Alessandro Berselli – Le siamesi

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Editore Elliot Collana Scatti
Anno 2017
Genere noir
126 pagine – brossura e ebook

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Berselli torna alla casa nera
“Le siamesi” rappresenta l’atteso ritorno di Alessandro Berselli al genere noir dopo 7 lunghissimi anni, correva l’anno 2010 quando Perdisa dava alle stampe “Non fare la cosa giusta”, ultimo excursus narrativo dello scrittore bolognese nei territori oscuri.
Ho sempre nutrito un debole per Alessandro Berselli, ritengo che abbia raccolto poco per quello che ha seminato. La sua doppia anima noirista/umorista si scontra e stride, riuscendo a ricreare un’amalgama contrastante che risalta con grande incisività questi due poli opposti ma interconnessi.
Se in “Non fare la cosa giusta” l’autore ci calava nei panni di un suo coetaneo, informatore scientifico, qui la sfida è doppia e azzardata.
Identikit del io narrante: femmina, adolescente, Ludovica. Una ragazza di famiglia altolocata, una mamma morta suicida, un padre, principe del Foro, tanto brillante nel lavoro quanto assente e incostante nella vita famigliare. Un’esistenza che si lascia vivere, senza entusiasmo e propositività. Un quotidiano sterile colmato solo da frivolezze, shopping compulsivo e rapporti sociali insignificanti. Fino all’incontro con Emanuele, giovane brillante, parlantina sciolta, humour sottile ed intelligente, fascino del maledetto. Scatta una scintilla, un’ambigua empatia. Emanuele invita Ludovica nel suo circolo di amicizie, le fa una proposta professionale, forse per Ludovica si apre una possibilità di riscatto (o di perdizione).
Sullo sfondo Laura, l’amica inseparabile del passato, le chiamavano “Le siamesi”, per il legame indissolubile, per entrambe uno scheletro nell’armadio molto scomodo. Un’amicizia che uccide, un’amicizia che salva.
“Le siamesi” è un romanzo crudele, sfacciatamente cinico, figlio del più dissoluto e perverso Bret Easton Ellis, autore seminale a livello d’influenze, qui omaggiato in maniera quasi ossessiva. Si percepisce nell’ostentazione dell’effimero, della griffe, del contorno asettico che prova a mascherare il malessere di vivere e il vuoto esistenziale. L’interesse di Berselli è ancora dedicato alla famiglia e, in particolare, all’universo giovanile, scandagliato con grande lucidità ed intelligenza, assorbendo e risputando, come la diga del Vajont, la fottuta ed impietosa cronaca che quotidinamente ci balza agli occhi. Berselli non giudica mai, ma taglia come una lama di rasoio. Il suo focus è quello dello scienziato che guarda dall’alto i topolini impazziti che si muovono nella gabbia.
Colpisce la scrittura costruita e concepita in maniera maniacale. Nessuna parola è lasciata al caso. Sotto questo aspetto “Le siamesi” giustifica i 6 anni di lavoro, e ciò nonostante non ne esce mai artefatta e fredda, ma picchia alla pancia e alle gengive con cattiveria inaudita. Ci sono pagine che gridano l’intervento dell’esorcista.
Straordinari i dialoghi e i fraseggi tra i protagonisti, criptici, marziali e manipolatori, a conferma che siamo “lemming” di una società dove è più importante l’apparire che l’essere.
Come dice Matteo Strukul, Alessandro Berselli è un ribelle del noir.
Noi abbiamo bisogno di rivoluzionari, di voci fuori dal coro.
Bentornato, Alessandro Berselli. Anima candida, anima marcia. Anime inseparabili, come due gemelle siamesi.

Marco Piva – Corpi freddi.
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Lo scrittore:
Alessandro Berselli è nato a Bologna nel 1965. Umorista, scrittore, docente di tecniche della narrazione, inizia la sua attività negli anni Novanta, collaborando con le riviste «Comix» e «L’apodittico». Dal 2003 comincia una carriera parallela come romanziere noir. Oltre alle raccolte di racconti Storie d’amore di morte e di follia (Arpanet, 2005) e Anni zero (Arpanet, 2012), nella sua bibliografia troviamo i romanzi Io non sono come voi (Pendragon, 2007), Cattivo (Perdisa Pop, 2009), Non fare la cosa giusta (Perdisa Pop, 2010), Il metodo Crudele (Pendragon, 2013), Anche le scimmie cadono dagli alberi (Piemme, 2014) e Kamasutra Kevin (Pendragon, 2016).