Stefania Paglia – Sparizione Alla Fattoria Millecolori

1985

Editore Laruffa Collana Piccoli Noir
Anno 2017
Genere: favola noir
74 pagine – ebook
Disegni di Demetrio Micalizzi


L’idea per una nuova collana editoriale indirizzata a un pubblico molto giovane e legata al noir – diretta da Cristina Marra – ha solleticato la mia curiosità. Così, senza troppi indugi e per avere un riscontro il più possibile coerente, ho coinvolto la mia “lettrice tipo” dandole in pasto questo racconto: mia figlia Emma, di sette anni (e mezzo, mi raccomando). Lo abbiamo letto insieme come favola della buona notte. Faccio una premessa nella premessa: Emma è, nonostante i suoi sette anni (e mezzo), una lettrice ancora sporadica, ma dai gusti molto definiti. Non ama le melensaggini principesche, ma le piacciono – a pari merito – mostri orrendi e unicorni, avventure di pirati, le favole mitologiche, ma anche Scooby Doo. Insomma, per dire, che non ho una aspirante all’Accademia della Crusca, ma una bimba normale. La recensione nasce dalla chiacchierata che abbiamo avuto durante e dopo aver finito il racconto, più alcune osservazioni mie personali. Non fatevi trarre in inganno dal fatto che il libro sia stato scelto quale favola della buona notte: la destinataria è ben lungi dall’addormentarsi così facilmente, quindi l’attenzione era assolutamente completa.

A grandi linee il racconto le è piaciuto e credo che una buona fetta della sua attenzione fosse anche dovuta al fatto che le avevo detto che avrei scritto la recensione al libro con il suo aiuto. Così, il giorno dopo averlo finito, mi ha tampinato tutto il pomeriggio per “scrivere sul blog di Cecilia” e allora mi sono seduto con lei, il computer in grembo e via. Tra le prime cose che mi ha fatto notare è stata la presenza di tanti personaggi i cui nomi spesso non riuscivamo a ricollocare all’animale corrispondente. L’espediente di far rimare il nome con la razza (Gallo Adamello, Ghiro Ciro, etc), ci veniva in aiuto, ma in generale la messe di personaggi ha fin da subito distratto dalla trama.
Emma, che non è ancora logorroica quanto suo padre, mi ha poi confidato che la storia sarebbe stata anche carina: “Però, papà, qui piangono sempre…”

Mia figlia sarebbe la gioia di ogni redattore: stringata, minimale, efficace. Ecco il motivo per cui intervengo io (eh, eh). Il racconto viene presentato, nella sua introduzione, come facente parte di una collana dedicata a bambini e ragazzi con la passione per le indagini. Questa prima uscita, per quanto mi riguarda, è molto più un libro per bambini – che per ragazzi – e di indagini alla “Sherlock Holmes” vi è una flebile traccia. C’è un fine educativo – che sembra sia un must to have per l’editoria per bambini – che spesso deborda. Viene raccontata una vicenda che dovrebbe, attraverso gli accadimenti, mostrare come non ci si debba arrendere di fronte alle avversità e ai pregiudizi, ma credere fino in fondo nei propri sogni e nell’amore. L’aspetto “giallo” è molto laterale, impalpabile, a meno di voler considerare “giallo” la sparizione di un uovo.

Iniziare i piccoli lettori al genere noir con questa bella Collana intitolata “Piccoli Noir” è un’iniziativa molto interessante, anche se forse manca l’introduzione al valore e al concetto di noir. Magari Piccoli Gialli non suonava un granché, ma l’avrei trovato più consono…
Trovo utile, in ogni caso, la finalità pedagogica della lettura, dell’insegnamento. Sarebbe stato ancora meglio che la percezione dell’intento si presentasse in modo sottile, come una sorta di reflusso, che ti torna in mente a lettura ultimata. Un’idea apprezzabile che deve ancora prendere la rincorsa per decollare, siamo ancora agli inizi…
Un editore da tenere d’occhio, con la speranza che sia disposto a sdoganare il modello e a trattare l’aspetto “noir” anche attraverso gli occhi dei bambini che – molto più degli adulti – sono capaci di distinguere dove stanno le cose buone e dove invece stanno quelle cattive.

Emma, dal canto suo, ha comunque detto che il libro “è carino, papi. Puoi scrivere che è carino”. Quindi, se volete leggere un libro “carino” ai vostri figli, ecco qui.

Michele Finelli

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La scrittrice:

Stefania Paglia è nata a Roma, città che adora e dove vive attualmente, nel 1975. A 20 anni si ritrova coinvolta in un incidente stradale che le cambierà per sempre la vita.  Da questo episodio ha saputo trarre la forza per non arrendersi mai e si laurea in Giurisprudenza all’Università “La Sapienza” di Roma. Da sempre è innata in lei la passione per ogni forma di scrittura. Nel 2009 pubblica con la Sovera Ed. Ego, il viaggio introspettivo del trauma subito in gioventù, una storia sofferta che vuole essere un incentivo a superare le contrarietà della vita.
Nel 2010, sempre con Sovera, Stefania si cimenta nel giallo Quello che non ti aspetti, dove i colpi di scena si susseguono uno dopo l’altro innescando un gioco avvincente di intrighi ed intrecci. Nel 2011, chiude la trilogia con la Sovera pubblicando la raccolta delle sue liriche, che ripercorrono tutti gli stadi della sua giovane vita, dai sogni della fanciullezza alle inquietudini dell’adolescenza fino ad arrivare alla consapevolezza di una maturità raggiunta.