Anne Holt – La paura

1946

Editore Einaudi Stile Libero Big
Anno 2017
Genere Thriller
552 pagine – brossura e ebook
Traduzione di Giovanna Paterniti

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Sei morti: un vescovo donna molto stimata e benvoluta, un richiedente l’asilo, un artista controverso, un tossico, la segretaria di una nota parlamentare, un’amica di una famosa documentarista.
Non è difficile capire il nesso tra tutti questi omicidi, l’autrice ce lo fa intuire abbastanza presto, la difficoltà sta nell’accettare il movente che spinge l’assassino. Un movente che si discosta da quelli classici: soldi, gelosia, vendetta, tanto per citarne alcuni; la motivazione è il puro odio.

Il tema è uno di quelli scottanti che fa discutere, che fa prendere radicali posizioni pro o contro sia da parte della gente “comune” sia da parte dei cosiddetti “intellettuali”. In alcune nazioni o società non vi sono più discussioni in merito essendo stati concessi democraticamente a tutti i cittadini gli stessi diritti e doveri (vorrei sottolineare il termine “doveri), in altre, questa tematica è tutt’ora oggetto di aspre discussioni politiche, sociologiche, morali e religiose, in altre ancora, chi promuove queste aperture, rischia la condanna a morte. Il romanzo ha il pregio di farci riflettere, senza alcun pregiudizio, ci invita a non arroccarci su posizioni inamovibili, a non giudicare coloro di cui non condividiamo il comportamento.

Torniamo al giallo in quanto tale: il caso, o meglio i casi, verranno risolti grazie al contributo di più personaggi. Il merito maggiore va attribuito, senza alcun dubbio, a Kristiane, una dolce e innocente quattordicenne autistica; c’è poi la madre Johanne che, con la sua perspicacia, scopre il punto in comune tra le vittime ed infine suo marito Yngvar Stubø, ispettore della Kripos determinato e perseverante nel seguire una pista. Yngvar è però scettico nei confronti delle intuizioni della moglie: tanto è pragmatico lui tanto è ispirata lei, c’è senza dubbio una velata rivalità nella coppia.

Altri personaggi contribuiscono a rendere vivace e interessante il giallo, ad ognuno di loro l’autrice dedica ampio spazio, mettendo in risalto pregi e difetti coinvolgendo così il lettore. Ci sono però delle apparizioni che non si capisce il perché siano state inserite, sembra quasi che la Holt o si sia dimenticata di Trude e di Petter (la prima cade dalla finestra il secondo partecipa al funerale di Winter), oppure che non abbia trovato la strada per proseguire la loro storia: il romanzo, già lungo, avrebbe tratto beneficio senza le pagine dedicate a questi due giovani. Scoperto l’assassino si è portati a credere che il romanzo non possa dare più nulla, ma non è così. Proprio nell’ultimo breve capitolo “L’incontro”, il libro ci offre la sua parte migliore: un uomo che indossa un paio di blue jeans americani e una camicia bianca senza cravatta e che ai piedi porta un paio di sandali chiusi davanti fa capire ad una giovane ragazza quanto sia bella la vita, l’amore.

Questo ragazzo in blue jeans è lo stesso angelo vestito da passante, come cantava Modugno, che, nel portare via un uomo da un ponte, gli fa capire come sia meravigliosa la vita, meraviglioso il sole, meraviglioso il bene di una donna che ama solo lui… se poi è una lei invece che un lui non ha alcuna importanza.

Aurelio Morandi

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La scrittrice:
Anne Holt (1958), avvocato, giornalista e dal 1996 al 1997 ministro della Giustizia norvegese, è una delle piú importanti scrittrici di gialli scandinavi. È nata a Larvik e cresciuta tra Lillestrom e Tromsø in Norvegia. Ha vissuto negli Stati Uniti, a Dallas e nel Maine, dove ha frequentato il liceo. Oggi vive a Oslo con la moglie e la figlia, nata nel 2002. Ha lavorato anche come collaboratrice per diversi media e curato una rubrica di calcio, sua grande passione.
Le sue due serie, quella incentrata sui detective Johanne Vik e Yngvar Stubø, nonché quella con protagonista l’ispettore di polizia Hanne Wilhelmsen, hanno venduto milioni di copie in tutto il mondo. Della prima serie Einaudi Stile Libero ha già pubblicato Quello che ti meriti , Non deve accadere, La porta chiusa e La paura; della seconda, La dea cieca , vincitore del Premio Riverton per il miglior giallo norvegese dell’anno, La vendetta, L’unico figlio, Nella tana dei lupi, Il ricatto, La ricetta dell’assassino, Quale verità, Quota 1222 e La minaccia.