Editore Gallucci / Collana Glifi
Anno 2025
Genere Giallo
320 pagine – brossura e ebook
C’era una volta una pm, Letizia, che viveva dedicando passione al suo lavoro, amore ai suoi figli Simona e Mattia, liceale e studente universitario e rivolgendo al marito Aldo veterinario una somma tra amore, passione e rispetto. Nella testa di Letizia tutto era quasi perfetto, eccezion fatta per una piccola ossessione sui pavimenti mattonati con fughe e per qualche grattacapo che le provocava suo figlio ma, in linea generale, la pm viveva in una costante comfort-zone. Comincerebbe così se fosse una favola, magari a lieto fine, ma la storia di Letizia non è una favola. È un susseguirsi di “crolli” della sua vita strutturata.
Tutto viene innescato dalla scomparsa del marito che non rientrando a casa la mette in allarme: che faccia tardi può accadere, ma che non torni no. Da questo momento in poi Letizia comincia ad assumere posizioni, atteggiamenti e comportamenti fuori dalla sua consuetudine. Ad esempio inizia un’indagine collaterale che non riguarda la scomparsa del marito, nel qual caso verrebbe messa da parte, ma interrogando per esempio il gestore del bar frequentato da Aldo, Ettore. E scopre che può intervenire su tutt’altro fronte che in qualche modo può ricollegarla alla sparizione del marito. Le analisi preliminari dei fatti, però, per quanto non risolutive del caso, mostrano a Letizia quanto la sua mania di controllo e di perfezione siano sempre state vissute dalla sua famiglia, e da suo figlio in particolare, come una grossa gabbia in cui nessuno è veramente se stesso.
Il viaggio nelle sue macerie emotive le fanno capire i tanti errori commessi come madre, l’assoluta incapacità di guardare oltre se stessa e soprattutto la scarsa empatia verso i suoi affetti. Se le indagini di facciata porteranno all’arresto di clan dediti allo spaccio, quella privata avrà una soluzione molto dolorosa che non ha nulla di consolatorio.
Alcuni particolari hanno attratto la mia attenzione: l’utilizzo di strumenti quotidiani rudimentali in uso fino a qualche decennio fa o un nome proprio che, per diffusione e fede, è identificativo di una città… Quando trovo questi piccoli accorgimenti capisco quanta sia stato accurato l’approccio dell’autore alla scrittura, ai suoi personaggi e alla storia. L’autore, come nei romanzi precedenti, ha dato molta importanza all’aspetto psicologico e al contesto di vita di ciascun personaggio, cercando di far emergere le circostanze che possono dare origine a comportamenti o manie o patologie criminali.
Luca Poldelmengo con “Indagine Apparente” ha a mio parere, scritto un libro molto proiettato sulla mente di una donna particolare e sulle difficoltà dei rapporti genitori/figli. Non dev’essere stato facile entrare in certe dinamiche, ma ho avuto l’impressione che lo abbia fatto con delicatezza, in punta di piedi, cercando di mettere in evidenza quanto possa essere difficile contravvenire alle proprie regole, alle proprie convinzioni quando vengono intaccati i propri cari al punto da sovvertire le proprie priorità.
Luciana Fredella
Lo scrittore:
Luca Poldelmengo (Roma, 1973) è scrittore, sceneggiatore per il cinema e producer a Rai Fiction. Il suo romanzo d’esordio Odia il prossimo tuo (2009), tradotto anche in Francia, ha vinto il Premio Crovi come migliore opera prima. Tra i suoi noir L’uomo nero (2012), finalista al Premio Scerbanenco, Nel posto sbagliato (2014), I pregiudizi di Dio (2016), Negli occhi di Timea (2018). Ha scritto i film Cemento armato (2007), Calibro 9 (2020) e Bastardi a mano armata (2021). Con il libro Valerio e la scomparsa del professor Boatigre ha esordito con Gallucci nella narrativa per ragazzi.