Romano De Marco – Se la notte ti cerca

2638

Editore Piemme
Anno 2018
Genere Thriller
324 pagine – rilegato e ebook

[divider] [/divider]

Ci sono storie in cui appena hai scoperto l’assassino, chiudi il libro e non ci pensi più. Ti scivolano addosso. Ti appassionano coinvolgendoti nell’indagine. Ci sono altri libri, invece, che penetrano la cortina dei tuoi pensieri non lasciandoti respiro, costringendoti a far luce su diversi aspetti. Libri densi, le cui parole ti si appiccicano addosso e non puoi fare a meno di indugiare in alcune considerazioni. Libri che ti mostrano la malinconia, la disillusione ma anche la speranza. Questo è, in parte, quello che ho trovato nel nuovo romanzo di Romano De Marco, “Se la notte ti cerca”. Un thriller, ma anche qualcosa di più.

Laura Damiani, 37 anni, commissario di polizia, trasferita da Milano dove ha vissuto un’intensa esperienza lavorativa, all’anticrimine di Roma. In squadra con lei, Paolo Silveri, ispettore capo, 32 anni, suo storico braccio destro e Leo Fragassi,  vice sovrintendente, 27 anni originario di Vittorio Veneto. C’è stato un omicidio nella capitale: Claudia Longo, una donna di mezza età è ritrovata cadavere nel suo appartamento. Benestante. Divorziata. Ossessionata dal proprio aspetto fisico. Sola. La squadra di Laura passa alla omicidi per farsi carico dell’indagine a causa di una carenza di personale. Gli indizi e le circostanze sembrano far credere che l’assassino sia uno degli amanti di cui la vittima era solita  circondarsi. Laura Damiani non ne è affatto convinta. I suoi superiori cercano di ostacolarla, ma la morte sospetta di altre donne, la spinge ad indagare nella notte romana. Infiltrata in un club privato dove sarà spettatrice di depravazione e corruzione, cercherà di mantenere uno sguardo imparziale. Di non condannare giudicando. Di non lasciarsi coinvolgere. Ma non sarà così facile.

Oltre alla trama gialla,  Romano De Marco ci fa compiere numerosi altri viaggi tra le pagine del suo libro. Partiamo dalla città di Roma: l’immagine che percepiamo non è quella patinata da guida turistica, ma una città in equilibrio tra luci ed ombre che cerca di nascondere delitti, complotti, raggiri, che in fin dei conti sono visibili a tutti. Città con la quale la nostra protagonista ha un rapporto irrisolto, nonostante tenti di subirne il fascino e la magia, qualcosa non la convince.
Si parla di musica, ma anche di scrittura, in quanto tra i personaggi ci sono un cantante ed una scrittrice. Di quello che possa significare mettere la propria vita in un ruolo, lasciare che il consenso del pubblico faccia o meno la propria felicità, dia l’esatta misura del riuscire ad essere soddisfatti o meno di se stessi fino a cercare di cambiare la propria personalità o modo di fare solo per sentire di nuovo quegli applausi e quegli sguardi adoranti  sotto il palco.

Si parla anche di solitudine, di disincanto, di nostalgia, di casa e di famiglia. In questa storia ci sono donne, ma anche uomini, che  non si riconoscono in quello che sono diventati. Non trovano traccia nei loro occhi degli sguardi febbricitanti che ricordavano di avere. Donne e uomini soli, delusi, alla continua ricerca di apprezzamento, ma anche di affetto. Che cercano di riempire i vuoti e i silenzi delle loro case. Magari con il calore di un abbraccio. Con il desiderio di un bacio. Di una parola sussurrata nell’orecchio. Uomini e donne che cercano di ingannare se stessi interpretando ruoli e lasciandosi andare a vizi e trasgressioni che riescono a portarli solamente ancor più lontani dal centro di loro stessi, calando un ulteriore maschera sui loro volti. Donne e uomini che non riescono a guardare in faccia le loro ossessioni e che una volta trovatisi di fronte alla realtà, fare un passo avanti diventerà insostenibile. Romano De Marco con una scrittura lucida nel tracciare la storia gialla,  è attento nel disseminare indizi e nel non farci scoprire la verità fino alla fine. E’ abile  nel plasmare e nello sfumare i sentimenti e le personalità dei personaggi, regalandoci una storia che non è solo indagine ma anche riflessione.

 “E’ la solitudine, credo” dice come leggendomi nel pensiero. “Non ti ci abitui mai, diventa insopportabile. E allora caschi in queste trappole, finché riesci a imbrogliare te stessa, a dirti che è solo un diversivo e che la tua vera vita è altrove. La realtà è che non siamo altro che il peggio che riusciamo a esprimere di noi stessi. Tutto il resto è recita.”

Federica Politi

[divider] [/divider]

Lo scrittore:
Romano De Marco, classe 1965, è responsabile della sicurezza di uno dei maggiori gruppi bancari italiani. Esordisce nel 2009 nel Giallo Mondadori con Ferro e fuoco, ripubblicato in libreria nel 2012 da Pendragon. Nel 2011 esce il suo Milano a mano armata (Foschi, Premio Lomellina in Giallo 2012). Con Fanucci pubblica nel 2013 A casa del diavolo e con Feltrinelli Morte di Luna, Io la troverò e Città di polvere (gli ultimi due finalisti al Premio Scerbanenco-La Stampa nel 2014 e nel 2015). I suoi racconti sono apparsi su giornali e riviste, tra cui “Linus” e il “Corriere della sera”, e i periodici del Giallo Mondadori. Vive tra l’Abruzzo, Modena e Milano.