Editore Add editore
Anno 2023
Genere Distopico, Horror Sci-fi
400 pagine – brossura e ebook
Traduzione di Chiara Cigarini e Martina Renata Prosperi
Illustrazione di Lucrezia Viperina
In un qualche punto nel flusso del tempo, in un pianeta che ancora viene ricordato come la Terra, in una caverna sottomarina all’interno di una fluida fascia dove la vita complessa, corpo e coscienza, può ancora formarsi e sopravvivere, nasce Stellamarina.
Amato dalla madre, circondato da altri bambini e una tribù, debole e indifeso, Stellamarina cresce e, piano piano, impara a conoscere il mondo marino. È un bambino speciale, destinato a grandi cose, capace di ricordare. Diventare adulto in questo mondo è difficile e doloroso. L’ambiente oceano è complesso, insieme delicato e mortale, un ecosistema in cui morte e rinascita, predatori e prede e tutti i cicli biochimici vengono continuamente sconvolti. Correnti terribili mimano tempeste e tsunami nucleari avvenuti sulla terraferma, contaminazioni e inquinamento, fauna e flora uscita direttamente, forse proprio con questo intento, dai peggiori incubi.
Com’era avvenuto miliardi di anni prima, i lampi di luce chiara e fredda trafiggevano la superficie dell’acqua fino a una profondità di circa venti metri; l’oceano, però, non era più lo stesso: era diventato irragionevole e odiava la vita. Se in principio poteva essere paragonato a una ragazza che con amore aveva generato il primo soffio vitale di questo pianeta, in quel momento era più simile a una donna anziana e sterile che, entrata in menopausa, era intenzionata a divorare perfino i propri figli. Ciò che non capivo, tuttavia, era se questo ciclo di prosperità e declino fosse universale.
Il presente del romanzo è quello di Stellamarina che diventa adulto e poi comincia un viaggio attraverso l’oceano rosso, per valli, foreste di alghe, versioni di terre desolate e deserti sottomarini, castelli abbandonati e città fantasma. Un viaggio dell’eroe solitario e poi in compagnia di mentori, compagne, condottieri, profeti e nemici. È un viaggio ricco di incontri, scoperte, sogni e battaglie che pagina dopo pagina si compone in vere e proprie gesta mitiche nel tempo reale di Stellamarina, il Re dell’Oceano. La ricchezza della popolazione umana, degli ecosistemi è pari alla letalità dell’una come dell’altra. La popolazione indigena è diversificata per nicchia ecologica, con tradizioni e comportamenti dettagliati, tutti allo stesso modo schiacciati dal Fato dell’Oceano rosso che nei suoi strati contiene gli errori e i disastri dell’umanità passata, il colore del sangue e del ferro del presente.
Il mondo costruito da Han Song è colmo, di vita, vuoti e profondo nel tempo e nello spazio, tanto che a tratti le due dimensioni sembrano coincidere. I ricordamenti e il repertorio lessicale e concettuale degli abitanti senzienti di Oceano Rosso riescono insieme allo svolgimento e alla descrizione degli ambienti a calare lettrice e lettore in un mondo fluido come le memorie ormonali, gli istinti e i corpi dei suoi abitanti. L’epica di Stellamarina, del popolo che forma, delle migrazioni che conduce è potente, dettagliata, scene ricche di allegorie, rimandi ed evocazioni. È un’epica del presente in corso della storia degli umani nell’Oceano rosso, una che non ha tempo per essere tramandata o redatta e in cui la negazione è impossibile, forse contraria, alle leggi profonde del mondo. È infatti un’epica dell’orrore; come grande fiaba è la storia di tutti i bambini durante una glaciazione prima di Hansel e Gretel. Le peregrinazioni di Stellamarina sono una lunga, inarrestabile sequenza di atrocità.
Nella lotta per il controllo di sesso e cibo, eravamo segretamente convinti di essere tornati la specie dominante e di poter controllare l’oceano, e, incapaci di contenere la gioia, non prestammo molta attenzione ai suoi delicati sentimenti, sottovalutando la possibilità di una futura vendetta.
