Roberto Riccardi – La notte della rabbia

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Editore Einaudi
Anno 2017
Genere Noir
328 pagine – brossura e ebook

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Roberto Riccardi, colonnello dell’arma e scrittore, torna alle stampe con “La notte della rabbia”, edito Einaudi.Protagonista Leone Ascoli, anch’egli, come l’autore, colonnello dell’Arma. Un libro che racchiude tra le sue pagine, in particolare, due eventi della storia che hanno segnato profondamente l’Italia e il mondo intero : gli anni di piombo e Auschwitz. Siamo a Roma e i terroristi delle SAP (Squadre d’Azione Proletaria) rapiscono il professor Claudio Marcelli “la mente illuminata a cui si doveva la proposta di riforma della legge penale. Un pacchetto di norme che il consulente del governo aveva ideato e custodiva nella cassaforte di un buio ufficio ministeriale”.
A morire sotto i colpi dei terroristi il suo agente di scorta, Rosario Greco, di soli ventidue anni. “Rosario Greco, l’ultimo martire di una causa insensata. L’ennesima follia della storia, un’onda di morte germogliata nelle viscere del fanatismo umano. Non era il primo orrore che vedeva , ne aveva vissuti di ben peggiori sulla sua pelle. Era abbastanza esperto delle cose del mondo da sapere che non sarebbe stato l’ultimo”.

L’altro orrore, frutto della follia umana, vissuto da Ascoli è Auschwitz. Sono passati trent’anni ma il ricordo è indelebile, impossibile cancellare le violenze, le atrocità, le crudeltà, la scritta A-5786 sul suo avambraccio sinistro. Anima, cuore, mente di Leone Ascoli non possono debellare ciò che è stato e che lo ha così tanto ferito.
Il colonnello è al comando del reparto antieversione come responsabile dell’antiterrorismo, reparto che egli stesso ha istituito dopo essere riuscito a catturare Massimo Arduini, capo delle SAP. Ma la cattura di Arduini, avvenuta due anni prima, chiaramente non ha significato la fine delle Squadre d’Azione Proletarie e il lavoro per l’unità antieversione è ancora lungo e lastricato di difficoltà.
Un contributo valido ed importante arriverà anche dal magistrato Tramontano che collaborerà attivamente con il colonnello. Tramontano è “onesto fino al midollo. Ce ne fossero stati dieci, come lui, l’Italia sarebbe diventata una sorta di Disneyland e Ascoli si sarebbe ritirato da qualche parte, magari a pescare su una barca. Sai che noia, pensò.”

E’ una corsa contro il tempo, prima di tutto per evitare in tutti i modi che i terroristi che tengono in ostaggio il professore lo uccidano. E poi l’unità ha addosso l’opinione pubblica, la stampa, la politica e vertici dell’Arma (anche se all’interno di questi ultimi due si annida chi rema contro).
Struggente la paura del professore , il suo chiedersi se tornerà o meno a casa, se avrà salva la vita o se dovrà dire addio per sempre alle donne della vita, sua moglie e sua figlia. “Le scelte sbagliate dalle quali non c’era ritorno, gli affetti che rischiava di perdere, le cose che si sentiva sgusciare tra le dita. Mai più rimorsi, mai più rimpianti, parole non dette o atti mancati”.
Struggente l’amicizia di Leone con il partigiano Bepi, quel partigiano che che con lui ha condiviso la permanenza forzata nel campo di sterminio.
Struggenti i ricordi di quella permanenza, ogni singolo momento vissuto in quel luogo di morte.
Struggente la vita personale di Ascoli. Lui e sua moglie Miriam avevano acquistato un casale immerso nel verde a Soriano nel Cimino. Ma i loro sogni di trascorrere lì i loro momenti di tranquillità e la loro vita da pensionati erano svaniti. Il colonnello ha perso sua moglie cinque anni prima per un male incurabile.

Neanche la consolazione di un figlio per Leone, considerata la scelta fatta con Miriam perché “Si può mettere un bimbo in un mondo capace del male assoluto?”.
Una storia, più storie amare, amarissime. Per la scelta dei due periodi storici trattati e raccontati. Attraverso l’abile penna dell’autore attraversiamo e guardiamo quei terribili momenti anche mediante un profondo ed interessante tratteggio dei diversi protagonisti.
Ognuno di loro diventa parte integrante della storia, ognuno di loro lascia un’impronta nel bene e nel male, e solo alcuni di loro si interrogano, si pongono dubbi sulla validità delle loro azioni, sul perché sono arrivati a compierle, quelle azioni. E se sono solo alcuni poco importa, l’importante è quei dubbi e quegli interrogativi arrivino, altrimenti non cambierebbe mai nulla e questo rappresenterebbe davvero la fine della speranza.
Ed è proprio la speranza a chiudere il libro, a portare Leone Ascoli a guardare alla vita con occhi diversi.
La notte, fatta di buio e paure, passa e arriva il giorno, la nebbia svanisce e si ricomincia a intravedere uno spiraglio di luce. Consigliatissimo!

Cecilia Dilorenzo

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Lo scrittore:

Roberto Riccardi (Bari, 1966) è colonnello dei carabinieri. Ha esordito nel noir con Legame di sangue (Giallo Mondadori, 2009), cui hanno fatto seguito I condannati (Mondadori, 2012), Undercover (e/o, 2012), Venga pure la fine (e/o, 2013) e La firma del puparo (e/o, 2015). È anche autore di libri sulla Shoah: Sono stato un numero(Giuntina, 2009; premio Acqui Storia), La foto sulla spiaggia (Giuntina, 2012) e, insieme a Giulia Spizzichino, La farfalla impazzita (Giuntina, 2013). Per Einaudi ha pubblicato La notte della rabbia (2017).