Editore E/O / Collana Dal Mondo
Genere Thriller/Giallo
Anno 2014
219 pagine – brossura
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“Rosso caldo” è il quarto romanzo di Patrizia Rinaldi che ha come protagonisti gli uomini (e, in questo caso soprattutto, la donna) del commissariato di Pozzuoli. Ma analizziamolo con l’atteggiamento e a beneficio di chi si avvicina solo con questo libro ai personaggi.
Dai sotterranei dell’antico Palazzo de Pignatta provengono rumori. Alina Rosselli, una donna semplice che vive nel vascio adiacente al palazzo con la compagna di vita Mariarca (anche se tutti le credono cugine), pensa che si tratti di spiriti; il custode del palazzo ne è terrorizzato.
Poi, proprio nei sotterranei di quel palazzo signorile, viene trovato un cadavere. Interviene la sovrintendente Blanca Occhiuzzi, gravemente ipovedente sin dall’adolescenza (il che in realtà le avrebbe impedito quasi di certo l’arruolamento in Polizia, ma sorvoliamo) che ha di recente adottato Ninì, la figlia di un uomo in carcere per uxoricidio – anche se pare sia innocente – e che viene suggerito abbia reazioni intime con due colleghi, peraltro consapevoli l’uno dell’altro.
I quattro personaggi principali sono tratteggiati benissimo: facendo eccezione per Blanca, si tratta fondamentalmente di stereotipi che l’autrice ha rielaborato magistralmente. Il commissario Martusciello, avanti con gli anni, ironico e pacato, buono ma smemorato.
L’ispettore Liguori, sarcastico ma intelligentissimo, “in carriera” ma non troppo sfrontatamente; e tra l’altro è uno dei due uomini di Blanca. L’agente Carità, un uomo semplice, vagamente ignorante, pieno di teorie complesse e intorcolate ma spesso decisamente sensate. Non una macchietta (insomma, scordatevi il Catarella di Camilleri) ma una spalla interessante.
Il romanzo si concentra sulle vite dei personaggi principali, soprattutto Blanca e Ninì ma anche, in maniera meno prominente ma ugualmente importante, Martusciello, Alina e Liguori. Le divagazioni sono tante, tanto che spesso tra un capitolo e l’altro c’è una paginetta dedicata alle riflessioni personali di questo o quel personaggio. E il caso, il thriller? Sì, c’è anche quello, ma è molto, forse troppo marginale rispetto alle storie individuali.
Certo, si incrocia con queste, in parte le influenza anche, ma sembra in secondo piano rispetto ad esse e alle belle descrizioni dei vari ambienti visitati dai protagonisti, molte volte abilmente incastonate nella storia e nei dialoghi grazie alla necessità di Blanca di farsi descrivere i dintorni, ma altrettanto spesso semplicemente inserite tra un evento e l’altro, peraltro con una ricchezza di vocabolario e di forma invidiabile. Tanto che la soluzione del caso arriva grazie a un improbabile deus ex machina quando anche i protagonisti sembrano vicini a darsi per vinto.
In conclusione, non è un capolavoro del genere thriller, ma si tratta di una lettura piacevolissima ed avvincente che non deluderà nessun appassionato di letteratura.
Marco Piva-Dittrich
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La scrittrice:
Patrizia Rinaldi vive e lavora a Napoli, dove è nata nel 1960. È autrice di diversi gialli, tra cui ricordiamo Il commissario Gargiulo (Stampa alternativa 1995), Napoli-Pozzuoli. Uscita 14(Flaccovio editore 2007), Ninetta Ridolfi e gli oggetti affettuosi (Mondadori 2008, primo premio al concorso Profondo giallo 2007). È anche autrice di libri per ragazzi, tra cui Rock sentimentale (El 2011) e Mare giallo (Sinnos 2012), e di numerosi racconti e novelle apparsi in diverse antologie. Nel 2012 le Edizioni E/O hanno pubblicato Tre, numero imperfetto, il noir più votato dalla giuria popolare del Premio Scerbanenco 2012, romanzo che è stato poi tradotto anche in inglese e in tedesco, e nel 2013 Blanca.