Giada Trebeschi – Il vampiro di Venezia

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Editore Oakmond Publishing
Anno 2017
Genere Storico / Mistery
250 pagine – brossura e ebook

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«La vita della carne è nel sangue. Nessuno di voi mangerà del sangue perché la vita d’ogni carne è il sangue; chiunque ne mangerà sarà sterminato».

Venezia, 1576. La città è in ginocchio a causa della “Morte Nera”. La peste ha mietuto più di cinquantamila vittime nell’arco di un anno, falcidiando un terzo della popolazione. I corpi vengono ammassati sulle rive dei canali in attesa dei barconi dei monatti che li porteranno nei cimiteri per disfarsene.
La paura serpeggia tra i sopravvissuti, alimentata dall’ignoranza e dalla superstizione, quasi che la pestilenza fosse soltanto l’evento anticipatore di un castigo divino di ben più malevola portata. Il Doge e i suoi Signori di Notte hanno il loro bel da fare per garantire l’ordine pubblico e impedire che le credenze popolari istighino la popolazione ad atti di follia collettiva. Infatti, nonostante la pestilenza, la città vive uno dei momenti più fulgidi dal punto di vista commerciale: Venezia è una città dove tutto è in vendita, dove ogni cosa e ogni persona hanno un prezzo. Letteralmente. Turchi, giudei, cristiani, e mercanti orientali fanno affari tra loro senza alcuna remora. Non esiste merce che non sia reperibile tra le calli veneziane.

Le religioni, i colori dei volti, non fermano il costante fluire di denaro, e le imbarcazioni che attraversano i canali e i navigli trasportando mercanzie da tutto il mondo conosciuto. Nemmeno la peste ci riesce. È in questo scenario affascinante, sontuosamente e minuziosamente descritto dall’autrice, che prende abbrivio una storia di sangue e blasfemia. In concomitanza alla scoperta di una “masticatrice di sudari”, una sorta di vampiro che si pasce di sangue umano nell’Isola del Lazzaretto Nuovo, Venezia è testimone di una serie di omicidi efferati, densi di significati simbolici, con un modus operandi simile che porta gli inquirenti a ipotizzare che sia opera di una stessa persona, o meglio: di uno stesso essere scaturito dalle tenebre della ragione: un Nachzehrer.

Il Doge Alvise I Mocenigo non può permettere che la popolazione ne venga a conoscenza: teme l’isteria generale e una rivolta popolare. Affida così le indagini a un magistrato pragmatico e affidabile, Orso Maria Pisani, Signore di notte al Criminàl del Sestiere di Dorsoduro, che inizia a indagare, convinto che dietro i mostruosi omicidi ci siano mani – per quanto perverse e brutali – umane. Ma di pari passo con il numero dei delitti pare accrescere anche l’efferatezza nelle modalità con cui questi avvengono; così viene affiancato al magistrato una figura semileggendaria: quella di Nane Zenon un alchimista dedito anche alle arti oscure e alla negromanzia: un uomo che ha fatto dello studio del male e delle tenebre la sua ragione di vita; un individuo enigmatico e sfuggente che si rifugia nell’abbraccio consolatorio dell’oppio per smorzare la furia dei ricordi che lo opprimono.

Affiancati dal personaggio del medico ebreo Giacobbe Calimani, qui in funzione di medico legale, che la notte è costretto a rinchiudersi nel ghetto per via della sua origine, i due investigatori si metteranno sulle tracce del “vampiro” in una Venezia cupa e decadente, popolata da comprimari di grande spessore come i fratelli Foscari, o il levantino Adàmas, abile mercante dall’intelligenza luciferina e dalle innate doti manipolatorie, sempre accompagnato dal fido Paulus, un ex giannizzero e schiavo siriano dalle proporzioni ciclopiche, uno dei personaggi più epici e meglio strutturati di questa storia dove tutti sfoggiano doti camaleontiche e mercuriali. Per non parlare della misteriosa ed evanescente Diamante, controparte femminile di Adàmas di cui dice essere parente stretta, la cui bellezza disarma e strega tutti gli uomini che hanno la fortuna – o la sfortuna? – di imbattersi in lei, i due investigatori compresi che inevitabilmente si troveranno catapultati in giochi di palazzo, tra bellissime e ambigue cortigiane, uomini di Dio votati soltanto alla perversione e al profitto, inquisitori senza scrupoli, giudici corrotti, e una Serenissima che dietro la facciata maestosa e rutilante nasconde un’anima corrotta e perduta da tempo.

L’odore dolciastro dei cadaveri si mischia a quello ferroso del sangue, e nemmeno le sontuose fragranze dell’olio di Argan e delle gocce di gelsomino che ingentiliscono la pelle nivea di Diamante riescono a toglierci l’acre olezzo di violenza dalle narici. L’autrice è molto abile a tratteggiare con verosimiglianza e lodevole cura dei dettagli la società veneziana della fine del XVI secolo, regalando ai suoi lettori una storia che affonda le radici nel ritrovamento, (in questo caso reale), del così chiamato “Vampiro di Venezia”, ovvero lo scheletro di una donna con un mattone in bocca, risalente proprio agli anni della grande peste, rinvenuto sull’isola del Lazzaretto Nuovo negli scavi archeologici a cavallo tra il 2006 e il 2008.

Questo avvenimento ha scatenato l’immaginazione di Giada Trebeschi – un passato da insegnante universitaria, e storica di professione – che ha costruito un eccellente romanzo storico dove attraverso il dipanamento della trama mistery riesce anche a descrivere un affresco sociologico di una Venezia molto diversa da quella odierna, dove però la libertà di pensiero e di costumi ha davvero precorso i tempi; e inserendoli tra la bruma caliginosa della laguna, a bordo delle gondole, nascosti da maschere di grifoni, Giada Trebeschi dona vita a una galleria di personaggi ben tratteggiati nella loro umanità e nel desiderio di trovare un senso in una città che pare essere stata fagocitata dal caos e dall’entropia generata dalla superstizione. Anche lo stesso Orso Pisani arriva a dubitare della reale natura di questi omicidi, perché la scrittrice è molto sapiente nel dosare superstizione e razionalità in una miscela che metterà in dubbio tutte le certezze del magistrato. E anche quelle dei lettori.

Piergiorgio Pulixi
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La scrittrice:
Giada Trebeschi nasce nel 1973 e cresce a Bologna.
È autore di romanzi, racconti brevi, saggi, sceneggiature e pièces teatrali.