Nicholas Blake – La belva deve morire

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Editore Giunti / Collana M
Anno 2021
Precedenti pubblicazioni:
Il Giallo Mondadori n. 1462, 1977
I Classici del Giallo n. 582, 1989
Polillo Editore (2003)
Genere Gialli Noir e Avventura
320 pagine – rilegato e epub
Traduzione di Giuseppina Caricchio


È difficile leggere un libro scritto nel 1938 e sentirlo così attuale da dimenticare che sia quasi centenario. Un secolo per comprendere che l’uomo non sia cambiato così tanto, che le sue bramosie, i suoi bisogni e le azioni siano rimaste sempre le stesse. Cambiano i mezzi, forse le modalità, ma tutto rimane immutato quando si tratta di sentimenti.
Tutto è racchiuso nell’incipit, la prima frase che apre il libro: “Ho deciso di uccidere un uomo. Non so chi sia né dove viva, non ho idea di che aspetto abbia. Ma lo troverò e lo ucciderò”. Anche se sembra uno spoiler in realtà non è altro che mettere in parole un desiderio di vendetta, nascosto, celato sotto il velo del vivere civile. Una forte spinta verso una giustizia che non ha fatto il suo corso, una brama animale che cresce e senza rendersene conto prende il controllo dell’intelletto.

Frank Cairnes (aka Felix Lane, famoso scrittore) è un vedovo che ha dovuto sopportare anche la straziante sofferenza della morte di un figlio, investito da un pirata della strada. L’assassino non si è neanche fermato per dare soccorso e la polizia brancola nel buio, così Frank decide di farsi giustizia da solo, non solo cercando la belva ma lasciando che questa venga uccisa da quella che gli sta crescendo dentro: il desiderio di vendetta. La trama sembra essere già stabilita nelle prime righe del romanzo, e in parte, gran parte, lo è. Si va dalla spasmodica ricerca di indizi, dalle brusche accelerate e dalle rovinose frenate in un’indagine che sembra impossibile ma che alla fine porta i suoi risultati, inaspettati, come ci si aspetta da un ottimo giallo, a un finale atteso ma inaspettato.

L’autore utilizza l’espediente del “libro nel libro”, dello scrittore che redige un diario sotto forma di romanzo giallo. Da una parte abbiamo il Frank Padre in cerca di giustizia, dall’altra Felix lo scrittore che appaga il suo bisogno di mettere nero su bianco gli sviluppi dell’indagine creando il paradosso di ammissione di colpevolezza nel caso di “cattura”. Le due trame si fondono, in seguito, cambiando la prospettiva; passando dalla prima persona del diario a quella del narratore onnisciente che utilizza il diario come una prova per indagare le vicende successive alla scoperta di quest’ultimo.

Un romanzo in cui si fondono molti elementi del giallo tradizionale (il delitto, l’indagine, la risoluzione del caso, le belle donne, l’alone di mistero e di pericolo che fanno venire la pelle d’oca), ma anche della tragedia moderna di ispirazione Shakespeariana nella spasmodica ricerca della vendetta a un torto subito, in quel nobile atto di lavare l’onta nel sangue. L’intera narrazione è coinvolgente e sotto molti aspetti “aulica”, ogni capitolo è preludio a quello successivo susseguendosi in un’onda di suspense fino all’ultima pagina dove il colpevole viene inchiodato senza possibilità di scampo.
Una trama brillante, crudele che sottolinea un contributo originale alla narrativa poliziesca. L’utilizzo di una prosa colta, di una gestione sottile dell’intreccio contraddistinguono l’abilità di Nicholas Blake (alias C. Day Lewis, con un netto e chiaro parallelismo con quanto narrato nel libro) come uno scrittore di grande prestigio nel panorama internazionale del romanzo giallo.

La lettura è fluida, piacevole, estremamente coinvolgente. Bastano pochissime pagine a catapultarti all’interno del libro, a farti viaggiare indietro nel tempo di un secolo senza farti alzare dalla sedia, attraverso una sottile barriera senza soluzione di continuità. Un libro originale (se consideriamo la sua prima edizione del 1938), magistrale nell’esecuzione, avvincente e con quel colpo di coda nel finale che capovolge completamente il mondo fino a quel momento percepito.

Matteo Bordoni


Lo scrittore:
Nicholas Blake è lo pseudonimo del poeta laureato Cecil Day-Lewis, nato in Irlanda nel 1904 e padre dell’attore Daniel Day-Lewis. All’inizio della sua carriera affiancò il lavoro di insegnante alla scrittura poetica. Pubblicò il primo romanzo della serie di Nigel Strangeways nel 1935, a cui seguirono altri 19 romanzi, numerose sillogi poetiche e traduzioni. Alla fine della Seconda guerra mondiale, dirette la casa editrice Chatto & Windus. Morì nel 1972 a casa dell’amico Kingsley Amis.