Caroline Eriksson – Scomparsi

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Editrice Nord Collana Narrativa Nord
Anno 2016
Genere Thriller
324 pagine – brossura con sovracopertina
Traduzione di ? Non indicato
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downloadIl racconto si svolge su un’isoletta in mezzo al lago Maran, in Svezia. Quasi sconosciuto anche per i locali poiché nominato in altro modo, Greta si era recata in barca insieme a Alex e Smilla – rispettivamente marito e figlia – per fare una passeggiata. Lei però non è scesa e ha preferito aspettarli ormeggiata e farsi un riposino.

Ma quando si risveglia al verso desolato della strolaga, il sole sta ormai tramontando e nessuno è ancora tornato. Preoccupata, Greta scende dalla barca e prova a addentrarsi fra gli alberi cercando di sentire le loro voci, ma si accorge presto che Alex e Smilla non sono più sull’isola.

Dopo molto tempo e solo perché esauriti i sistemi per rintracciarli, la donna si reca alla polizia per denunciare la scomparsa, ma l’agente che la accoglie mette in dubbio la sua parola, soprattutto quando scopre che Greta non è sposata e non ha figli.

Si è inventata tutto? L’uomo e la bambina sono frutto della sua fantasia?

Greta non è sola, in fondo. Ha una madre che le vuole bene e che l’ha seguita nel trauma che l’ha perseguitata da quando era piccola: suo padre era morto in circostanze tragiche lasciando la madre vedova e lei orfana.

E quando ha trovato un uomo come Alex che la faceva sentire amata, non si era posta molti interrogativi sul modus operandi del loro rapporto. Senza di lui non era niente, si sentiva ripetere. Lei era convinta che fosse così.

Alex era un bravo padre e da quando era scomparso insieme alla bambina, Greta era in preda alla disperazione.

Inizia così una spasmodica ricerca fino al sorprendente epilogo.

Ero già pronta a sperticarmi per far notare la ripetitività dei titoli dei romanzi tradotti in Italia, essendo il terzo nel giro di breve tempo con un titolo simile, vedasi Tim Johnston, Linda Castillo e Stephen Chevy, tutti con il titolo “Scomparsa”. Ma potrei continuare.

La trama è ben altra cosa, invece. Appassionata di autori nordici come ormai sono da parecchi anni, Caroline Eriksson è entrata a gamba tesa fra quelli che meritano un occhio di riguardo. Romanzo d’esordio per la scrittrice svedese che ha già visto venduti i diritti di traduzione in 22 Paesi nel giro di una settimana.

Il romanzo è narrato in prima persona dalla protagonista, ma vi è una parte in corsivo – sempre descritta in prima persona – che sembra appartenere a Greta, come se avesse una doppia personalità e il suo IO si interponesse tra la ragione e la fantasia.

I personaggi femminili sono ben caratterizzati e legati a doppio filo dallo stesso destino, ognuno con il proprio pesante fardello.

In realtà, ogni azione, ogni tassello riconduce alla violenza fisica e psicologica perpetrata sulle donne, tanto da rendere i gesti una consuetudine, una reiterata e consolidata abitudine degli uomini che abitano il romanzo.

Una verità incontrovertibile il fatto che in ogni romanzo scritto da autori nordici, che sia Indridason o Lackberg, Nesbo o Larsson, c’è un accento preoccupante sui maltrattamenti alle donne. Quello della Eriksson si va ad aggiungere alla lista.

Il che mi preoccupa, e credo ci vorranno ancora molti anni prima che la mentalità cambi e si riesca a convivere amabilmente senza appartenere a nessuno.

Uno stile essenziale, pulito, forse a tratti un po’ ripetitivo. Il cambio di direzione all’avvicendarsi della fine mi ha destabilizzata come essere in piedi in una barca e barcollare durante una virata improvvisa.
Non leggetelo in barca, consigliato. Magari ricordandosi di scrivere chi l’ha tradotto.

Cecilia Lavopa
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La scrittrice:
Caroline Eriksson è laureata in psicologia sociale e ha lavorato per dieci anni come consulente nell’ambito delle risorse umane. Tuttavia la sua passione è sempre stata la narrativa, cui ora si dedica a tempo pieno. Vive nei dintorni di Stoccolma col marito e i due figli.