Arnaldur Indridason – Cielo Nero

3620
Editore Guanda
Anno 2012
pagine – brossura con alette
Traduzione Silvia Cosimini[divider]

cielonerograndeQuesta volta il commissario Erlendur, dalla vita complicata e con una famiglia tormentata e divisa, si fa da parte e intraprende un viaggio nel suo paese natale, senza lasciare molte informazioni ai suoi colleghi. E in un’isola come l’Islanda sembra che il Male non si prenda pause.. Lina, segretaria di un importante studio di consulenza fiscale, viene aggredita in casa e uccisa a bastonate. La donna aveva una doppia vita, per arrotondare lo stipendio e pagare le bollette, come ricattatrice dilettante. E probabilmente aveva schiacciato i piedi a qualcuno.
Oltretutto, Andrés, un uomo che si è ridotto a vivere ai margini della società, alcolizzato e senza progetti per il futuro, cerca di attirare l’attenzione della polizia sull’uomo che lo ha ridotto in quel modo, tormentandolo fin da bambino, distruggendogli la vita.
In uno scenario di un Paese in corsa verso una speculazione finanziaria che ha inebriato gli islandesi, fino a renderli schiavi di un tenore di vita che non possono permettersi, Sigurður Óli, collega fidato del commissario Erlendur, si troverà a capo di entrambe le indagini e si fronteggerà su due campi opposti: quello della ricchezza e dello sfarzo – comandato dalle banche e dai finanzieri – e quello legato al disagio sociale, al fallimento umano.
Il quarto romanzo che leggo di Arnaldur Indridason e il suo stile continua a piacermi anche se, devo dire, sono stanca di trovare l’ennesimo paragone con Stieg Larsson. Ogni autore nordico ha un suo stile, un suo “modus operandi” completamente diversi uno dall’altro. Trovo che Indridason abbia una scrittura pacata, lineare. Un’intimizzazione psicologica dei personaggi, un’introspezione sulla vita nei paesi del nord, osannati per tanti anni, che nascondono invece un disagio sociale evidente.
In questo caso, l’ennesimo bambino violato. Dico l’ennesimo, poiché chi ha seguito il mio blog e le recensioni su altri romanzi nordici, il tema sulle violenze è alquanto utilizzato.
Ma sono rimasta stupita, questa volta, del fatto che l’autore si è concentrato maggiormente sull’indagine relativa all’illecito arricchimento di banche e di finanzieri, mentre gli islandesi cercano di vivere al di sopra delle loro possibilità, indebitandosi fino al collo.
Un tema nuovo, sottolineato da un velo di malinconia, probabilmente di vedere un paese, all’apparenza innocente e lontano dalla globalizzazione, dagli sprechi, dagli scandali politici, che invece svela il suo lato nascosto. Un Paese che ti colpisce per i paesaggi naturali, non ancora fagocitati dalla cementificazione selvaggia, che si lascia corteggiare dal subdolo dio denaro e, quando si sveglierà dal sogno – cosa che sta già avvenendo – si renderà conto di aver rinunciato a ciò che da sempre contraddistingue questa terra: la purezza.
Sotto un cielo nero, come solo l’Islanda può avere, Sigurður Óli ce la metterà tutta per sostituire il commissario Erlendur. E l’ho apprezzato. Ma un po’ si sentiva la sua mancanza..
In attesa di poter includere sul mio blog anche l’intervista che gli ho fatto (sono in attesa delle sue risposte..), non posso che confermare la bravura di questo scrittore.
E, come affermo sempre, non aspettatevi grandi colpi di scena, ma è proprio questo che contraddistingue quasi tutti gli scrittori nordici. Siete d’accordo?
Le mie recensioni: La signora in verdeSotto la cittàLa voce.

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Lo scrittore:

Nato nel 1961 a Reykjavìk, noto per i suoi personaggi polizieschi che hanno come protagonista l’agente Erlendur Sveinsson.
Ha lavorato come giornalista e critico cinematografico. Laureato in storia, si è dedicato alla carriera di scrittore nel 1997. La traduttrice dei suoi libri in Italia è Silvia Cosimini.