Mirko Zilahy – E’ così che si uccide

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Editore Longanesi Collana La Gaja scienza
Anno 2015
Genere Thriller
410 pagine – ebook
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-cos-che-si-uccide-zilahy-cover_670Era dai tempi di “Presunto innocente”, “Il socio” e di “Uomini che odiano le donne”, titoli che hanno resi celebri i rispettivi autori, che non leggevo un romanzo d’esordio così dirompente, libro che acquista ancora maggior valore perché l’Autore non è il “solito” americano o il “solito” scandinavo, ma l’italianissimo, nonostante il nome, Mirko Zilahy.
Forse è un luogo comune quello di essere prevenuti nei confronti degli autori italiani, ce ne sono di bravi e anche tanti, ma c’è la tendenza a considerare l’erba del vicino sempre più verde.
Non ho intenzione di concentrarmi sulla trama, ottimamente tessuta, che ci racconta di un serial killer che uccide persone che non hanno, in apparenza, alcun legame tra di loro.
Non starò a scendere nei dettagli relativi agli indizi raccolti dagli investigatori, indizi molto labili che, con un ragionamento fin troppo sofisticato, permetterà di scoprire l’identità del “mostro”, soprannominato l’ “Ombra”. Il serial killer si muove in una Roma sconosciuta dove cupi edifici post industriali, enormi mostri che hanno provocato centinaia di morti tra gli uomini e centinaia di migliaia tra gli animali, fanno da contrasto ai monumenti millenari della Città eterna.
Non è neanche opportuno, in questa sede, sviscerare i motivi che spingono la mano assassina: Zilahy lo spiega molto bene, l’analisi psicologica è superlativa. Voglio porre l’accento sul carattere dei personaggi, in modo particolare su quello di Enrico Mancini, e sul rapporto tra di loro.
Era questo il mio intento già a metà libro, ma dopo aver letto, su questo tema, alcune recensioni sfavorevoli sono ancora più determinato.
Chi abbiamo dunque? Il commissario Enrico Mancini, esperto profiler, che da poco ha perso la giovane moglie per un male incurabile; l’ ispettore Walter Comello che non sopporta la violenza da parte di alcuni colleghi nei confronti degli arrestati; l’ispettrice Caterina De Marchi, fotografa tirocinante che aspira ad entrare nella scientifica; Carlo Biga, criminologo e docente universitario in pensione; Giulia Foderà, pubblico ministero insofferente alle spiegazioni perché vuole andare subito al sodo ed infine Antonio Rocchi, medico legale, molto competente.
Sono questi i sei investigatori che formano una squadra molto affiatata, appositamente composta per cercare di individuare e catturare l’ “Ombra”.
Uno dei primi punti positivi è che non ci sono rivalità tra di loro, ognuno cerca di portare un contributo secondo le proprie capacità e possibilità. Non assistiamo quindi alle solite beghe tra colleghi trite e ritrite che nulla portano alla narrazione.
Come dicevo, qualche lettore ha criticato le manie del commissario Mancini, che “con i suoi guanti, i suoi svenimenti, e i suoi interminabili tormenti dell’anima, risulta soporifero e anche un tantino irritante.” Smettiamola con questi luoghi comuni! Perché il super poliziotto deve essere duro, scevro di sentimenti, pensare esclusivamente ad assicurare i criminali alla giustizia?
Enrico, personaggio solitario e tormentato, è prima di tutto un uomo colpito duramente dalla perdita della moglie e questo lo ha reso fragile con delle manie quasi al limite del patologico.
È sofferente Enrico, nell’animo e nel corpo, ciò tuttavia non gli impedisce di fare il proprio lavoro. Questo, unito all’atmosfera quasi vittoriana dell’ambientazione, rende il romanzo di un’intensità emotiva fuori dal comune che non lascia spazio a nessuna leggerezza o svago.
Tengo a concludere questa recensione ricordando che Mirko Zilahy -l’uomo, non lo scrittore- è stato colpito da un lutto familiare e questo dramma ha influito molto sul suo modo di scrivere, almeno in questo suo primo romanzo, in cui si sente tutto il dolore che lo pervade.
Un scrittore è proprio questo: far trasparire i propri sentimenti nelle pagine che scrive. Se così non fosse sarebbe solo un ragioniere che studia a tavolino come vendere più copie. Che tristezza!

Aurelio Morandi
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Lo scrittore:
Mirko Zilahy ha conseguito un Phd presso il Trinity College di Dublino, dove ha insegnato lingua e letteratura italiana. È giornalista pubblicista ed è stato editor per minimum fax, nonché traduttore letterario dall’inglese (ha tradotto, tra gli altri, il premio Pulitzer 2014 Il cardellino di Donna Tartt). È così che si uccide è il suo primo romanzo.