Alessandro Perissinotto (Arno Saar) – La neve sotto la neve

2711

Editore Mondadori
Anno 2017
Genere Giallo/Thriller
250 pagine – rilegato e ebook

[divider] [/divider]

“La neve sotto la neve” è il secondo romanzo di Arno Saar, pseudonimo baltico del più noto ed apprezzato autore Alessandro Perissinotto; il primo libro “Il treno per Tallinn”, pubblicato nel 2016, ha scalato le classifiche del genere in Estonia. Con questo nuovo romanzo, lo scrittore torinese esce allo scoperto rivelandoci chi si nasconde dietro la penna di Arno Saar, e ci porta nuovamente nella cittadina di Tallinn dove vive e lavora il commissario Marko Kurismaa. Ma veniamo ai fatti.

Tra le baracche di Kopli, zono periferica e malfamata della città estone, viene ritrovato il corpo di una giovane donna, completamente nudo e disteso su un divano, semisepolto sotto la neve. Ad investigare sul caso viene chiamato il commissario Marko Kurismaa, conosciuto e stimato membro della polizia, a sua volta affiancato dall’ispettrice Kristina Lupp. Inizia così una corsa contro il tempo per identificare la vittima, scoprire chi è coinvolto e se altre donne sono in pericolo di vita, stanare l’assassino.

Marko Kurismaa è un personaggio dotato di fiuto investigativo e capacità di “abduzione” che, come ci viene descritta dall’autore stesso, è una modalità di procedere attraverso ipotesi motivate, nella loro probabilità di esattezza, dall’esperienza precedente. Kurismaa, giovane promessa dello sci di fondo e figlio di uno scrittore dissidente rinchiuso in un campo di rieducazione sovietico, non crede né in Dio né negli uomini, si fida di pochissime persone (tra queste il patologo legale Dott. Parn, con il quale è protagonista di arguti e divertenti scambi di battute, e il giovane sottoposto Kaspar Mand) e possiede grande capacità di empatia con le vittime. Kurismaa è tutto d’un pezzo, armato del suo “taccuino delle scorciatoie” (la lista dei contatti) non esita a manipolare le procedure per raggiungere i propri obiettivi, sempre orientati al salvataggio di vite umane; non si lascia fermare nemmeno dalla narcolessia di cui soffre e che spesso lo rallenta e lo penalizza. Perissinotto descrive in profondità questo personaggio, ci mostra le debolezze e i punti di forza, ci rende testimoni della sua vita personale quanto di quella professionale. Accanto a Marko Kurismaa, come partner in questa indagine, ma anche, segretamente, come partner nella vita, troviamo l’ispettrice Kristina Lupp, dirigente della sezione Crimini Domestici e Violenze sulle donne. La sua voce, all’interno del romanzo, appare in secondo piano rispetto a quella di Kurismaa, sempre gregaria; il suo ruolo principale, a mio avviso, è di essere portavoce di realtà (molto attuali!) che coinvolgono donne in relazione a crimini domestici e non, ma senza mai raggiungere lo status di vera e propria denuncia sociale.

Oltre a questi personaggi, la parte del leone, onnipresente in tutto il romanzo, è svolta dalla città di Tallinn e dalla neve che scende e la ricopre in ogni ambientazione. Perissinotto descrive sapientemente e minuziosamente la città, dal centro storico, alle zone industriali abbandonate, dai locali alla moda a quelli più infimi ed equivoci. Ogni descrizione ci rammenta che l’occupazione sovietica ha lasciato segni ancora ben presenti (per Kurismaa vere e proprie ferite) e che il freddo e la neve condizionano ogni scelta e ogni risultato; la loro presenza all’interno del romanzo è talmente suggestiva e realistica da poterne percepire il freddo e la consistenza soffice anche dalle pagine digitali del mio e-reader.

Perissinotto scrive bene, non ci sono dubbi, è elegante e minuzioso, sa rendere molto bene sia l’ambiente emotivo, sia quello fisico, ma c’è un “ma”; durante la lettura ho avuto spesso l’impressione che all’autore interessi raccontare l’ambientazione più che la storia in sé. La struttura narrativa non è priva di sbavature, le intuizioni di Kurismaa sono a volte a dir poco forzate, la storia procede lenta con sporadiche impennate e nel complesso il romanzo fatica a decollare; un po’ come un aereo bloccato su una pista ghiacciata o come una lenta e faticosa camminata sulla neve, per restare in tema. La trama mistery/giallistica, sebbene infarcita di personaggi nel complesso convincenti e discrete procedure, non riesce ad essere davvero avvincente e appassionante, non ti tiene incollata al libro per così dire; personalmente, è ciò che mi aspetto da un romanzo di questo genere.

In conclusione, la lettura è stata piacevole e mi ha intrattenuto, la consiglio se non siete amanti della suspense e se vi piace l’idea di leggere sul divano, sotto la copertina, in una lunga sera invernale.

Barbara Gambarini

[divider] [/divider]

Lo scrittore:
Alessandro Perissinotto nasce a Torino nel 1964.
Alla narrativa approda nel 1997 con il romanzo poliziesco L’anno che uccisero Rosetta (Sellerio), storia di un’indagine condotta negli anni ’60 in un remoto paese delle alpi piemontesi, al quale fa seguito, nel 2000, La canzone di Colombano (Sellerio – Premio Fedeli), un “noir”  ambientato tra Val di Susa e Delfinato all’inizio del Cinquecento. Treno 8017 (Sellerio 2003) è ancora una storia con delitto che prende le mosse da un fatto vero, la morte di oltre cinquecento persone in un incidente ferroviario del 1944, un incidente poco noto e mai chiarito. Nel 2004 pubblica per Rizzoli Al mio giudice (Premio Grinzane Cavour 2005 per la Narrativa Italiana, Premio via Po 2005, Premio Chianti 2005-2006), un noir epistolare che porta alla luce le criminali spericolatezze della finanza on-line. Del 2006 è   Una piccola storia ignobile (Rizzoli – Premio Camaiore), un’indagine nella banalità del male condotta da una psicologa, Anna Pavesi che usa la sua conoscenza dell’animo umano come altri detective usano i mezzi della polizia scientifica.  E Anna Pavesi torna anche in L’ultima notte bianca, ambientato nella Torino olimpica, tra la gente esclusa dalla grande festa. Nel 2008 la riflessione sul poliziesco si sviluppa anche in forma saggistica con La società dell’indagine (Bompiani), mentre la sua produzione narrativa si arricchisce con il terzo volume della saga di Anna Pavesi: L’orchestra del Titanic (Rizzoli).   Conclusa la trilogia dedicata ad Anna Pavesi, decide di andare oltre il poliziesco per giungere a un  romanzo che, pur conservando i ritmi del noir, si svincoli dagli schematismi dell’indagine, un romanzo di sempllice e dolorosa denuncia. Nasce così Per vendetta (Rizzoli 2009), una storia d’amore e di follia, ambientato in un’Argentina che non ha ancora sanato le ferite lasciate aperte dalla dittatura.

L’itinerario nel romanzo sociale prosegue con Semina il vento (PIEMME 2011, premio Selezione Bancarella 2012, Premio Fenice Europa 2012), con Le colpe dei padri (PIEMME 2013, secondo classificato al premio Strega 2013, Premio Sila 2013, Premio Peradotto 2013) e con Coordinate d’oriente (PIEMME 2014, Premio Biella Letteratura e Industria 2015).
I suoi romanzi sono stati tradotti in numerosi paesi europei e in Giappone.

E’ editorialista per Il Mattino di Napoli e per La Stampa di Torino.