Karin Slaughter – Scia di sangue

3441

Editore HarperCollins Italia
Anno 2017
Genere Thriller
430 pagine – brossura e ebook
Traduzione di Anna Ricci
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Per sempre non durava mai quanto uno pensava”.

Will Trent è un agente della squadra investigativa speciale del GBI, Georgia Bureau of Investigation. Quando il lunedì mattina con cui si apre la storia si incontra con la sua collega Faith Mitchell, scopre che il loro capo, Amanda Wagner, è già in fibrillazione sulla scena di un crimine, e sta fremendo in attesa del loro arrivo. C’è stato un omicidio, e le modalità con cui è avvenuto hanno portato a richiedere l’intervento della squadra speciale. L‘agitazione sulla scena del delitto è snervante. La vittima è un ex poliziotto in pensione. Il luogo del ritrovamento, un vecchio edificio all’apparenza trascurato ma che si scopre appartenere a Marcus Rippy, una vecchia conoscenza del detective Trent, e un incubo per il dipartimento di Atlanta che ha trascorso i sette mesi precedenti a cercare di incastrarlo, inimicandosi i poteri forti della città. Ma, soprattutto, una serie di impronte insanguinate fanno capire ai detective che sulla scena del crimine c’era un’altra persona. Una donna, che pare essere svanita nel nulla. Dalla quantità di sangue, il medico legale spiega agli agenti speciali che devono trovarla il prima possibile, perché l’emorragia è stata tanto copiosa da lasciarle ancora poche ore di vita. Il fattore tempo semina ansia e fibrillazione nei detective. Fin qui, nulla di nuovo per un veterano della Omicidi come Will Trent. Il problema è che lui quella donna la conosce molto bene, e sembra essere tornata dal suo passato per tormentarlo, rendendo la sua vita un incubo, trascinandolo con sé in un abisso di perdizione.

Karin Slaughter è una regina del thriller, incensata da colleghi come Michael Connelly e Kathy Reichs, sempre ai primi posti nella classifica del New York Times, con decine di milioni di copie vendute e legioni di fan in tutto il mondo. Non a caso, perché i suoi romanzi a cavallo tra il thriller e il police procedural sono davvero ben scritti e sempre minuziosi nel rappresentare le indagini e le psicologie degli investigatori. Peraltro, alcune descrizioni della violenza e degli aspetti più feroci del Male, rendono la Slaughter una delle autrici più coraggiose e “visive” che non ha nulla da invidiare ai suoi colleghi maschili. Anzi. Il fattore umano, l’abilità nel restituire l’animo dei personaggi, sono ciò che contraddistingue la scrittrice di Atlanta rispetto a molti thrilleristi statunitensi. Ed è questo che ha reso il personaggio dell’agente Will Trent uno degli investigatori letterari più amati d’America e d’Europa: Will Trent è un agente di polizia dal passato burrascoso, l’animo fratturato, tante cicatrici fisiche ed emozionali, un matrimonio molto difficile alle spalle. Indagando su questa scia di sangue che costituisce un puzzle a incastri, la sua strada si intreccerà di nuovo proprio con quella della pericolosa e folle ex moglie, Angie Polanski, una delle nemesi più riuscite nel panorama thriller internazionale.

Il romanzo è strutturato in tre macroparti: la prima, in cui vi è una dimensione più corale, segue le indagini della squadra speciale e tratteggia uno dei personaggi più riusciti della serie, la sessantenne dirigente di polizia Amanda Wagner che dovrà ricorrere a tutte le sue abilità diplomatiche e politiche per impedire che il caso mediatico relativo a Rippy, famosissimo giocatore professionista di basket e presunto stupratore, travolga il dipartimento di polizia. La seconda parte si concentra di più su Will Trent e la rossa Sara, coroner dell’ufficio del Medico Legale che collabora con la polizia, e sulla relazione sentimentale che lega i due personaggi; qui i toni in certi momenti si alleggeriscono, attraverso uno scavo psicologico sui personaggi che è la vera cifra stilistica della Slaughter, insieme ad alcune belle descrizioni delle passioni umane e delle fragilità interiori che ci rendono così complessi. La terza parte… è impossibile parlarne, perché le ultime 150 pagine del romanzo sono il nutrimento emotivo che ogni lettore di thriller si auspica e ricerca: ritmo irrefrenabile, colpi di scena a non finire, e blocchi e snodi di trama che finalmente si compenetrano rivelando il vero disegno della mente criminale dietro gli omicidi. Una particolare nota di merito al sapiente uso dei flashback che l’autrice dissemina per tutta l’opera. I suoi rimandi al passato dei protagonisti, e ai giorni precedenti all’omicidio, non arrestano mai la trama, ma al contrario le infondono forza propulsiva, solleticando la curiosità dei lettori. Il fatto poi che la Slaughter renda il lettore partecipe di alcuni dettagli, segreti, e informazioni, adagiandolo su un piedistallo di superiorità conoscitiva rispetto ai detective che ancora brancolano nel buio, le permette di giocare le sue carte migliori nel tratteggio psicologico attraverso una scrittura magnetica, pulita e cristallina, mai banale o sciatta, perfettamente funzionale al ritmo del racconto. Non solo puro intrattenimento in questo romanzo, perché la descrizione della cecità emozionale che ci colpisce nei rapporti con le persone che ci stanno accanto e che avrebbero bisogno di noi, non sfigurerebbe in un libro di letteratura “bianca”.

La Slaughter ha al suo attivo due serie, di cui quella su Will Trent è la più fortunata, ma anche diversi romanzi stand alone, peraltro molto belli. In Italia ha avuto una vita editoriale travagliata, sebbene in maniera minore rispetto ad altri colleghi; ora Harper&Collins le sta pregevolmente riservando le attenzioni che merita, ma la lettura di “Scia di sangue”, per un lettore che si appresta a partire da questo libro per leggere la serie di Trent, sarebbe pregiudicata da tutta una serie di rimandi e richiami a vicende passate legate alla saga, che lo confonderebbero, svelando alcuni colpi di scena importanti nei romanzi precedenti. Il mio consiglio è quello di procedere con metodo, partendo in ordine cronologico. In alternativa, per chi volesse avvicinarsi per la prima volta a questa talentuosa e rigorosa scrittrice, consiglio la lettura della novella “La mia vendetta”, sempre per Harper&Collins, che restituisce, sebbene in poche ma deliziose pagine, lo stile, la poetica, il ritmo e la vis letteraria di questa regina del thriller che quest’estate toccherà anche l’Italia nel suo tour promozionale.

Piergiorgio Pulixi

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La scrittrice:
Karin Slaughter è una scrittrice americana nota nel genere crime internazionale. Fra i suoi thriller, è nota la serie che ha come protagonista Will Trent, inaugurata con il best seller L’ombra della verità (Timecrime, 2012) e di cui Tre giorni per morire rappresenta il secondo volume. È stata insignita per quattro volte del prestigioso Crimezone Thriller Award.
Vive e lavora ad Atlanta.