Editore Einaudi Collana Stile Libero Big
Anno 2014
Genere Hardboiled
312 pagine – ebook
Traduzione di Alfredo Colitto
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Si chiama Frank Decker.
Ritrova persone scomparse.
A dieci anni, era un normale bambino luterano che credeva nel male. A vent’anni non ci credeva più. Ora di anni ne ha trentaquattro ed è sicuro che il male esista.
La prima volta che udì il nome di Hailey era ancora un detective della polizia di Lincoln, Nebraska.
Hansen Hailey Marie è una bambina afroamericana di cinque anni e vive a Lincoln, una zona di ceto medio basso in cui vivono famiglie umili e con qualche precedente. La madre di Hailey era alcolizzata e ha cresciuto la figlia da sola, ma le ha sempre evitato di stare a contatto con il suo lato peggiore.
Il tempo di entrare in casa a prendersi una sigaretta mentre la figlia giocava fuori, che di Hailey non rimane più traccia.
Inizialmente la polizia sospettava della madre, dopo aver visionato il fascicolo che la riguardava, ma Decker – Deck – aveva intuito che la faccenda era ben più complicata.
Purtroppo, se nel giro di ventiquattro ore dalla denuncia, la polizia non riesce a rintracciare un minore, le percentuali di trovarlo ancora vivo si riducono all’osso. Per cui sono di vitale importanza le ricerche che vengono intraprese in questo breve lasso di tempo.
La stessa attenzione che viene dedicata in questo breve periodo, perde subito di slancio, sia da parte della polizia che degli stessi giornalisti che si buttano come pescecani su notizie del genere.
Ma tutto rischia di essere archiviato velocemente insieme alla miriade di altri casi come questo.
Decker vede negli occhi della madre della piccola tutta la disperazione e le promette che farà tutto il possibile per trovarla, a costo di dare le dimissioni e proseguire le sue indagini da solo.
Così Frank parte per un viaggio che lo porterà ad attraversare vari Stati dell’America per giungere a New York, dove lo attenderà una verità scomoda quanto sconvolgente.
L’argomento di cui tratta Don Winslow è davvero delicato: la scomparsa di minori.
Ogni giorno, negli Stati Uniti vengono uccisi cinque bambini. Una cifra cinque volte maggiore di quella che i primi venticinque Paesi industrializzati totalizzano tutti insieme. Questo è un dato che forse dice qualcosa sul Paese. Le società più primitive proteggono i loro figli.
Nel solo 2013 ci sono stati centomila minori coinvolti nel traffico sessuale. E, sempre nello stesso anno, centodiciannove rapimenti di bambini che somigliano a quelli raccontati nell’ultimo romanzo di Don Winslow.
Lo scrittore racconta di un detective lucido, tenace e razionale, reduce dalla guerra in Iraq, dalla quale aveva tratto alcuni insegnamenti, anche se aveva lasciato a Falluja la sua fede in Diocon. Ha la stessa determinazione di un mastino attaccato all’osso. Lo tiene fermo con i denti e ringhia appena si avvicina qualcuno.
E Decker “ringhia” alla moglie Laura, con la quale non vuole confidarsi sui casi che tratta nel suo lavoro, “abbaia” a Bill Carter, capo dei detective, vicino alla pensione e desideroso di chiudere il caso velocemente con un colpevole tra le sbarre.
Trattare il tema di un minore scomparso è per Winslow un modo per portare all’attenzione dei lettori l’esistenza di questo grave problema, che ha due sfumature precise: la connotazione razziale e la fragilità dei soggetti.
Sì, perché esistono delle differenze anche sull’impegno che la polizia dedica alla ricerca di un soggetto bianco a uno di colore nero.
Terrificante affermazione, della quale spero vivamente non ci sia fondatezza..
Purtroppo, ne abbiamo notizia tutti i giorni in televisione di casi negli Stati Uniti di poliziotti che uccidono gente di colore, per errore o volutamente.
La bravura di Winslow sta nell’affrontare temi così delicati in punta di piedi, senza dare spazio ad alcuna morbosità, anzi.
La storia è concentrata sull’uomo, sull’indagine, sulla costanza e la perseveranza di chi vuole arrivare al colpevole. O ai colpevoli.
Come racconta lo stesso scrittore, il dolore emotivo che ha provato nella stesura del romanzo e il sollievo nel terminarla sono sentimenti che non sono neanche lontanamente simili a chi lo vive sulla propria pelle.
Un genitore alle prese con la scomparsa del proprio figlio passa dai sensi di colpa alla frustrazione, dal dolore immenso alla rassegnazione.
Una detective story narrata come un viaggio attraverso il Male, quello vero. Quello che ti lascia senza respiro al solo immaginare che esistano esseri così malvagi che osano sporcare l’innocenza di chi si sta affacciando alla vita.
Esseri che si moltiplicano a vista d’occhio, come scarafaggi che vivono nella sporcizia e si riproducono.
Puoi continuare a schiacciarli, ma saranno sempre troppi.
Mi auguro che i personaggi come “Frank Decker” non siano solo frutto della fantasia di un grande scrittore il quale, qualsiasi cosa scriva, riesce sempre a condurre magistralmente la storia, per la prima volta narrata in prima persona.
Benvenuto Frank Decker, aspetto di rileggerti.
Cecilia Lavopa
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Lo scrittore:
Don Winslow, ex investigatore privato, uomo di mille mestieri, è autore di undici romanzi, che lo hanno consacrato come nuovo maestro del noir. Einaudi Stile libero ha pubblicato finora L’inverno di Frankie Machine(ultima edizione «Super ET», 2009), diventato un vero e proprio caso letterario, Il potere del cane, La pattuglia dell’alba, La lingua del fuoco e, nel 2011, Le belve, da cui Oliver Stone ha tratto l’omonimo film. Nel 2012, sempre per Einaudi Stile libero, è uscito I re del mondo, prequel de Le belve; nel 2013, Morte e vita di Bobby Z; nel 2014 Missing. New York, primo capitolo di una nuova serie poliziesca con protagonista il detective Frank Decker.