Harry MacLean – La gioia di uccidere

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gioia-uccidere-light-675x1024Fazi Editore presenta Darkside, la nuova collana dedicata a tutte le sfumature del giallo di qualità: dal noir al thriller, dalla crime fiction al polar.
Primo titolo di questa collezione è Le acque torbide di Javel
, romanzo finora inedito del grande Léo Malet, del quale in questi giorni ricorre il ventesimo anniversario dalla scomparsa.
In questa nuova collana troveranno spazio tutti i migliori autori pubblicati dalla nostra casa editrice negli ultimi anni, da Léo Malet a Pierre Lemaitre, da William Blatty a Shane Stevens, ma anche novità contemporanee dei nuovi autori più promettenti, sia del panorama internazionale che di quello italiano. 

Noi di Contorni di noir vogliamo parlarvi del romanzo di Harry MacLean, La gioia di uccidere:
Lo scrittore, nato nel 1943, è avvocato e scrittore e vive in Colorado. È un affermato autore di true crime. Il suo primo libro, In Broad Daylight da cui è stato tratto un film, ha vinto l’Edgar Award ed è stato nella classifica dei bestseller del «New York Times» per dodici settimane.

Questa la sinossi:
È una notte di dicembre. Un treno taglia i campi di grano bui del Midwest. Tra i sedili sporchi dell’ultima carrozza, un ragazzo e una ragazza fanno l’amore. Sono entrambi quindicenni e si sono appena conosciuti. Il loro è un sesso affamato, adolescente, li eccita l’idea che qualcuno possa scoprirli e sanno che dopo quella notte non si vedranno mai più. Quarant’anni dopo, il ragazzo è ormai un uomo. In una sera di temporale, si è rintanato in una casa isolata tra i boschi del Minnesota, davanti a una vecchia Underwood. È uno scrittore e vuole scrivere di quella notte, della ragazza del treno, ma più si addentra nei ricordi, più frammenti di altre immagini riemergono dalla sua memoria, confusi e crudeli. L’anziano pedofilo che ha procurato a lui e al suo amico David una ragazza a pagamento. Il cadavere gonfio e violaceo di Joseph, un altro amico d’infanzia, annegato in circostanze misteriose. Lo stesso David a letto con sua moglie, in casa sua. La notte in cui ha tagliato la gola a Shelley Duvall. E poi il romanzo che ha scritto su un sanguinoso omicidio, un gorgo di erotismo e tragedia, violenza e innocenza, in cui la morale è sempre una variabile, mai un valore assoluto.
L’unico modo per liberarsi di quei fantasmi è scrivere, tornare con la memoria alla ragazza del treno, quella sconosciuta a cui – come succede solo con gli sconosciuti – si è sentito libero di confidare qualcosa di importante su se stesso. Qualcosa che, forse, può restituirgli la verità su chi è davvero. I suoi ricordi sono reali o solo fantasmi? Cos’è successo davvero a Joseph? E perché nella sua borsa l’uomo ha un coltello che non ricorda di aver portato con sé?
Con questo brillante noir letterario, a ragione salutato dalla critica americana come rivoluzionario, Harry MacLean porta il thriller a un nuovo livello di complessità filosofica: La gioia di uccidere è un romanzo tortuoso come le vie cave della mente del protagonista, scritto con una lingua cristallina, quasi lirica. Un lungo, agghiacciante sguardo sul fascino della violenza e sugli effetti dell’ossessione su una mente vulnerabile – fino allo sconvolgente colpo di scena finale.