Professione blogger: intervista a Marilù Oliva, Libroguerriero

1755


 

Marilù Oliva è scrittrice e insegnante di lettere alle superiori. Ha scritto undici romanzi, di cui tre dedicati al personaggio della Guerrera. Ha curato un’antologia, Nessuna più – 40 autori contro il femminicidio (Elliot, 2013). Segue da sempre la questione femminile e collabora con diverse testate occupandosi prevalentemente di libri e questioni di socio-attualità. Suoi thriller sono Le spose sepolte, e Musica sull’abisso (HarperCollins), dedicati alla poliziotta Micol Medici. Ha co-curato per Zanichelli un’antologia su I Promessi Sposi in adozione in molte scuole superiori e ha riscritto il poema omerico di Ulisse: L’Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre, uscita per i tipi di Solferino.
www.mariluoliva.net

Se questo non bastasse, Marilù Oliva è anche fondatrice del blog Libroguerriero nel quale propone recensioni e interviste e proprio di questo vogliamo farci raccontare, senza dimenticare il suo ultimo libro, che ha scalato le classifiche in un periodo di lockdown e continua a essere tra i libri più venduti.

1. Cara Marilù, bentornata su Contorni di Noir. Questa volta non parliamo dei tuoi romanzi, ma del blog che hai fondato. Ma prima di partire in quella direzione siamo curiosi di sapere che tipo di lettrice sei e in che modo i tuoi gusti sono cambiati con il passare degli anni?
M.: Grazie Cecilia, felice di essere di nuovo sul vostro blog che seguo da sempre. Sono una lettrice onnivora, diciamo che con gli anni sono diventata più esigente o, forse, semplicemente ho meno tempo a disposizione e quindi sono costretta a selezionare di più.

2. Quando e come è nato il blog “Libroguerriero”?
M.: Libroguerriero è nato nel novembre 2008 su Splinder per mia iniziativa, si è poi trasferito su WordPress nel 2011. Senza scopo di lucro, è stato fondato con un duplice intento: promuovere tutta la scrittura “che brucia” e divulgare la mia attività di autrice. L’idea di base è che la narrativa/letteratura vada condivisa e inserita in un sistema ampio che abbracci le diverse manifestazioni e i differenti generi. Abbiamo sempre dato particolare attenzione e spazio, oltre agli autori conosciuti, a quelli emergenti e alle donne (siamo uno dei blog dove le donne hanno più visibilità e voce, con rubriche dedicate, come “Chi dice donna dice danno”, ad esempio)

3. Quali sono secondo te le doti di un buon recensore?
M.: Prima di tutto l’onestà. Non occorre che il recensore sia laureato o che mi infarcisca il pezzo di paroloni roboanti, anzi: talvolta lo sfoggio stilistico può risultare fastidioso. Se ha un po’ di esperienza può servire, ma l’importante è che sia un lettore appassionato, che conosca le basilari norme di narratologia e che sappia cosa c’è dietro al funzionamento di un romanzo. Ci sono opinionisti da strapazzo che scrivono un sacco di sciocchezze su libri che sono capolavori (hanno demolito persino “I promessi sposi”!, perché non hanno una vaga idea dei meccanismi strutturali o del sistema dei personaggi, basta farsi un giretto su alcune biblioteche virtuali, dove – al contrario, diciamolo – vengono talvolta anche espressi pareri molto ben argomentati e seri.
Un buon recensore non dovrebbe omaggiare per partito preso né stroncare per antipatia o per darsi delle arie. Noi, volendoci dedicare solo ai “libri guerrieri”, abbiamo deciso di non investire tempo nei libri che consideriamo poco interessanti, quindi – anziché stroncare – non ne parliamo. Ciò chiaramente non significa che non ci sono piaciuti tutti i libri non recensiti: è umanamente impossibile riuscire a leggere e proporre gli oltre 60.000 titoli pubblicati ogni anno in Italia!

4. Quali sono le caratteristiche necessarie a un libro per esser considerato un buon romanzo?
M.: Per il mio parere personale, un buon romanzo deve essere interessante dal punto di vista della storia, dello stile, della tenuta dei personaggi. Vorrei anche un po’ di originalità, merce sempre più rara ai nostri tempi.

