Editore Scribner 1st edition (3/11/2015)
Anno 2015
Genere Horror
512 pagine – brossura
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Una premessa: questa recensione si basa sulla versione originale, in inglese, del libro; per questo menzionerò appunto in inglese i titoli dei vari racconti. Sono possibili cambiamenti nei titoli e nell’ordine delle storie apportati nell’edizione italiana (in uscita tra il gennaio e il febbraio 2016, a quanto mi sembra di capire).
The Bazaar of Bad Dreams, il bazar dei brutti sogni (titolo che verrà mantenuto in italiano), è una raccolta di racconti, la sesta della carriera di King – che in essa dimostra di avere ancora qualche freccia al proprio arco anche nell’horror, genere che l’ha inizialmente reso famoso ma che, nonostante l’etichetta che molti gli hanno voluto appiccicare addosso, ha praticamente abbandonato da ormai diverso tempo, pur con occasionali escursioni.
In sintesi, ho trovato questa raccolta come sempre entusiasmante, una lettura avvincente e spettacolare. So che ormai è “di moda” dire che King è bollito, ma se questo Bazaar è il lavoro di un autore svogliato… mi auguro che tutti “perdano la voglia” come lui.
Andiamo ora ad analizzare brevemente i venti racconti, uno per uno. Ai titoli originali faccio seguire la mia traduzione degli stessi, che non corrisponde necessariamente a quella che verrà usata nell’edizione italiana. È interessante notare che, oltre alla solita, piacevolissima introduzione dell’autore alla raccolta, se ne trova un’altra, più o meno breve, per ogni racconto. Mi ha fatto piacere leggere come King è arrivato ad avere certe idee, o come le ha sviluppate.
Mile 81 (Miglio 81): qui King si avvicina al buon vecchio horror fatto di macchine senzienti; un racconto piacevole, con bei personaggi (magistrale come sempre la rappresentazione dei bambini) e una certa tensione, ma non uno dei più memorabili.
Premium Harmony (Armonia extra): una storia che parla di personaggi tra lo squallido e il triste, un interessante studio di gente particolare in un matrimonio senza amore. Interessante il ritorno a Castle Rock, dove King ha in passato ambientato numerosi racconti e romanzi.
Batman and Robin Have an Altercation (Batman e Robin vengono coinvolti in uno scontro): uno dei racconti più memorabili della raccolta, la storia di un uomo che vede l’amato padre perdere controllo di sé in preda al morbo di Alzheimer, ma ogni tanto la memoria torna.
The Dune (La duna): non un horror ma un thriller psicologico breve ed estremamente intenso. È la storia di un anziano giudice che, da ragazzino, ha scoperto una duna su un’isoletta poco al largo della costa vicino a casa sulla quale “qualcosa” scrive il nome di persone che stanno per perdere la vita.
Bad Little Kid (Ragazzino cattivo): una storia particolare, che sconfina tranquillamente nel territorio dell’horror. È narrato da un condannato a morte, nell’ultimo incontro con l’avvocato prima dell’esecuzione. L’uomo ha ucciso un ragazzino. Ma forse…
A Death (Una morte): ambientato nel vecchio West, è un racconto interessante, particolare, con protagonista uno sceriffo che ha appena arrestato un omicida – che però, ovviamente, insiste di essere innocente.
The Bone Church (La chiesa di ossa): auguri al traduttore (o alla traduttrice); The Bone Church è un lungo poema narrativo, per fortuna a versi liberi. Non l’ho trovato esattamente un capolavoro, ma di certo è un esperimento interessante.
Morality (Morale): cos’è il peccato, e come ci si approccia a esso, al senso della morale? In un certo senso questa storia ricorda, molto da lontano, Proposta indecente, uno dei pochi film durante i quali ho sonoramente dormito al cinema. Leggendo Morality non mi è venuto nemmeno un po’ di sonno, però.
Afterlife (Aldilà): cosa succede dopo la morte? Qui Stephen King si inventa una risposta, alla fin fine divertita e divertente, raccontandoci cosa accade nei primissimi attimi (o forse ore) dopo la morte, attesa e annunciata, di un malato terminale – dal punto di vista del defunto.
Ur (Ur): un uomo compra un Kindle (questo racconto è ambientato qualche anno fa, quando i Kindle erano una novità); ma quello che gli arriva è rosa, e può aprirgli diversi “Ur”, diversi mondi paralleli, alcuni nei quali Hemingway ha scritto di più, altri in cui Faulkner non ha mai pubblicato… e poi c’è anche la possibilità di consultare i quotidiani del futuro.
