Fabrizio Carcano – L’erba cattiva

2298

Editore Ugo Mursia
Anno 2015
Genere Giallo/Noir
370 pagine – brossura
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9788842556176_0_0_300_80L’erba cattiva di Fabrizio Carcano ha l’ambientazione metropolitana ai giorni nostri. Sullo sfondo pulsa il cuore di Milano, galvanizzata dall’imminente apertura dell’Expo del 2015.

Con la scena descritta nel prologo, Carcano mette a segno un colpo da maestro; gli bastano poche righe per portare il lettore nei pressi di una cascina del milanese, dove arriva a gran velocità un’auto dei carabinieri. I tre all’interno bloccano la macchina davanti al cancello, scendono lasciando le portiere spalancate e si precipitano in casa. Ma è troppo tardi. Il Male è già tra quelle mura, si è già preso l’anima del bimbo che si guarda intorno con occhi di ghiaccio, sordo alle grida dei familiari, irraggiungibile, nel rifugio che il Male ha scelto per lui.

Quindici anni dopo il fatto, ai giorni nostri, il commissario Bruno Ardigò si trova a indagare su due omicidi efferati, che inizialmente appaiono slegati. Nulla sembrano avere infatti in comune un anziano fotografo in pensione e un’avvenente quarantenne del team organizzativo dell’EXPO, manifestazione che a proposito, in concomitanza con gli omicidi, sta per aprire i battenti. Il fotografo e la donna assassinati sono gente comune, che non pare abbiano aver meritato quell’orribile morte. Eppure l’assassino si è accanito su di loro con malvagità. Ed eccolo, il comune denominatore: la malvagità, quasi perversione, quasi sadismo. Sul corpo dell’anziano, il killer ha infierito a colpi di rasoio, poi lo ha sgozzato, lasciandolo morire dissanguato. Per la donna si è servito di un sacchetto di plastica: glielo ha infilato in testa e l’ha guardata contorcersi fino all’ultimo respiro, per gettare poi il cadavere in una discarica.

Ardigò si dibatte nell’incertezza, intanto la lista dei morti ammazzati si allunga: altri due uomini anziani vengono uccisi a rasoiate, e scompare un’altra donna, anche lei coinvolta nell’organizzazione dell’EXPO.

La soluzione dell’enigma è ben nascosta, un enigma che è diventato un’ossessione da quando Ardigò ha ricevuto in una busta anonima delle fotografie: alcune, ingiallite dal tempo, ritraggono dei ragazzini che giocano davanti a una vecchia cascina; altre  raffigurano le divinità classiche tratte dalle incisioni di Vincenzo Cartari, un artista del ‘500, e riconducono oscuri simbolismi; poi ci sono le immagini dei morti, le loro gole squarciate. Quelle fotografie potrebbero essere una sfida alle capacità investigative della Polizia, o suggerimenti per indirizzare le indagini sulla strada giusta… Il commissario resta suo malgrado affascinato dalla oscura logica del killer.

Gli indizi sul colpevole degli omicidi sono sconcertanti, spesso contraddittori, ma una cosa è certa: l’assassino sa maneggiare il rasoio e non lascia tracce; un professionista, dunque, anche se questo cozza con l’efferatezza dei suoi crimini, che fa invece pensare a un folle. Le indagini procedono a fatica, e il tempo stringe: l’apertura dell’EXPO è imminente; non è ammissibile che ci sia un assassino in libertà per le strade di Milano, dove stanno per riversarsi migliaia di visitatori da tutto il mondo.

Per sua fortuna, il commissario può contare su validi alleati, ad esempio la criminologa Barbara Lunardon, donna affascinante e sicura di sé, che non si lascia intimidire dalle maniere brusche di Ardigò – anzi, forse tutt’altro. Lo scrittore lascia supporre – e sperare, perché no?, che la Lunardon diventi il secondo personaggio seriale dopo Malerba al fianco del nostro commissario. E’ una donna concreta, competente, che fornirà dettagli di importanza sostanziale per la soluzione del caso.

Un importante contributo arriverà inoltre dal tenente dei carabinieri Marco Fontana, investigatore tenace, il primo a scoprire la drammatica verità rimasta nascosta per anni tra le mura di un antico monastero.

Al fianco di Ardigò ritroviamo Federico Malerba, il cronista d’assalto che ottiene dalla gente della strada informazioni precluse ai poliziotti, l’amico sul quale Ardigò può sempre contare.

Dal sempre più serrato lavoro di squadra, emergono il ritratto di un assassino molto diverso dallo spietato “killer del rasoio” di cui parlano i giornali, e l’esistenza di un tragico retroscena.

 C’è di mezzo un bambino, con la sua innocenza cancellata, il suo futuro a brandelli. Ci sono torti che vanno vendicati, non importa quanto tempo sia passato.

Alla luce della nuova prospettiva, cambia tutto. Ardigò è finalmente sulla pista giusta.

Il ritmo narrativo è sostenuto e senza cedimenti. La trama riporta alla mente un fatto di cronaca nera nemmeno troppo lontano nel tempo, ma il riferimento non è casuale, come a far valere lo spirito giornalistico su quello del narratore. Davvero un bravo narratore, Fabrizio Carcano. “L’erba cattiva” (Mursia 2015) è il quinto dei suoi sei romanzi, che spaziano dal genere storico esoterico al giallo metropolitano.

Terri Casella Melville
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Lo scrittore:

Fabrizio Carcano è nato a Milano nel 1973. Giornalista professionista, ha iniziato a scrivere nel 1992 sulle colonne del «Giorno». In seguito ha collaborato con le testate «La Notte», «La Prealpina», TgCom, «Affari Italiani» e «la Padania», dove attualmente lavora come redattore politico.