5. Ho visto che recensite romanzi che spaziano dalla narrativa ai thriller passando per gli storici e altro. Ma c’è un genere che trova maggior riscontro tra i vostri lettori e perché, secondo te?
M.: In questo periodo vanno molto il crime e lo storico.

6. Com’è organizzato il lavoro del blog con i tuoi collaboratori?
Io propongo i titoli e i collaboratori generalmente accettano o meno. Poi si prendono il tempo che serve per leggere e scrivere.

7. Come riesci ad inserire anche questa attività tra gli impegni di lavoro e familiari?
M.: Facendo, come sempre, i salti mortali 🙂

8. Com’è cambiata nel tempo l’attività di Libroguerriero e in che maniera avete cercato di migliorare il servizio per i vostri utenti?
M.: Ci siamo ampliati sia numericamente (siamo una ventina di collaboratori, tutti appassionati lettori, molti scrittori, redattori, professori, critici, quindi si tratta di professionisti o comunque persone competenti) sia per quanto riguarda le rubriche. Ci sono redattori che hanno delle rubriche proprie (penso a #Grandangolo di Marco Valenti o a “Il comodino della Rambaldi” di Paola Rambaldi).

9. Hai incontrato difficoltà durante tutto questo tempo che ti hanno fatto pensare di smettere e in cosa hai trovato la spinta per continuare?
M.: Per me il grande problema è il tempo. Tutto ciò che mi sottrae tempo alla mia attività principale di scrittrice, a lungo andare diventa un ostacolo. Chiaramente escludiamo da questo discorso gli affetti, che sono al primo posto, e il mio primo lavoro, che è quello di docente alle superiori. La spinta, come sempre, è l’entusiasmo. Fino a quando questo sarà superiore alla fatica, Libroguerriero andrà avanti. Se un giorno dovessi stancarmi, so che ci saranno compagni volenterosi pronti a sostituirmi.

10. L’ultimo tuo romanzo, l’“Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre” ha registrato in libreria un andamento molto particolare. Ha avuto diverse ristampe in un momento in cui c’è stato crollo dell’editoria dell’80%, proprio durante il lockdown, ma ha continuato a vendere anche dopo. Come te lo spieghi, visto che era la prima volta che tu, da giallista, affrontavi il mito?
M.: Premesso che i meccanismi dell’editoria sono così complicati e imprevedibili che non li posso ingabbiare in una risposta, devo ammettere che anch’io ho cercato una spiegazione. L’ andamento dell’”Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre” ha stupito anche me, è stato per mesi in testa alle classifiche mitologiche (su IBS e Amazon lo è ancora), sembra un “long seller” perché resiste eppure è presto per dirlo, viene adottato in molte scuole, insomma: ci sta dando tante soddisfazioni.
Io credo che dietro ci siano molte spiegazioni: il tema evocativo, il lavoro di squadra con un editore – Solferino – che mi ha molto sostenuta (lo dico spesso e non mi stancherò di ripeterlo: un autore può impegnarsi quanto vuole, può sfinirsi tra interviste, festival e presentazioni, ma se l’editore non lo promuove, è come attraversare l’Italia a piedi: non c’è paragone con chi la attraversa in Ferrari – ovvero chi è spinto da un editore, magari grande e ruggente).
Prezioso è stato anche il passaparola tra i lettori, quell’alchimia che si crea tra gruppi, blogger, appassionati, librai, docenti, etc. Infine un merito particolare è della mia bravissima agente, Loredana Rotundo, grazie a lei il mio libro sta girando per il mondo e sarà tradotto in diversi paesi, tra cui, cosa strana, anche in Grecia. Come dire, dopo tanto viaggiare, Ulisse, accompagnato dalle sue donne, torna davvero a Itaca. Di questi risultati non posso che essere felice.
Grazie, per avermi rivolto anche questa domanda. Un saluto a te e a tutti i tuoi lettori!

Intervista a cura di Federica Politi