Editore Parallelo45 Collana Secondo millennio
Anno 2017
Genere Giallo
228 pagine – brossura e ebook
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L’astuzia della volpe è il terzo e ultimo episodio che conclude la saga di due famiglie irlandesi di antica nobiltà, Uì Bhrolchàin e Uì Chléirigh che nell’arco di novant’anni, hanno intessuto tra loro difficili rapporti d’amicizia e di odio.
Siamo ancora nel verdeggiante e maestoso scenario naturale del Connemara, la selvaggia regione dell’Irlanda più occidentale, nella contea di Gallowey, dove avevamo già incontrato i protagonisti della storia nei precedenti romanzi “L’ala del corvo” e “La fragilità della farfalla”.
Visto la serialità del narrare mi consentirete un antefatto esplicativo. Nei drammatici lunghi anni delle “Leggi Penali”, quando i cattolici irlandesi furono discriminati e privati dei loro diritti, il pastore anglicano Hugony Newman, legato alla famiglia dei Bhrolcháin, in quanto vedovo di Pádraigín Uì Bhrolcháin, l’amata nipote del vecchio capoclan, si era intestato tutte le proprietà della famiglia della moglie per salvarle dall’esproprio inglese. Aveva curato i loro interessi e aveva messo in funzione una grossa falegnameria, che impiegava tra gli operai anche alcuni religiosi cattolici rientrati di nascosto in patria dopo anni di esilio. A conti fatti un vescovo e cinque preti che, pur rischiando la vita se scoperti dagli inglesi, potevano predicare e dir messa, protetti da un manipolo di dragoni dell’imperatrice Maria Teresa d’Absburgo, comandati dal colonnello Bran Bhrolcháin…
E passiamo a L’astuzia delle volpe.
Siamo nel 1746. Il vecchio capoclan dei Brolcháin, sul letto di morte ha nominato come successore il pastore Hugony Newman, a scapito del suo erede diretto Bran Bhrolcháin, soprattutto in virtù del costante comportamento di filiale devozione e di estrema lealtà di Newman nei confronti dei parenti della moglie morta. Una scelta saggia e meditata, il pastore infatti è un uomo mite ma dalla personalità ferma, bravo a organizzare il commercio della lana, pilastro portante della sopravvivenza economica del clan, e in grado di accettare con serena equità il vangelo altrui. Insomma l’uomo giusto per mettersi al timone in momenti tanto difficili.
Poco dopo la falce del destino regala a Hugony Newman una lettera con i fatti e la certezza di un nome. Quella lettera è la tessera che mancava per completare il mosaico e accusare l’assassino di sua moglie mettendolo con le spalle al muro.
Potrebbe servirsene e ottenere immediata vendetta, ma qualcosa lo obbliga a riflettere. Sono i fantasmi del suo oscuro passato o la sfida titanica di un legame impossibile a renderlo prudente? Il matrimonio di Bran Ó Brolcháin e Labhaoise Uì Chléirigh, proibito dalla legge in vigore in Irlanda dal 1745, poiché lui è cattolico e lei anglicana? Quell’amore però, permetterebbe di rinnovare l’antica amicizia tra le due famiglie, potrebbe rappresentare una nuova vita, la speranza di un futuro migliore e, forse, una rinascita per l’intero popolo irlandese.
Ma prima di poter prendere una decisione, Hugony Newman viene travolto dagli eventi: Colla Ó Cléirigh, convertito alla Chiesa riformata anglicana, traditore e rinnegato, sta guidando i soldati inglesi nella radura delle due querce dove i sacerdoti cattolici stanno per celebrare clandestinamente una messa…
Cosa può fare per salvarli? È un inglese, una pastore anglicano: nulla, o almeno pare, lo lega agli irlandesi cattolici se non il senso dell’onore e una parentela acquisita. Ma Hugony Newman, affronta la situazione con l’astuzia di una volpe e, con un teatrale e scespiriano colpo di scena predisporrà un sorprendente finale,condito dal sapore della beffa. Sarà un pastore anglicano a dare il via a una ribellione contro l’oppressore inglese, dopo otto secoli di dominazione? Misticismo e spiritualità cristiana dominano su questa complessa trilogia, che non per niente gode della prefazione di Vittorio Rapetti. La storia, molto coinvolgente, ricostruisce e spiega con dovizia di particolari il senso delle radici degli irlandesi.
Nella stesura del testo, gli autori hanno scelto di adottare un linguaggio che spesso mette alla prova la memoria del lettore, posto inesorabilmente davanti allo scorrere di parole modificate dalla lingua locale, il gaelico, come gli stessi nomi delle persone. Per quelli però, mossi a compassione, hanno allegato un quadro albero genealogico completo della due famiglie coinvolte nella trama che aiuta non poco a raccapezzarsi.
L’astuzia della volpe ci fa rivivere un importante momento storico per l’Irlanda che per secoli ha vissuto la tragedia delle sanguinarie guerre di religione tra cattolici e protestanti. Barbari conflitti come tanti altri che per secoli hanno scritto la storia della «civile e civilizzatrice Europa cristiana» mortificando l’essenza stessa del cristianesimo, marchiando crudelmente le società con violenze fisiche e psicologiche ed edificando castelli di ignoranza esportati anche al di là dal continente. Conflitti che ci costringono a riflettere sulla attualità mondiale, conflitti che la saggia ma energica linea di condotta di papa Francesco tenta diplomaticamente e coraggiosamente di dirimere.
Patrizia Debicke
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Gli scrittori:
Maura Maffei è erborista, soprano lirico e fine conoscitrice della cultura irlandese. Ha collaborato tra il 2001 e il 2007 con il mensile Keltika. È autrice di una decina di romanzi storici editi da varie case editrici. Nel 1999 ha pubblicato per i tipi di Coiscéim di Dublino un romanzo in gaelico d’Irlanda, intitolato An Fealltóir. Ha ottenuto nel 2015 il primo premio assoluto al 56° Concorso Letterario Internazionale «San Domenichino Città di Massa» con l’inedito La sinfonia del vento, di prossima pubblicazione.
Rónán Ú. Ó Lorcáin è nato in Irlanda, dove attualmente vive, anche se ha abitato e lavorato per anni in Italia, con la quale mantiene forti legami affettivi e professionali. Tecnologo, progettista di talento, assai apprezzato nel suo settore per l’originalità dei tanti progetti da lui firmati, è anche musicista e traduttore. È soprattutto un appassionato linguista che crede nell’importanza dell’irlandese per il bene e il progresso della sua nazione.