Gianni Biondillo – L’incanto delle sirene

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Editore Guanda Editore Collana Narratori della Fenice
Anno 2015
Genere Thriller
336 pagine – brossura
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8860884136011861-300x473Conosco da tanti anni Gianni Biondillo; dai tempi, per intenderci, di “Per cosa si uccide” e “Con la morte nel cuore”. Avevo imparato allora ad apprezzare il bel personaggio dell’ispettore Ferraro, sistemandolo, nella mia personale hit parade, fra i preferiti.

Poi, non so come, valanghe di libri negli anni mi sono passate addosso e non ho più avuto l’occasione di leggere altri lavori di questo autore.

Alcuni giorni fa –sorpresa! –eccolo di nuovo: Michele Ferraro, nel nuovo romanzo “L’incanto delle sirene”, col suo pittoresco contorno di personaggi buoni e cattivi, ricchi e poveri. Ed il quartiere di Quarto Oggiaro, con la sua umanità dolente, raccontata , immagino, in modo veritiero da Gianni Biondillo, e per ciò da me più apprezzata.

Sì, perché è noto a chi mi conosce come io sia particolarmente portata verso gli ultimi, e qui di ultimi ne bazzicano parecchi che siano barboni, o malavitosi , o profughi.

Eppure la storia si svolge in un mondo – apparentemente – dorato: quello dell’alta moda: stilisti, modelle evanescenti (saranno quelle, le sirene del titolo? Forse, ma non solo, afferma Biondillo).

Qual è il caso? Una modella uccisa durante una sfilata alla settimana della Moda. Lo stilista è il mitico Varaldi, con la sua corte di aiutanti e di ammiratori, fra i quali non figura l’ispettore Ferraro (chiamato ad indagare), che lo avvicina con poca simpatia. Subito si ipotizza che il colpo fatale fosse destinato al grande creatore di moda, chino in quell’istante a raccogliere dei fiori. E si indaga in questa direzione. Che , come vedrà il lettore, si rivelerà sbagliata e porterà a ben altre sorprese, e conclusioni.

Ma- qui sta il bello- altre storie si intrecciano , mentre un caldo anomalo di fine estate sfinisce i nostri personaggi.

Ci narra, Biondillo, le vicende di Mimmo, soprannominato O‘Animalo , simpatico (in fondo in fondo) malavitoso di Quarto Oggiaro, e amico d’infanzia di Michele Ferraro, che come poliziotto dovrebbe perseguirlo, ma la vecchia amicizia, tant’è, è più forte.

Ci racconta poi una storia triste ed attuale , ma, una volta tanto , a lieto fine: parla di profughi libici, di barconi in mezzo al mare, di Aisha, una bambina smarrita e ritrovata da un simpatico barbone che la porterà dove? Da chi? …lasciamolo scoprire al lettore!

Queste tre vicende si snodano , in modo scorrevole, ed è naturale passare da una all’altra, anche se i mondi descritti sono lontani anni-luce gli uni dagli altri.

Ciò che mi piace particolarmente di Biondillo è il suo stile di scrittura, in alcuni momenti malinconico, in altri arguto, tanto da strappare più di un sorriso. Questo secondo aspetto del Commissario si rivela soprattutto nella quotidianità del lavoro con i colleghi, dei quali sono tratteggiate tipologie di vario tipo, tutte gustose e sicuramente rispondenti alla realtà.

Ma in fondo Michele Ferraro è sensibile, umano , anche se talvolta ironico e graffiante; nelle vesti di padre separato con figlia adolescente, poi, mi ispira una simpatia infinita!

Come ho avuto modo di affermare all’inizio, questo incontro dopo tanti anni è stato per me fonte di sorpresa e di piacevolissima lettura.

Ho ritrovato il Biondillo che ricordavo, ottimo osservatore del mondo che lo circonda, sensibile ai problemi che travagliano il nostro tempo ed, ancora, amante di Milano, di ogni suo angolo, famoso o degradato, che ci descrive con affetto.

Un bel noir mediterraneo, senza crudeltà né sangue a fiumi, ma attuale, godibile dalla prima all’ultima pagina.

Vi dirò di più, per concludere: che nelle ultime pagine mi ha fatto, se non piangere, venire un bel magone.

“Lasciati andare, Michele. Tirò su col naso. Lasciati andare. Gli occhi si annacquarono. Togliti la maschera. Non puoi evitarlo, Chiodo. Sentì rompersi qualcosa nel petto. Oreste di dignità ne aveva da vendere. Ha vissuto tutta la vita senza mai chiedere nulla a nessuno. Ferraro s’accorse che stava singhiozzando, sempre più forte. Senza freni. Vivila anche tu, Chiodo, finchè t’è permesso. Non s’era mai sentito così vivo come in questo momento. Non nasconderti. Vivilo tutto, il tuo dolore, fino alla fine”.

Consigliato!

Rosy Volta
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Lo scrittore:
Gianni Biondillo ( Milano, 1966) architetto e scrittore. Docente presso l’Accademia di Architettura di Mendrisio. Scrive per il cinema e la televisione, pubblica regolarmente su quotidiani e riviste nazionali. Il suo romanzo “I materiali del killer” ha vinto nel 2011 il Premio Scerbanenco e il prix Violeta Negra nel 2014.