Il mare colore del vino

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Questa settimana Omar Gatti di Noir Italiano ci parla del noir mediterraneo:

 

Questa è la storia di una sensazione. La storia di un’idea. Ma le idee non si possono spiegare, si possono solo raccontare utilizzando le parole degli autori che le hanno avute. Autori accomunati dall’esigenza di mostrare il volto nero del Mediterraneo, il suo lato oscuro, le strade di città come Marsiglia, Atene, Genova, Napoli, Barcellona. Strade percorse da criminali e persone perbene. A volte la differenza non è nemmeno così netta. Perché dove la luce è più forte, le ombre si fanno più scure. Questa è la storia del noir mediterraneo.

 

Cos’è stato il noir mediterraneo? E’ stata una percezione, un sentimento, una voglia di raccontare che hanno avuto autori nati a bordi di questo mare. Non è stato un movimento, gli autori non si sono mai uniti, hanno solo sentito il bisogno di poter far luce sui misteri, le ombre e i crimini. Il mediterraneo ha molti aspetti oscuri. E’ la più grande lavatrice di soldi sporchi al mondo, per sempio. Poi ci sono i Pigs, i paesi della crisi economica europea. Quattro su cinque, a ben pensare, affacciano su questo mare. Gli autori hanno voluto raccontare queste verità, utilizzando lo strumento del noir. Scrivere storie inventate per denunciare fatti reali, veri, verificabili. Il romanzo che diventa riflessione e denuncia. E porta la luce nella notte mediterranea.

 

I primi eco di Nm

Si sa, le idee non hanno una data di nascita ben precisa. Non c’è stato nessun autore che, alzandosi una mattina, abbia detto “ok, diamo vita a un nuovo genere”. Le idee nascono, crescono, si modificano. C’è chi le anticipa e chi invece ne raccoglie il testimone. Il noir mediterraneo nasce lontano dal mare. Nasce a Parigi, da due scrittori francesi. Il primo è Andrè Helena. Che già da solo potrebbe essere un personaggio da romanzo. Di mestiere fa l’editore e viene incarcerato perché ha pubblicato dei romanzi sui quali non aveva i diritti. Quando esce scrive “gli sbirri hanno sempre ragione”, storia di un delinquentello che viene incarcerato solo perché è plausibile che sia stato lui, anche se non ci sono prove. Helena scrive noir, anche se non lo sa, perché ancora non esiste il genere né la parola. Denuncia lo strapotere della polizia, gli interrogatori violenti, le umiliazioni. Il romanzo diventa denuncia sociale.

 

C’è un politico africano in esilio a Parigi, che sta passeggiando per gli Champs Elisee. Due flics, due sbirri, lo fermano con la scusa di un controllo e lo invitano a salire in auto per andare in questura. Ma il politico non arriverà mai in Questura. Verrà ucciso a picconate in uno scantinato, a opera del rivale politico. Questo scrive Jean Patrick Manchette, l’erede di Helena, ma non è invenzione. E’ successo davvero, si chiamava Ben Barka ed era il leader della resistenza marocchina a Parigi. Il poliziesco diventa romanzo politico, per far riflettere, far schierare. E’ già noir ma manca ancora qualcosa.

 

Manca il mar mediterraneo.

 

L’esperienza di Sciascia e Fusco

Gli autori che raccolgono l’esperienza dei parigini, sono due italiani. Sciascia è nato ad Agrigento e racconta una Sicilia che nessuno aveva mai svelato. Quella della connivenze tra stato e mafia. E lo fa in un’Italia in cui si diceva che “la mafia non esiste”. Ma Sciascia ha il coraggio e la volontà di smentire e lo fa scrivendo un romanzo: il giorno della civetta.

 

Colasberna, un manovale, viene trovato morto in un cantiere, Un capitano dei carabinieri s’incaponisce e inizia a indagare, nonostante nessuno abbia sentito niente, abbia visto niente. E arriva fino a Don Mariano, il boss locale. Colui che divide l’umanità in uomini, mezziuomini, omenicchi, piglianculo e quarraquà.

 

L’altro autore è Giancarlo Fusco. E’ un viveur, Fusco, ama il gioco, l’alcol, le belle donne e le avventure. Scrive “Duri a Marsiglia”. Storia di un ragazzo in fuga dal fascismo che si rifugia a Marsiglia e qui diventa scagnozzo dei calabresi, in lotta con i còrsi e con i catalani. Entra nelle grazie del boss e diventa uomo d’onore della cosca, anzi, per dirla alla marsigliese, del mileu. Ecco, prima non c’era, ora c’è, prepotente: il mare e le sue città. E’ nato il noir mediterraneo.

 

La lezione di Montalbàn

Se da Plaza de Catalunya, a Barcellona, percorrete l’intera Rambla de Catalunya, fino alla statua di Cristoforo Colombo, è possibile che incontriate Pepe Carvalho, l’annusapatte. Magari intento a mangiare pan y tomate o alioli, con una buona cerveza. E’ il suo passatempo preferito, il cibo, insieme a risolvere casi oscuri. Lui, Il gallego Carvalho, il detective privato creato da Manuel Vazquez Montalbòn

 

E’ strano Carvalho. Ama i pranzi luculliani, è disilluso, è un ex agente della CIA, ex socialista, ex di tutto. Ama una prostituta, Charo, anche se la loro relazione è fatta di lunghi silenzi. E’ difficile amare una puttana ma è anche difficile amare Pepe Carvalho. Ha un aiutante storpio che si chiama Biscuter e pasdsa il tempo a cucinare. E soprattutto, Carvalho, brucia i libri nella stufa. Perché è quello il posto nel quale devono stare. Eppure come detective è implacabile e conosce a fondo la realtà della città. Montalbàn da vita al noir mediterraneo in senso stretto, ovvero inaugura quel rapporto indivisibile tra una città e il suo lato criminale. La Barcellona del post franchismo, della lotta per l’indipendenza, delle Olimpiadi. La città catalana si respira, si vive attraverso le parole di Montalbàn. Il noir mediterraneo è questo: raccontare una città e far riflettere il lettore, scuoterlo, risvegliare la sua coscienza.

 

Conclusione

La storia che vi ho raccontato è partita da lontano. Ma mancano ancora dei tasselli. Manca l’autore simbolo del nm, ovvero il marsigliese Izzo. Ma non è storia di oggi, ce lo teniamo per un altro articolo. Per ora vi basti sapere che, tra le tante espressioni del poliziesco, esiste anche questo tipo di noir, il noir che canta, tremila anni dopo omero, il mare colore del vino.

 

I libri che vi consiglio per approfondire il noir mediterraneo sono tre:

 

Il giorno della civetta di Sciascia

 

Duri a Marsiglia di Fusco

 

I mari del sud di Montalbàn

 

Se volete metteteci anche Il caso N’Gustro di Manchette, che male non fa.

Omar Gatti
Noiritaliano.wordpress.com