Editore Emons Collana Gialli Tedeschi
Anno 2018
Genere Giallo
288 pagine – brossura e ebook
Traduzione di Alessandra Petrelli
Scusate le briciole, ma mentre scrivo sto addentando una torta mimosa: questo è quanto mi succede ogni volta che mi trovo a che fare con il libri di Brigitte Glaser e con la sua cuoca-detective. Gli inglesi hanno un bel termine, molto azzeccato e onomatopeico “drooling“, che è qualcosa di meno antisociale dello “sbavare” e porta con sé quanto “acquolina in bocca” non mi passa. Il buon Bergonzoni avrebbe detto “mi fa venire l’alluvione in bocca” ed avrebbe centrato la questione: questi libri, oltre al giallo, si portano dietro descrizioni di piatte e pietanze (più le ricette in appendice) che creano questo stato di continua ricerca di leccornie da degustare, durante la lettura. E allora, con le dita un po’ impiastricciate di zucchero a velo e la bocca “impalugata” (bolognesismo che rende tanto quanto “drooling”) vado a darvi conto di questa nuova avventura di Katharina.
Dunque, come nei casi precedenti, la nostra eroina culinaria viene trascinata nelle vicende gialle suo malgrado. La vita quotidiana e i suoi eventi fanno comparire le situazioni gravi cui lei – e i suoi sodali del momento – devono dare una soluzione. Questa volta la situazione è di quelle molto private: la morte improvvisa della sua carissima zia Rosa – con cui ha litigato e che non vede da dieci anni – che le lascia una eredità – casa e cortile – nella sua città natale. Katharina rientra quindi nell’alveo del suo mondo privato, stravolto da questo lutto, ma che ben presto svela il suo mistero. Una donna forte che muore improvvisamente, in modo banale e accidentale (la caduta da una scala, sulla quale peraltro aveva giurato di non voler salire mai più…), i dubbi che iniziano ad accrescere, situazioni di conflitto che hanno visto Rosa rifiutare di vendere i suoi terreni dove ha le arnie delle sue api (ora misteriosamente vuote) come terreno edificabile, oppure il suo ruolo nell’opposizione a chi – nelle coltivazioni – utilizza insetticidi mortali, ma soprattutto il suo ruolo – o collusione – con gli ambientalisti che portano avanti la “Guerriglia del mais”. Ottimi spunti per vederla presto fuori dai giochi. Così Katharina si deve confrontare non solo con gli enigmi presenti, ma – soprattutto – su quelli passati.
Bene, come da abitudine non vado oltre e mi soffermo su questo quarto esperimento criminal-culinario. Dunque, ho notato un generale rallentamento dello stile narrativo, rispetto ai precedenti. C’è meno brio e mancano quei tocchi di vivacità ed ironia tipici dei precedenti. Anche i comprimari sono più vaghi e certe volte sembrano più rimanere a far flanella anche quando sono coinvolti. Un altro aspetto, che oramai ho visto ribadirsi quasi alla stregua di metodo assodato, è quello per cui, dopo un po’, quando scrivi serialmente, ecco che arriva l’argomento “riempipista” e te lo ritrovi un po’ ovunque, molto ovunque, troppo ovunque, tanto che – lo confesso – salti alcune pagine perché se volevi avere un trattatello sulle api e i rischi ambientali dell’uso dei pesticidi, magari leggevi una pubblicazione in merito. La trama s’impantana qui, o – volendo chiosare il titolo – rimane avviluppata nel miele e se ne stacca con seria difficoltà.
Del resto, si tratta di un giallo da pomeriggio, un giallo passatempo, non ha – e non pretende d’avere – un obiettivo diverso da questo e per quanto riguarda questo aspetto è ottimamente riuscito. Se non avete tutte le fisime che ho io vi piacerà come gli altri, ma dovrete preparavi a leggerlo avendo a portata di mano almeno un buon the e un vassoietto di pastarelle come si deve. O della torta mimosa.
Michele Finelli
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La scrittrice:
Brigitte Glaser è nata nella Foresta nera nel 1955 e vive da molti anni a Colonia dove si occupa di formazione. Oltre alle serie sulla cuoca Katharina Schweitzer e a quella precedente su due detective donne, Glaser ha pubblicato diversi libri per ragazzi.