Joyce Carol Oates – Il paese delle meraviglie. Epopea Americana

1848

Joyce Carol Oates è una scrittrice americana. Per il Saggiatore sono usciti Ragazze cattive (2004), Per cosa ho vissuto (2007), La ballata di John Reddy Heart (2010), Acqua nera (2012), Una famiglia americana (2014), Zombie (2015), Jack deve morire (2016) e la quadrilogia Epopea americana (2017): Il giardino delle delizie, I ricchi, loro e Il paese delle meraviglie.

Questi ultimi due titoli sono in libreria dal 19 ottobre 2017 e noi vi vogliamo parlare di entrambi:

Un colpo di pistola nella notte uccide Bernie Malin. Loretta, la giovane amante che giaceva di nascosto con lui, fugge portando in grembo il loro figlio illecito, Jules. È il tramonto degli anni trenta in un’America patriarcale e sanguinolenta: lo spettro della Seconda guerra mondiale
si avvicina a grandi passi minacciando il sogno americano.
Loretta, Jules e la seconda figlia Maureen iniziano a spostarsi di città in città alla ricerca di una nuova vita, precipitando in giri di malaffare e criminalità, incontri
torbidi e stupri. Nel terzo capitolo dell’Epopea americana, Joyce Carol Oates riscrive il racconto epico di un’America spregiudicata e selvaggia, dalla Grande depressione fino alla sommossa di Detroit del 1967. Le storie di Loretta, Maureen e Jules sono intrise di satira e miraggi apocalittici, viaggi di fortuna e corse in ospedale, incubi abissali e sogni microscopici in cui il destino sembra aver scelto la sua vittima sacrificale: loro.

 

Il piccolo Jesse apre la porta di casa. Alle sue spalle, il padre apre il bagagliaio dell’auto da cui sono scesi: forse c’è un regalo dentro, pensa Jesse, forse un albero di Natale. Apre la porta e un odore dolciastro, di carne, lo investe. Poi vede gli schizzi rossi a terra. Vede suo fratello Bobby, la testa girata da un lato, gli occhi aperti ma spenti. Poi alza lo sguardo e li vede tutti: sua sorella Jean, riversa accanto a una lampada rotta; Shirley con le braccia strette al ventre; la madre in poltrona, con la testa rovesciata indietro, la gola squarciata. E il sangue, il sangue dappertutto, a terra, sotto le suole, sulle pareti. E il rumore della porta che si apre di nuovo, i passi del padre, il clic del fucile, e Jesse che inizia a correre, attraverso il sangue, e poi fuori, nel buio della notte, inseguito dagli spari…

Salvo per miracolo dal massacro che ha sterminato la sua famiglia, oggi Jesse Vogel è un neurochirurgo di fama, uno scienziato dall’intelligenza acuminata e dalla curiosità morbosamente deforme, attirata da tutto ciò che è strano, inquietante, mostruoso. Come la comune hippie in cui fugge sua figlia Michelle, attratta in quel bizzarro inferno di droga e deliri lisergici da un carismatico, vampiresco guru della controcultura, Noel, fratello spirituale dei telepredicatori infervorati di loro. Jesse, moderno cavaliere in armatura sfavillante, farà di tutto per riprendersi Michelle, ma non c’è consolazione che attenda la giovane fanciulla in pericolo, e la sua salvezza assomiglierà a una dannazione…

Nel quarto e ultimo volume della sua Epopea americana, Joyce Carol Oates si rivolge alla tradizione del romanzo gotico per raccontare la definitiva, postrema trasformazione del sogno americano in incubo: le ataviche colpe familiari che avvelenavano gli interni di Nathaniel Hawthorne sono, qui, quelle di un’intera nazione, che ha smarrito ogni innocenza, ogni grazia originaria. Il giardino edenico delle delizie è sfiorito, e al suo posto si aggroviglia un soffocante paese delle meraviglie da cui nessuna Alice può fuggire. È il paradiso perduto. L’America di oggi.