Stefano Bonazzi – A bocca chiusa

6255

Editore Newton&Compton
Genere thriller
Anno 2014
258 pagine – ebook

[divider]

978-88-541-6460-4Sono stato ingannato! Sì, sono stato ingannato dalla copertina con quella vanga piantata, dritta come una croce, su di un campo che lasciava presagire un thriller con il cattivo che sotterra la proprie vittime, contrapposto al buono che alla fine lo smaschera e gli infligge la giusta punizione. In questo romanzo non c’è il Bene, da un lato, e il Male dall’altro lato pronti a perdurare lo scontro che li ha sempre visti avversari spietati fin dagli albori dell’Umanità.
Il questo romanzo c’è solo il Male, che questa volta veste i panni della lucida follia, che fagocita quel poco di innocenza e di spensieratezza che traspare a tratti nel corso della narrazione. Un romanzo angosciante, claustrofobico, di speranze disattese, di un’amicizia, che lasciava prevedere un forte sentimento di solidarietà, ma subito abortita.
In un’accaldata squallida periferia di un’anonima cittadina dell’Itala settentrionale c’è il caseggiato popolare dove vive il nostro piccolo protagonista di cui ignoriamo il nome. Il bimbo è accudito, perché la mamma lavora e il padre è assente, dal nonno, ex camionista, invalido arrabbiato con il mondo e con tutti. La mania di persecuzione del vecchio lo spinge sempre di più a chiudersi in se stesso e a sfogare il suo livore sul nipote che viene punito e segregato sul balcone per tenerlo lontano dagli altri, sempre pronti a depredare, come sciacalli, i poche guadagni del vecchio. La fuga, grazie all’amico Luca, sarà di breve durata e scatenerà ancora di più la rabbia del nonno che infligge un’atroce punizione corporale al nipote.
Come volete che cresca il nostro piccolo sensibile protagonista violato nella psiche e nel corpo? Ormai adulto, schiavo degli psicofarmaci, chiuso in se stesso, senza la volontà di relazionarsi con gli altri, con un lavoro ripetitivo e senza soddisfazioni, pensa di aver trovato la sua ancora di salvezza in un bimbo con cui stringerà una forte amicizia. Un bimbo che cerca un padre, amore, protezione; un bimbo che desidera che gli si narri una fiaba. Una fiaba che si incastra perfettamente nella trama del romanzo e, come questo, non avrà un lieto fine.
Molto sensibile e attento Stefano Bonazzi; ho apprezzato, tra l’altro, come in poche righe sia riuscito a far risaltare l’innocenza e un accenno di malizia (perché così è in realtà) nel gioco erotico tra Luca, il Fante dorato, e il nostro piccolo protagonista.
A Bocca chiusa è un romanzo da leggere e rileggere che consiglio a chi vuole uscire dai soliti schemi del buonismo, del giusto che trionfa, del bene a tutti i costi. Non è però un romanzo facile da digerire, da sopportare, da mettere a fuoco tra la realtà e la fantasia che si intersecano tra di loro, si fondono, si scambiano i ruoli in una sorta di danza macabra che ti lascia una sensazione di inquietudine e di amarezza. Se è questo l’obiettivo che l’autore si è prefisso Bonazzi merita il massimo dei voti.

Aurelio

[divider]
Lo scrittore:
Nato nel 1983 a Ferrara, web master di professione e grafico, da oltre dieci anni realizza composizioni e fotografie sul mondo dell’arte pop surrealista. Le sue opere sono state esposte, oltre che in Italia, a Londra, Miami, Seul, Monaco. Come autore, ha esordito nel 2011 con il racconto Stazioni di posta, scelto da Gianluca Morozzi per l’antologia Auto Grill, cui sono seguiti Morsi, contenuto nel volume Il voltatore di pagine, e Primo amore, in Bologna violenta. Per maggiori informazioni, visitate il suo sito: www.stefanobonazzi.it