Herman Wouk Is Still Alive (Herman Wouk è ancora vivo): per chi non lo sapesse, Herman Wouk è un autore di successo – ha scritto per esempio L’ammutinamento del Caine – che, all’età di 100 anni (è nato nel maggio 1915), è effettivamente vivo e continua a scrivere e pubblicare. Ma non è lui il protagonista della storia, quanto due poeti di età ormai avanzata, amanti da sempre, che ne invidiano la longevità – e la cui vita sarà presto inestricabilmente legata a quella di una donna venale che ha appena vinto qualche soldo alla lotteria.
Under the Weather (Sta poco bene): un uomo sembra preoccupato perché la moglie sta poco bene. Allo stesso tempo, l’amministratore del condominio dove vive insiste perché deve fare determinati lavori nel suo appartamento. Una storia ben costruita, inizialmente spiazzante ma che poi precipita in un labirinto di mistero e thriller non da poco.
Blockade Billy (Blockade Billy): nel 1957, il mondo del baseball è stato sconvolto dall’esplosione di un giovane campione, “Blockade” Billy Blakely. Ben presto, il suo nome è però stato cancellato dagli annali. Ne leggiamo la storia raccontata da uno dei suoi allenatori, ormai molto anziano, a “Stephen”, probabilmente King stesso, noto appassionato di baseball. Un racconto lungo che, nonostante la mia ignoranza riguardo a quello sport, ho trovato affascinante e pieno di sorprese.
Mister Yummy (Il signor Yummy, ma qui mi aspetto qualunque cosa – e probabilmente ci sta): una delle sole due storie completamente inedite collezionate in questa raccolta, nella quale si discute garbatamente ma profondamente di AIDS e terza età, ambientata in una casa di riposo.
Tommy (Tommy): un’altra poesia in versi liberi in cui un giovane parla della morte per malattia di un coetaneo, uno di quelli che “sembravano immortali”.
The Little Green God of Agony (Il piccolo dio verde del dolore): è una storia che King ha scritto anni dopo l’incidente che, nel 1999, lo aveva messo in serio pericolo di vita. Forse non la più memorabile in questa raccolta, ma comunque un racconto interessante.
That Bus Is Another World (Quell’autobus è un altro mondo): un racconto breve e incisivo che, come spesso capita nelle opere di King, parte da un’idea del tutto banale e si sviluppa in maniera insolita per concludersi con una riflessione amara sulle persone. Da leggere.
Obits (Necrologi): il secondo racconto del tutto inedito; un giovane trova impiego presso un sito web satirico, scrivendo necrologi offensivi di personaggi famosi deceduti da poco. Un giorno, per sfogarsi contro la direttrice del sito, ne scrive uno per lei, nonostante il fatto che questa sia viva e vegeta. Una storia divertente, appassionante, con la solita analisi chiara e oggettiva di “com’è la gente” che King ha di recente reso uno dei suoi marchi di fabbrica.
Drunken Fireworks (Fuochi d’artificio e ubriachi): una storia assurda e piuttosto divertente, nonostante qualche passaggio nel quale leggiamo scene spiacevoli. Incentrata sui personaggi (in particolare su un “vero americano” leggermente caricaturale), scorre via che è un piacere.
Summer Thunder (Temporale estivo): un racconto che potrebbe tranquillamente essere uno spin-off del capolavoro di King L’ombra dello scorpione. L’umanità è pressoché estinta, e ci concentriamo su un uomo che ha un cane e un amico; ma nessuno dei due sembra stare molto bene… un’ottima conclusione per questa raccolta.
Marco Piva-Dittrich
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Lo scrittore (ma c’è ancora chi non lo conosce?):
Stephen King vive e lavora nel Maine con la moglie Tabitha e la figlia Naomi. Da più di quarant’anni le sue storie sono bestseller che hanno venduto 500 milioni di copie in tutto il mondo e hanno ispirato registi famosi come Stanley Kubrick, Brian De Palma, Rob Reiner, Frank Darabont. Oltre ai film tratti dai suoi romanzi, vere pietre miliari come Shining, Stand by me-Ricordo di un’estate, Le ali della libertà,Il miglio verde ¿ per citarne solo alcuni ¿ sono seguitissime anche le sue serie TV, ultima in ordine di apparizione quella tratta da The Dome, trasmessa da RAI2. Recentemente King si è dedicato ai social media e in breve tempo ha conquistato centinaia di migliaia di follower su Facebook e soprattutto su Twitter.
Nel 2015 il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama gli ha conferito la National Medal of Arts.