Jean-Christophe Grangé – Il rituale del male

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Editore Garzanti
Anno 2016
Genere Thriller
751 pagine – cartonato e ebook
Titolo originale Lontano
Traduzione di Paolo Lucca
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il-rituale-del-male-jean-christophe-grange-198x300Erwan Morvan è un pezzo grosso nella squadra omicidi della polizia di Parigi e il figlio di Grégoire, un nome notissimo nella capitale francese perché, dopo una carriera brillante proprio nella polizia durante la quale, stazionato nello Zaire (ora Congo) negli anni del colonialismo, è riuscito ad arrestare un serial killer noto come l’Uomo Chiodo, è diventato un factotum dei servizi segreti, pur senza un ruolo ufficiale. La moglie di Grégoire, Maggie, è un’ex figlia dei fiori svampita e completamente succube del marito violento; il fratello minore di Erwan, Loïc, è un bravissimo agente di borsa cocainomane sposato con la bellissima Sofia, figlia di un imprenditore fiorentino, e padre di due figli; la sorella Gaëlle, attricetta mancata, sbarca il lunario facendo la prostituta.

Il romanzo si apre con Erwan e Grégoire in Congo, al funerale (pomposo ed eccessivo) di un partner in affari di Morvan padre, che possiede un numero consistente di azioni di una miniera di coltan, uno dei componenti più importanti nella costruzione dei semiconduttori.

Tornati in Francia, Erwan viene chiamato a lavorare su un caso nella Bretagna occidentale: un cadetto dell’aeronautica navale è morto, completamente smembrato da una bomba che, durante un’esercitazione, ha colpito un bunker nel quale, all’insaputa di tutti, si era nascosto. Poiché si tratta di un caso che coinvolge il ministero della difesa e quello degli interni, Morvan padre è riuscito a far sì che fosse assegnato non alla polizia locale ma, appunto, al figlio, che prende la strada della Bretagna accompagnato dal fedele vice, un originale alsaziano suonatore di liuto, alle soglie della pensione, soprannominato Kripo. Quella che all’inizio sembrava una questione di firmare qualche scartoffia e mantenere pulita l’immagine dei militari si trasforma in un caso complicatissimo, che avrà serie ripercussioni sull’intera famiglia Morvan.

Le prime pagine possono dare al lettore un senso di fastidio, suggerendo un certo livello di razzismo nei confronti dei congolesi che poi si scopre essere semplicemente  il punto di vista di Grégoire. Superate quelle, la storia danza tra i punti di vista di Erwan, Loïc, Gaëlle e lo stesso Grégoire (che anche i figli stessi chiamano “Morvan”, come ad ammettere che la famiglia è lui), tessendo un intreccio molto complesso e dandoci punti di vista diversi che comunque non sono sufficienti a risolvere il mistero. Davvero, se capite chi è il colpevole (ma anche solo cos’è successo esattamente) prima della rivelazione finale siete molto più bravi di me.

Jean-Christophe Grangé, di cui Garzanti ha pubblicato dieci romanzi prima di questo Il rituale del male, è bravissimo a creare situazioni e personaggi angoscianti all’interno di una trama complessa. Il ritmo del romanzo, lungo 750 pagine, non è frenetico: è costante, inesorabile, inarrestabile, come l’avanzare di una malattia. Personalmente, ogni sera mi sono ritrovato a leggere “un altro capitolo” nonostante il sonno, pur sapendo che la fine era lontana centinaia di pagine.

Solitamente dico qualche parola sulla traduzione, ma stavolta non ho nessun commento da fare: un lavoro ottimo. L’unica critica che ho da muovere riguarda il titolo, che comunque non dipende mai dal traduttore ma solo dalla casa editrice. Il rituale del male è un modo facile e immediato per catturare l’attenzione, con quel “male” che fa pensare a chissà cosa (ma probabilmente a nulla di tanto efferato quanto Grangé finisce per raccontarci), ma il titolo originale, Lontano, avrebbe comunque creato certe aspettative che il romanzo non disattende. Chiariamo che Lontano è, in questo libro, una remota località del Congo (che, se non vado errato, è frutto della fantasia dell’autore: se cerchiamo “Lontano Congo” su Google troviamo solo riferimenti a questo romanzo) dove… be’, dove sono accadute alcune cose.

Un libro lungo, insomma, un libro però che colpisce il segno, che taglia e spaventa, che confonde e angoscia. In conclusione, un gran bel noir.

Marco A. Piva
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Lo scrittore:
Jean-Christophe Grangé è autore di romanzi di grandissimo successo che hanno ampliato i confini del thriller tradizionale: Il volo delle cicogne, I fiumi di porpora, Il concilio di pietra, L’impero dei lupi, La linea nera, Il giuramento, Miserere, L’istinto del sangue. I suoi libri, tradotti in tutto il mondo e venduti in milioni di copie, sono pubblicati in Italia da Garzanti. Spesso sono stati portati sul grande schermo, e I fiumi di porpora ha vinto il premio Grinzane Cinema 2007 per il miglior libro da cui è stato tratto un film.