Giambi Leone – Il morso del cane

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Editore I Buoni Cugini / Collana Albatro randagio
Anno 2020
Genere Giallo
226 pagine – brossura
Curatore Ivo Tiberio Ginevra


“Da quassù governerai gli eventi.
Il giorno verrà. Il guerriero dormiente che c’è in te si riavrà dal torpore del tempo e farà ciò che deve”.
Parole che sembrano quasi una profezia, e che poi si riveleranno più volte di importanza fondamentale per la storia.
Ma dov’è quassù?
Ma chi è il guerriero dormiente?
E’ una storia complessa, quella che parte dal morso di un cane (da qui il titolo), ma si dipana con tali e tanti sviluppi, che alla fine non si può più definire il genere del romanzo: giallo? Non solo.
Avventura? Non solo. Romantico? Non solo. Psicologico? Non solo.
Ciascun lettore deciderà quale possa essere la definizione più adatta a questa storia a suo modo travolgente.
L’aggettivo non è usato a caso: dall’inizio, quasi normale, si è poi travolti da una serie di eventi, alcuni normali, altri un po’ fantasiosi, e si …corre verso il finale.
La vicenda.
Il protagonista, mentre percorre in macchina una strada solitaria, assiste a un episodio tremendo: un uomo poco distante da lui scende dall’auto con un cane, un dobermann. Poi, senza alcun preavviso, lo prende a colpi di badile per ucciderlo e se ne va, credendolo morto.
La povera bestia, straziata e sanguinante, è viva, però, e l’uomo si appresta a soccorrerla.
Mentre cerca di tamponare il sangue viene morso e contemporaneamente una giovane donna si ferma, convinta che sia lui ad aver ridotto il cane in quelle condizioni.
Dopo le dovute spiegazioni, l’uomo corre da una guardia medica che gli cura le ferite e gli insegna come curare il cane. Comincia qui una serie di momenti angosciosi, in cui Antonio – così si chiama – tenta di guarire sé stesso e l’animale, nascosto nella casa di campagna, con l’aiuto della donna incontrata quel giorno. Ha una situazione famigliare difficile, problemi col lavoro, economici… È un uomo disperato, certo che la sua cultura e tutto ciò in cui ha sempre creduto non abbiano più alcun valore. E soprattutto non gli servano per tirare avanti.
A tirarlo un po’ su scoppia l’amore, un vero colpo di fulmine con la ragazza, Zoe, che si rivela anche essere una veterinaria, protettrice degli animali randagi e indifesi.
Fin qui, storia normale. Poi comincia l’avventura con la A maiuscola.
Perché il nostro Antonio, obbedendo a una vecchia profezia, aveva nel tempo, con pazienza certosina, rielaborato una vecchia capanna costruita sulla grande quercia in campagna. Quelle casette che si costruiscono quasi per gioco, e che nei tempi hanno sempre affascinato bambini e ragazzi. Giorno dopo giorno l’aveva trasformata quasi in una fortezza, con tecnologie varie e strategie di fuga; droni per avvistare il nemico; armi nascoste. Motociclette pronte per la fuga. Viveri e abiti di scorta, e chi più ne ha più ne metta. (una faccenda… alla 007!)

Pensate che non sarebbero mai serviti?
Invece no, perché un giorno la loro automobile esplode in un attentato di oscura origine, e da qui i due comprendono come sia arrivato il momento di sfuggire ulteriori pericoli (visto che stavolta hanno salvato la pelle) grazie a tutti quei pazienti preparativi fatti nel tempo!
E comincia la fuga, molto avventurosa, riservando ai lettori tante sorprese, un personaggio nuovo importantissimo…scoperte a non finire.
La seconda metà del romanzo è piuttosto rocambolesca e, come avevo anticipato, fantasiosa; ciò non toglie che alcuni accadimenti siano poi giustificati razionalmente.
Certo è che nel complesso la storia si rivela accattivante e piacevole.
L’autore fa largo uso di ironia, come di citazioni “dotte” che, unite a un ottimo stile di scrittura, danno valore al romanzo.
Buona l’introspezione psicologica del protagonista Antonio, quando riflette sulla sua vita, sugli errori e soprattutto sui rapporti con l’amato figlio, che non sa se e quando rivedrà.
“Fui assalito da un desiderio profondo di vederlo, lui, Lorenzo, mio figlio.
Una voglia ultima di parlarci, di spiegargli cosa, perché, come mai.
Dirgli delle mie ragioni, di quei miei pensieri e dei miei stati mentali, delle mie interpretazioni.
Parlargli del come fossi, del mio divenire, nel tempo, con gli anni, con le esperienze, le mie.
Gli avrei parlato come si fa con un adulto…”.
Trama tutta da scoprire, quella che ci regala l’autore Giambi Leone, alla sua opera prima.

Rosy Volta


Lo scrittore:
Giambattista Leone nasce ad Alcamo il 19 Aprile del 1969 e vive a Palermo. È Laureato in Scienze Politiche con una tesi dal titolo “Il Perù tra Cronaca e Storia – Guerriglia e Terrorismo”. Consegue un master in Gestione e Selezione del Personale, frequenta un corso di Esperto in Gestione Innovativa dei Beni Culturali e Ambientali e uno di Animatore Territoriale per la Legalità. Lavora come Sociologo Coordinatore di équipe multidisciplinari. In seguito insegna Sociologia dell’Educazione nei corsi per insegnanti di sostegno. Dopo varie esperienze sempre come docente, è assunto come Formatore Professionale, iscritto all’Albo dei Formatori della Regione Sicilia. Progetta e partecipa come Sociologo a vari progetti europei Leonardo da Vinci riguardanti soprattutto strumenti e tecniche innovative d’insegnamento ai fini dell’integrazione. Riconosciuto dai più come “uno che fa Filosofia”, è innamorato della disciplina. Perseguitato dalla musica è un armonicista diatonico e collabora con il sito doctorharp.it e con il canale YouTube Harmonica Logos. Quello di Romanziere non è solo l’ultimo dei suoi impegni, ma una sconfinata passione. Il Morso del cane è il suo primo romanzo.