A. J. Kazinski – L’ultimo uomo buono

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Il libro:
Editore Longanesi – Collana La Gaja Scienza
Anno 2011
528 pagine – rilegato
Traduzione Bruno Berni

La trama:

Cina, India, Russia, Stati Uniti. In ognuno di questi paesi, vengono commessi degli omicidi. E fin qui, niente di nuovo..Il problema è che hanno una caratteristica in comune: le vittime erano persone considerate “buone”, come ad esempio gli operatori umanitari, o i volontari medici delle popolazioni del Terzo Mondo ecc.
Tra l’altro, ognuno di questi possedeva un segno particolare sulla schiena, all’apparenza un tatuaggio, o qualcosa di simile ad una escoriazione.
Tommaso di Barbara, poliziotto italiano, trasmette la segnalazione tramite l’Interpol e il compito di mettere in guardia le possibili future vittime di tale stillicidio, viene assegnato a Niels Bentzon, agente dai metodi poco ortodossi ma efficaci, la cui attività è la negoziazione nei casi di rapimento di ostaggi, ed evitare ogni spargimento di sangue, anche a costo della propria vita. Il suo peggior difetto, non essere mai riuscito a spostarsi da Copenhagen, città in cui vive e per tale motivo, la sua carriera è sempre rimasta ad un punto fermo.
Ma appena Bentzon prende coscienza di chi deve allertare, capisce che è come cercare un ago in un pagliaio, in realtà, perchè la cosa più difficile è stabilire se e quanto una persona è buona. In base a quali parametri giudichiamo? Una ricerca spasmodica sul filo del rasoio, che approderà a una verità altrettanto tagliente e davvero inquietante.
Il libro parla inizialmente del Talmud, una raccolta di scritti religiosi dove si raccontava ciò che Dio rivelò a Mosè. In questi testi, si confermava l’esistenza nel mondo di trentasei uomini “giusti” che avrebbero protetto l’intera umanità. 
Trentasei uomini buoni. Sul numero esatto, si racconta che le lettere dell’alfabeto ebraico hanno un valore numerico e la somma delle lettere che formano la parola “vita” è 18, considerato numero sacro. Sul raddoppio del numero, non c’è una risposta certa.
Questi uomini erano stati scelti da Dio, con la certezza che avrebbero sacrificato la loro vita, come atto di fede estrema. 
Questo, in contrapposizione con quello che succede oggi: uomini che incaricano altri uomini, che hanno il potere di decidere del nostro futuro e di quello della Terra, ma sono altrettanto “buoni e giusti”?
Viviamo ormai un momento di disagio e di inadeguatezza verso un mondo che sta lentamente volgendo all’oblio, sopraffatti dalla superficialità e dall’ottusità. Siamo guidati da uomini che curano gli interessi personali a discapito della natura e del bene comune.
Più che un thriller, il romanzo potrebbe tranquillamente essere classificato come un saggio, un campanello d’allarme per non farci sopraffare dalla malvagità e ricercare una ragione della nostra esistenza.
Più di 500 pagine di romanzo, che riesce a mantenere viva l’attenzione, con passaggi dove la suspence raggiunge livelli adrenalinici, per proseguire con attimi di riflessione dove si rischia di porsi domande inquietanti..siamo sicuri di essere buoni? E se lo chiedessero a chi ci conosce? Come risponderebbero?
Esordio assolutamente positivo per questi scrittori.

Lo scrittore:
A.J. Kazinski è in realtà uno pseudonimo, dietro cui si celano due scrittori, Anders Rønnow Klarlund e Jacob Weinreich.
Klarlund ha esordito nel 2009 con il romanzo “De hengivne” ed è sceneggiatore di numerose serie televisive danesi.
Jacob Weinreich si è diplomato alla Danish School of Film ed è autore di romanzi per ragazzi.

Qui la scheda del libro: L’ultimo uomo buono