Benôit Philippon – La centenaria con la pistola

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Editore Ponte alle Grazie
Anno 2023
Genere Giallo
384 pagine – brossura e epub
Traduzione di Rossella Monaco, Letizia Fusini


Il secondo romanzo di Benôit Philippon, scrittore, sceneggiatore e regista, La centenaria con la pistola. Un’indagine di André Ventura, ha un titolo e una copertina molto accattivanti: una signora anziana, con vistosi bigodini e un sorriso ironico, alle spalle una carta da parati di quelle che si vedevano nelle case di qualche decennio fa, punta una pistola dritto in faccia a chi maneggia il libro. Ancora più intriganti, a mio parere, sono le copertine e il titolo dell’edizione originale, dove si legge Mamie Luger.
Centenaire, féministe et serial killeuse, e l’immagine è quella di una donna palesemente in là con gli anni, seduta su una poltrona con un fucile sulle gambe, dando immediatamente conoscenza delle caratteristiche essenziali della protagonista, per l’appunto centenaria fuori dall’ordinario (102 anni, per la precisione), femminista per tutta la vita, emancipata, nonché assassina seriale con qualche cadavere in cantina (non tutti umani, questo è da concedere), a cui si potrebbe aggiungere cinque volte vedova (non pare proprio inappropriato il soprannome che in tanti le hanno affibbiato, quello di Vedova Nera); la luger a cui si fa riferimento, e viene detto più volte nel testo, è la pistola semiautomatica in dotazione alle forze tedesche nelle guerre mondiali, finita per essere identificata come l’arma delle peggiori atrocità naziste.

E in effetti anche quella in uso nel romanzo, che la Signora Berthe Gavignol (nata nel luglio 1914 e da sempre residente in un piccolo villaggio dell’Avernia, zona rurale e montana della Francia centrale) utilizza con grande precisione, dopo averne fatto pratica con costanza, appartiene ad un giovane soldato delle SS che sta cercando di avere un rapporto con lei non molto consensuale (perché “in tempo di guerra, se hai un’arma, ti difendi con quella, punto. Non ti interessa sapere se viene da Taiwan o da una fabbrica francese. Lo sciovinismo, lo conservi per quando ti sei salvato la pelle.”).

E questo è il destino che la attende nel corso della sua vita, cioè ritrovarsi sempre in situazioni sgradevoli, costretta a rapporti di forza con gli uomini e con la società maschilista che da sempre prende posizione contro le donne, ed è a questo che lei da subito si ribella, non accetta di subire i ricatti e le umiliazioni che la sua apparente debolezza (fisica, economica, culturale, di genere) richiama, dandola per scontata e immutabile.

Il libro secondo me è divertente e molto gradevole, ed è interessante come il racconto della lunga e difficile vita di questa donna sia il pretesto per denunciare come la società sia sempre molto tradizionalista e paurosa delle novità, del diverso, e la libertà, di cui Berthe ha fatto la sua bandiera, sia più facile da pronunciare, da promettere o sognare, che non vivere pienamente e consciamente.

Certo, il linguaggio è molto colorito, i desideri sessuali sono descritti in maniera esplicita, e molte avventure appaiono quasi al limite del reale, però non si può non fare il tifo per Berthe, non si può non solidarizzare con lei ed esultare quando i “cattivi”, i colpevoli vengono puniti per le loro prevaricazioni e provocazioni, dando una parvenza magari non di giustizia ma di un senso di rispetto; un altro aspetto forse secondario, ma molto interessante, è notare come le persone che sono attorno alla centenaria al commissariato di polizia (dove la donna è in stato di fermo per aver sparato al suo vicino e ai poliziotti giunti sul posto per seguire il caso) reagiscono al suo racconto: l’ispettore André Ventura (da lei bonariamente chiamato Lino, come il famoso attore) passa dalla collera alla comprensione, dall’affetto all’incredulità, finendo per concederle quanto può, mentre uno dei suoi sottoposti se la ride sotto i baffi per la piega che prende l’interrogatorio mano a mano che procede, provando talvolta fastidio per la spiccata personalità dell’anziana, mentre l’altra poliziotta che la assiste ne prova compassione e comprensione: forse sono questi, tutti insieme, i sentimenti che anche i lettori provano dopo avere ascoltato, fino in fondo, le ragioni di Berthe per tutto quello che ha fatto.

Mauro Cremon


Lo scrittore:
Benoît Philippon (1976), cresciuto tra Costa d’Avorio, Antille, Canada e Francia, è scrittore, sceneggiatore e regista. La centenaria con la pistola, suo secondo romanzo, l’ha imposto come uno dei migliori autori di polar francesi.