Tullio Avoledo – Come si uccide un gentiluomo

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Editore Neri Pozza
Anno 2025
Genere Giallo
384 pagine – brossura e ebook


“Il fiume è qui da milioni di anni e noi viviamo così poco. Siamo praticamente delle pulci sulla pelle della Terra. Il fiume parla la lingua dell’eternità, ed è una voce che mi spaventa e mi rende felice, tutto insieme. Il fiume ha tutto il tempo del mondo. Ma siamo noi umani a non potercelo permettere. Il fiume deve restare vivo e libero per noi, per le nostre vite da niente”.

L’ultimo libro dell’autore friulano Tullio Avoledo, Come si uccide un gentiluomo. La prima indagine dell’avvocato Contrada (Neri Pozza) è un noir potente e arrabbiato, ironico e duro, divertente e dolce, che tratta tematiche ambientali ed ecologiche di strettissima attualità.
C’è qualcosa o qualcuno che sta cercando di piegare e modificare il territorio di una comunità montana unita e fiera, una speculazione che probabilmente coinvolge interessi enormi e difficili da decifrare, il tentativo subdolo e arrogante di modificare il corso del Tagliamento, l’ultimo grande fiume libero d’Europa, patrimonio inestimabile di ricchezza e bellezza, natura e storia, cultura e tradizione.

Come in tutti i suoi libri, vari pezzi compongono il puzzle finale, apparentemente formato da tessere troppo diverse tra loro nel tempo e nello spazio, nel significato e nell’importanza, ma tutte alla fine trovano il loro giusto posto per creare un insieme coerente e sorprendente per il lettore. Non mancano i colpi di scena inaspettati, la catalogazione dei personaggi in buoni o cattivi è sempre incerta e variabile. l’ambientazione si sposta continuamente da una Milano aggressiva e frenetica a una placida e incantevole villa storica a Stresa, sul Lago Maggiore, al Friuli, regione misteriosa e bellissima, poco conosciuta ma crocevia tra passato, presente e futuro.

L’avvocato Vittorio Contrada, per gli amici Controvento, è un personaggio complesso e di cui si ha voglia di conoscere altro, per cui si aspettano già nuove avventure che lo coinvolgano. È uno dei titolari dello studio Almariva, Fuentes e Contrada, con un passato lavorativo fatto di diritto societario in cui la regola era approfittarsi di ogni debolezza e rovinare chi non risultava utile, sulle orme del padre, uomo potentissimo e senza scrupoli, bella vita, lussi e affari milionari, ed un presente in cui si è convertito a seguire cause ambientali da cui ricava contributi più simbolici che reali, ma di cui va fiero perché legati a comportamenti etici e naturali, amante della musica, che suona con passione e struggimento… insomma, una persona con cui sarebbe interessante chiacchierare in un bel locale con luci soffuse e brani blues in sottofondo.

Altrettanto stuzzicante sarebbe conoscere la sua socia Gloria Almariva (mentre il terzo nome dello studio non esiste, ma fa figo presentarsi così), bella e professionale, complice e intuitiva, con cui forse è in competizione per guadagnarsi le simpatie di Alina, dolce e risoluta ragazza friulana, appassionata nella difesa del proprio territorio.
E che dire di Ciuffo, ribelle venuto da un passato che sembra ormai dimenticato e sorpassato, simpatico e strano nei suoi modi strampalati… Tanti personaggi che sarebbe piacevole conoscere e frequentare: il segno, secondo me, di un libro riuscito bene e che non si dimentica, la cui storia non si ferma alle pagine che si stanno leggendo, ma diventano fantasia e memorie, voglia di scoprire di più e non restare indifferenti.

C’è tanto da dire ma lo spazio è finito, e mi sembra quindi ineccepibile concludere citando la frase che è un po’ un mantra che serpeggia tra i capitoli (e che mi trova completamente d’accordo): “Alc al’è alc, nuje al’è nuje”.

Mauro Cremon


Lo scrittore:
Tullio Avoledo è nato a Valvasone (Pordenone) nel 1957. Ha esordito nel 2003 con il fortunatissimo L’elenco telefonico di Atlantide (Sironi e poi Einaudi) e ha pubblicato altri quindici romanzi per Sironi, Einaudi, Chiarelettere e Marsilio. Ha vinto il Premio Scerbanenco 2020 con Nero come la notte (Marsilio 2020) e ha partecipato al “Metro 2033 Universe”, una narrazione collettiva internazionale sul mondo post catastrofe nucleare immaginato dallo scrittore russo Dmitrij Gluchovskij. I suoi titoli sono stati tradotti in varie lingue.