Lo svelamento della “fragilità del tutto” di Corman McCarthy è svolta mostrando come queste schegge di postumanità sopravvivono nell’Oceano rosso ovvero mangiando, allevando, assimilando, massacrando i propri simili. Il ciclo di riproduzione della specie è insieme una strategia evoluzionistica e forse un parodia orribile della specie umana dopo la rivoluzione agricola. Questo romanzo di Han Song è una mostra delle atrocità che è tanto disturbante quanto evocativa, funzionale, orribilmente maestosa. Nel catalogo dei Re del passato Stellamarina impara che la civiltà nasce come un sistema antientropico in cui l’autofagia e le sue orrende variazioni creano l’orrendo gradino che fonda il futuro. Oceano rosso, il nostro presente/il nostro passato è un postapocalittico in cui i personaggi postumani hanno perduto il lusso di dimenticare gli orrori di cui si compone la Storia e in cui l’ambiente non provvede a momenti di grazia.
Han Song costruisce un’architettura complessa e uno svolgimento che in molti modi supera il limite immaginifico e narratologico del genere postapocalittico fissato da La strada del già citato McCarthy. La botola sotto la cucina e l’ultimo falò sono in Oceano rosso apparentemente eterni e di dimensioni continentali. L’apocalisse di Han Song è una condizione continua, estinzioni autoindotte e i suoi orrori controintuitivamente sono, sembrano, necessari per sopravvivere. Il viaggio rosso di Stellamarina è quello oltre il velo, oltre la sopravvivenza, per la verità ultima. Oltre il velo c’è l’inconoscibile del senso profondo su questo pianeta di quella creatura impossibile che è l’animale umano.
La parte finale del romanzo, il nostro passato, interrompe il flusso di orrore. Cambia la prospettiva dell’osservatore nel mondo, il passato crea distanza tra personaggi, nomi e luoghi. Rimane il sospetto che sia solo un momento di pausa, una necessaria al reboot del ciclo dell’estinzione. Come uno strato geologico tra altri strati e ognuno di questi strati, nella narrazione, negli eventi, nell’immaginario turbato dei personaggi, è il prodotto di un catastrofe.
«In fin dei conti», sospirò l’esperto «essere vita ed essere macchina sono due cose ben diverse.»
«Affatto. La vita è macchina. Mio caro mago.»
I barbari postumani di Oceano Rosso sono i resti postapocalittici di una civiltà umana tecnologicamente avanzatissima. Non sappiamo quale catena di eventi ha spinto questa umanità collassata a cercare rifugio nell’oceano ma nei fondali, insieme a inimmaginabili e portentose manipolazioni genetiche, rimangono tutte le tare dei Sapiens sapiens. Oceano rosso è anche una storia esemplare della natura umana, della dissociazione tra morale e azione individuali e collettive orrende. L’immaginario dalla scrittura di Han Song grida contro le catastrofi storiche causate dall’uomo come la grande carestia durante il grande balzo in avanti, come in cerca del meccanismo profondo che le causa. Una ricerca nel sottotesto e nello svolgimento che ritroviamo in un altro grandissimo della fantascienza cinese come Cixin Liu. La carestia oceanica di Han Song, the Great ravine e l’Australia di Cixin Liu sono lo stesso svolgersi dell’immaginario sulla pagina. Non c’è traccia dell’ottimismo di specie di Cixin Liu in Oceano rosso. Gli abissi della coscienza umana sono insieme sondabili e senza scampo e non c’è tecnologia o paradigma che può salvare. L’infinito spazio interiore in Oceano rosso è un regno indistinto di caos cosmico e la tecnologia lo ha soltanto liberato.
Oceano rosso, il nostro presente/il nostro passato è un capolavoro ed è un romanzo disturbante e perturbante. Solo il sociopatico dei meme può leggere questo libro senza una reazione emotiva profonda, ancestrale. L’horror è al servizio di una capacissima macchina mitopoietica ma rimane estremo. E non poteva essere altrimenti. Oceano rosso è un romanzo della vendetta di Gaia, di tribù nell’inferno dell’Antropocene, dotati di mitologie sintetiche, su un pianeta che l’umanità ha devastato infinite volte.
Antonio Vena
Lo scrittore:
Han Song 韩松 (1965) è uno dei principali scrittori di fantascienza in Cina e giornalista di lungo corso presso l’agenzia di stampa statale Xinhua. Ha vinto numerosi premi tra cui, per sei volte, il prestigioso Galaxy Award, il Nebula Award per la fantascienza cinese e il Tokyo Literary Award. Oceano rosso è il suo primo romanzo tradotto in italiano.