Jussi Adler-Olsen – La donna in gabbia

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La donna in gabbia

Il libro:
Editore Marsilio – Collana Farfalle
Anno 2011
464 pagine – brossura con alette
Traduzione Maria Valeria D’Avino

Trama e recensione:

“Sentì che la testa si schiariva un po’ e allora arrivò la paura, si diffuse subdola come un’infezione. La pelle si riscaldò, il cuore cominciò a battere più forte e più velocemente. Il suo sguardo spento vagò in tutto quel nero. Si sentivano e leggevano tante di quelle cose orribili. Come donne che scomparivano.” 

Finalmente un buon thriller dai paesi nordici! Sicuramente un fiore all’occhiello nella miriade di romanzi di ogni tipo che si susseguono dopo il primo che ha dato il via al settore nordeuropeo, “Uomini che odiano le donne”. 
Una sorpresa fin dal principio, che ha per protagonista, Merete Lynggaard, esponente politico di spicco, futura leader dei democratici. Donna molto bella e invidiata, sarebbe stata lei a rappresentare la coalizione dell’opposizione alle future elezioni del Paese. Senza alcuna macchia, perfino noiosa per fotografi e giornalisti in cerca di gossip su eventuali flirts. Ipotizzano addirittura una tresca con la segretaria, visto che snobba tutti gli uomini che la corteggiano. In realtà, la sua riservatezza è dovuta all’amore incondizionato per il suo lavoro e per suo fratello Uffe, rimasto menomato durante un incidente stradale in cui sono morti entrambi i genitori. 
Merete scompare improvvisamente, durante un’escursione con suo fratello a bordo di un traghetto.
Viene ritrovato Uffe, in stato confusionale e qualcuno afferma di averlo visto in atteggiamenti aggressivi nei confronti della sorella. 
Che fine ha fatto? E’ caduta accidentalmente dal traghetto? E’ stata scaraventata in acqua dallo stesso fratello? Sono passati 5 anni dall’evento, ma il corpo non è mai stato trovato. 
Dell’indagine se ne occupa Carl Mørck: una volta esperto investigatore anticrimine, svogliato, testardo, burbero, polemico. Viveva e respirava del suo lavoro, finché durante una sparatoria, un suo collega – Anker – muore e l’altro – Hardy – rimane paralizzato dalla vita in giù. Probabilmente ancora scosso dagli eventi, non riesce a riprendersi dall’accaduto, si sente in colpa per non essere intervenuto nel modo giusto. I colleghi sospettano che abbia fatto finta di essere morto e il suo collega dall’ospedale chiede solo di essere agevolato a lasciare il mondo dei vivi. 
Il suo capo decide di istituire la Sezione Q, nuovo reparto speciale per i casi irrisolti. E il caso della donna scomparsa è il primo. L’ufficio di  Mørck  è in uno scantinato e in tanti si dimenticano di lui in brevissimo tempo, ma lui non è dello stesso avviso e chiede immediatamente un assistente per aiutarlo a tenere pulito il posto e per preparare un caffè come si deve. 
Ed è così che conosce Assad El-Hafez. In realtà, il suo ruolo assume contorni sfocati, che spaziano dal passare lo straccio per terra, a interrogare testimoni, anche se non ne ha la competenza e non possiede autorizzazioni. Neanche per la detenzione di un pugnale che compare improvvisamente fra suoi vestiti. Ma la sua presenza risulterà essere di indubbia importanza. Siriano, rifugiato politico, ma del suo passato non vuole parlare. Sembra aver subito torture. Ammorba l’ufficio di spezie e profumi di cibi esotici, accompagnato dal suo tappeto di preghiere. Simpatico e intelligente, assume dei connotati comici che rendono il thriller più scorrevole. 
Ma non perché il romanzo non lo sia, ma semplicemente perché la storia di una donna, che si ritrova rinchiusa per 5 lunghi anni in un luogo claustrofobico, con la promessa di essere liberata dai suoi carcerieri solo se avesse indovinato il motivo della sua prigionia, è un tema molto forte e carico di tensione.
Terribile pensare di poter essere manipolati da altri come una bambola di pezza. Ridotta allo sfinimento fisico e psicologico, l’unico pensiero era rivolto a suo fratello. Un legame indissolubile che anche la morte non avrebbe scalfito. 
Lo scrittore non perde tempo a creare un detective come se ne leggono tanti, alle prese con la propria vita privata – di cui si fa giusto qualche minimo accenno – ma converge tutta l’attenzione sui casi, che sono gli unici protagonisti e che rendono la trama ricca di suspense, fino all’ultima pagina. Un epilogo incredibile, da fiato sospeso. E la promessa che…non finisce qui!

Qui la scheda del libro: La donna in gabbia