Richard Cox – Un’estate da ragazzi

2482

Editore Baldini & Castoldi
Anno 2017
Genere Thriller
511 pagine – brossura e ebook
Traduzione di S. Folin

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Quando leggo un articolo in cui si accosta un nuovo romanzo ad “It”, le antenne del mio scetticismo diventano molto sensibili. Credo che sia impossibile raggiungere la perfezione del capolavoro di Stephen King, tuttavia, il fatto di leggere un libro che potrebbe risvegliare i ricordi delle avventure di Bill Denbrough, dei sui piccoli amici e del loro “Club dei perdenti”, stimola la mia curiosità. Ho quindi affrontato la lettura di “Un’estate da ragazzi” senza alcun pregiudizio. La vita di Bobby Steel, Jonathan Crane, David Clark, Alicia Ulbrecht, Adam Altman e Todd Willis, ragazzini di appena dieci anni, viene segnata in modo indelebile da un tremendo urgano che nell’aprile del 1979 distrugge Wichita Fall provocando decine e decine di morti.

Ognuno di loro perde un familiare o rimane ferito, tutti sentono una strana musica tra le urla strazianti del vento. La loro personalità, già segnata in modo indelebile dal fenomeno naturale, viene condizionata, negli anni successivi, dal comportamento dei genitori: una madre ossessionata dalla verità e che odia chi mente, un padre che non ha fiducia nelle capacità del figlio, altri tormentati dalla religione. Un salto temporale ci proietta nel maggio del 2008 dove ritroviamo i ragazzini ormai adulti che non sono riusciti a fare nulla di eclatante salvo uno che, grazie al suo fiuto per gli affari, diventa miliardario.

L’autore ci conduce con abilità avanti e indietro nel tempo più volte così da poter osservare, come se fossimo di fronte a due specchi segreti, la crescita sia dei ragazzini sia degli adulti, l’evolversi dei loro rapporti interpersonali, le loro fragilità, i loro tradimenti, i loro punti di forza. Richard Cox ci porta ora nel giugno del 1978: i nostri sei protagonisti sono  adolescenti alle soglie della pubertà. Fondano un club “Boys of Summer”, come tutti i ragazzi della loro età ne combinano di tutti i colori fino a giungere a gravi atti di vandalismo come incendiare un ristorante e una casa.
Non aspettatevi una cementata amicizia, nessun “patto di sangue”, pochi interessi comuni se non quelli di giocare a Dungeons & Dragons o di ascoltare delle melodie strepitose che Todd riusciva a tirar fuori dalla sua tastiera Casio. Dotato di una sorta di prescienza Todd, il trascinatore del gruppo, suona anche una canzone “Boys of Summer” che Don Henley, batterista degli Eagles, lancerà due anni dopo: nessun dubbio sul riferimento al romanzo  la “Zona morta” peraltro citato nel testo.

Non c’è nessun eroe tra di loro, nessuno disposto a sacrificare la propria vita per l’altro come mi sarei aspettato da un romanzo del genere forse perché i personaggi, sia adulti sia adolescenti, – seppur ben tratteggiati – mancano di spessore. Non si riesce ad affezionarsi a nessuno di loro. Torniamo al maggio del 2008: il brutale assassinio del padre di David da parte di Bobby e una serie di incendi costringerà il gruppo a ritrovarsi per mettere, una volta per tutte, le carte in tavola confrontandosi con gli aspetti più oscuri della loro adolescenza e ad affrontare un nuovo distruttivo tornado, una bestia dieci volte più potente di quello che li aveva segnati da bambini.
È più evidente che Cox si sia ispirato ai romanzi di formazione di King, ma la freccia colpisce solo la parte esterna del bersaglio,  ha voluto anche omaggiare lo scrittore del Maine citandolo per ben tre volte.  “Un’estate da ragazzi” si legge comunque volentieri, notevole il finale con un interscambio tra il ruolo di un protagonista e quello dell’autore, la realtà che diventa finzione e la finzione che appare come realtà, tanto che il lettore si chiede: “Ma chi ha scritto il romanzo, Richard Cox o Jonathan Crane?”

Aurelio Morandi

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Lo scrittore:
Richard Cox è nato in Texas e vive a Tulsa. Questo è il suo primo romanzo tradotto in Italia.