Vauhini Vara – L’immortale King Rao

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Editore Guanda / Collana Narratori della Fenice
Anno 2024
Genere distopico
416 pagine – brossura e ebook
Traduzione di Tiziana Lo Porto


In un qualche punto della nostra linea del tempo Steve Jobs e Bill Gates non sono nati, o hanno deciso di fare gli scrittori e gli avvocati, e la storia recente del mondo cambia appena. In una remota regione dell’India, in una piantagione di cocco e in una grande famiglia, nasce King Rao, l’uomo che cambierà il mondo. Questa è la storia de L’immortale King Rao (Guanda), di come un bambino dotato e fortunato diventerà una figura essenziale per la costruzione di un futuro che è terribilmente simile al nostro. Cresciuto dal saggio patriarca della famiglia Rao e dalla zia, nato in seguito a una vicenda orribile, King diventa lo sviluppatore di software più influente e potente al mondo, il fondatore della Coconut, qualcuno che acquisirà la capacità e la volontà di in qualche modo riscrivere il sistema operativo del mondo e dell’Umanità, un nuovo orribile modo per tentare di ricreare quell’incubo della storia che è il “mondo nuovo”, il paradiso in Terra, la fine della Storia e via scorrendo.

Il romanzo d’esordio di Vauhini Vara segue la lenta e inconsapevole epica del protagonista, le persone importanti della sua vita come Maggie, gli insegnamenti rilevanti, in quello che in parte è un Bildungroman, nell’altra è il resoconto di Athena, figlia di Rao, che come tutti i figli si ritrova ad affrontare le conseguenze delle azioni dei padri sul pianeta e l’intera trama della società umana.

Non ti metteresti mai a piangere davanti agli altri. Le persone raramente riescono a turbarti. Spesso passi il tempo esplorando idee irrealizzabili ma intriganti. Sei ancora infastidita dagli errori che hai commesso molto tempo fa.

La lettrice e il lettore apprendono le vicende della famiglia Rao e la nascita di questa dinastia di dalit, gli intoccabili nel sistema delle caste indù, che navigano la crescita economica dell’India e le crisi e gli scontri di questa famiglia allargata e complicata fino all’arrivo in America di King dove questo protagonista inconsapevole darà vita a una versione ancora più monopolistica e centralizzata della rivoluzione informatica. Lentamente ma in modo inesorabile il romanzo diventa un distopico particolare che richiede una certa dose di cessazione dell’incredulità ma i cui elementi fondamentali disturbanti sono tutti reali, coerenti, presenti nella realtà storica contemporanea.
Nel presente raccontato da Vauhini Vara la funzione pubblica degli stati viene denegata e trasferita ai grandi colossi privati come la Coconut e democrazie e autocrazie cessano di esistere e lasciano il posto a un sistema globale in cui gli esseri umani smettono di essere cittadini o sudditi e diventano azionisti. I ribelli al Sistema, come Athena, si trovano prima ad affrontare l’incapacità di azione politica di questa versione fiction del there is no alternative e poi vengono ridotti alla marginalità e all’isolamento.

La distopia ha quel problema/dono di sembrare a volte, anche in mani esperte e consapevoli, come una forma di semplificazione della realtà. Qui lo scenario è semplice, i parametri della società globale descritta sono quelli di un miglioramento generale delle condizioni umane, e in questa semplicità così terribilmente simile alla nostra non fiction che emerge appena il mostro, il pericolo di una gabbia della complessità che sembra impossibile da rompere.

Non c’era modo di ricongelare l’Artico. Bisognava accettare che a un certo punto, forse tra un paio di generazioni, il mondo sarebbe stato troppo caldo per ospitare gli umani, e gran parte delle altre forme di vita. La terra Serra era inevitabile.

Il romanzo, ambizioso, non riesce però davvero a mostrare, a mettere in scena, i punti di svolta nella vita dei personaggi come della grande storia che si prepara e poi si svolge intorno a loro. Divaga senza riuscire a centrare e descrivere le tracce segrete dei talenti, dei traumi, del genio e dell’origine dei mali a venire. L’immortale King Rao ha soltanto ricchezza e successo e risultati del disastro da mostrare ma come personaggio è uno spettro come quando non semplicemente un guscio. Il sottotesto pregiato non viene accompagnato da una trama davvero complessa, ricca, quindi intrigante ma deve essere un peccato da esordio.

Questo “L’immortale King Rao” è un romanzo di storia alternativa, ben scritto, indeciso su cosa essere ma che riesce nel compito un po’ guascone della distopia satirica. Con un sottile sarcasmo che diventa scorrendo le pagine sempre più amaro, mostra il suo obiettivo: noi, sullo sfondo, diventati azionisti senza saperlo, oggetti a cui il Sistema assegna un punteggio. Di miliardari tech come King Rao questo pianeta si sta affollando, troppo per contenere noi e loro. Ma questa è un’altra storia.

Antonio Vena


Lo scrittore:
Vauhini Vara è una giornalista e autrice americana-canadese di origini indiane. Dopo essersi laureata alla Stanford University nel 2004, ha lavorato come reporter per la sezione tecnologia del Wall Street Journal. Collabora con diverse testate, tra cui The Atlantic, The New Yorker, The New York Times Magazine, Harper’s Magazine e Wired. L’immortale King Rao, suo romanzo d’esordio, è stato finalista al Premio Pulitzer per la narrativa nel 2023.