. L’ipotesi di una rapina finita male è poco credibile in quanto non giustifica un tale accanimento sulle vittime che è sicuramente espressione di un profondo odio, impossibile da mettere a tacere, e a lungo covato in quella parte oscura dell’anima che in niente riesce a trovare soddisfazione.
Melchor non si arrende e continua a scavare tra perizie, prove e testimonianze, nonostante dopo diverse settimane il caso venga chiuso senza un colpevole. Lui è un tipo tosto. Uno che non si arrende. E questo gli costerà un prezzo davvero troppo alto.
Terra Alta di Javier Cercas è un romanzo che ho amato sin dalle prime pagine in un crescendo di emozioni. Un romanzo in cui sanno fondersi la tensione di una trama gialla, il coinvolgimento nella vicende dei personaggi, soprattutto del protagonista, e una viscerale passione per la lettura che noi amanti dei libri comprendiamo perfettamente trovando spazio nell’immedesimazione.
“Tutti i romanzi parlano di noi.”
In un alternarsi tra passato e presente avanziamo nelle indagini e scaviamo nella vita di Melchor, e questa forse è la parte in cui più mi sono sentita più presa. Un passato difficile che lo ha visto ragazzo allo sbando senza una meta precisa. Il carcere, dove ha imparato ad amare la lettura dopo il colpo di fulmine avuto per I miserabili, che è diventato una specie di specchio in cui vedersi riflesso. Poi un omicidio che, senza fare troppo rumore, gli ha spezzato il cuore togliendoli l’unico affetto stabile e spingendolo a riabilitarsi, a diventare un poliziotto per trovare giustizia. Una serie di eventi che poi lo hanno portato a trasferirsi in Terra Alta per sfuggire a possibili ritorsioni. Trovarsi spaesato, anestetizzato e poi scoprire una ragione per andare avanti e ricominciare a guardare l’orizzonte con una diversa disposizione d’animo. Con un rinnovato entusiasmo.
Terra Alta diventa uno spazio in cui comprendere come certi eventi tragici segnino irrimediabilmente le nostre esistenze. Una terra segnata da battaglie che restano vive nei ricordi di chi le ha vissute. Una terra in cui scoprire come l’amore possa curare anche le cicatrici più insanabili. In cui rendersi conto che rinnegare ciò in cui si è sempre creduto non è così difficile, forse perché non erano così profonde e solide quelle radici a cui ci tenevamo aggrappati. In cui avvertire chiaramente come l’odio sia un sentimento estremo, impossibile da gestire, che lentamente, sorso dopo sorso avvelena la vita, giorno dopo giorno, rendendo incapaci di assaporare ogni sfumatura che ci viene offerta ma vedendo solo ciò che immaginiamo possa darci soddisfazione. Vendetta.
“Odiare qualcuno è come bere un bicchiere di veleno
credendo che così ucciderai quelli che odi.”
Federica Politi
Lo scrittore:
Javier Cercas è nato nel 1962 a Ibahernando, Cáceres. La sua opera, tradotta in più di trenta lingue, è pubblicata in Italia da Guanda: Soldati di Salamina (Premio Grinzane Cavour 2003), Il movente, La velocità della luce, La donna del ritratto, Anatomia di un istante, Il nuovo inquilino, La verità di Agamennone, Le leggi della frontiera, L’avventura di scrivere romanzi (con Bruno Arpaia), L’impostore, Il punto cieco e Il sovrano delle ombre. Anatomia di un istante ha vinto nel 2010 il Premio Nacional de Narrativa e nel 2011 il Premio Salone Internazionale del Libro di Torino e il Premio Letterario Internazionale Mondello. L’impostore è stato finalista al Man Booker International Prize 2018.