Friedrich Ani – L’Omicidio della Felicità

1714

Editore Emons / Collana Gialli Tedeschi
Anno 2018
Genere Giallo
272 pagine – brossura e ebook
Traduzione di Fabio Lucaferri


Vi hanno mai regalato un carillon? Io ne ho uno, che ormai festeggia nove lustri, le cui lamelle vibrano sul cilindro la melanconica melodia di Greensleeves (composizione che la leggenda attribuisce al folle Enrico VIII per amore di Anna Bolena e il cui titolo è altresì oggetto d’altra leggenda per cui Anna Bolena pare avesse una mano malformata e quindi vestisse solo abiti con maniche lunghe da che il titolo “Maniche Verdi” ndr). Ogni volta che mi capita di riascoltarlo cado in uno stato di appagamento che al suo interno mesce – con alchemica precisione – tristezza, profondità dei ricordi, aspettativa e malinconia. La progressione armonica del brano, tutta in minore e con la tipica alternanza della musica medievale ecclesiastica, induce in me tutta questa serie di sentimenti e sensazioni le quali, finora, erano una sua esclusiva. Ecco quindi come io sia rimasto turbato, in senso buono s’intenda, da come tali emozioni siano scaturite anche dalla lettura dell’ultimo libro di Ani.

Domanda:  qual è il vostro concetto di tensione, quando si parla di un giallo/noir/thriller? Un folle e imprendibile serial killer? Caccia all’uomo senza fiato? Crude descrizioni? Cupi presagi? Bene preparatevi perché qui, la tensione arriva in modo assolutamente inaspettato, con serafica calma, per poi non lasciarvi più, fino alla fine. I personaggi di Ani sono grandemente struggenti. Vivono una tristezza sconfinata, sono orridi (nel senso geografico) di umana malinconia. Leggerli dà sempre l’idea che nel luogo in cui vivono – Monaco, in questo caso – piova sempre, incessantemente, e il paesaggio sia permeato da un grigiore diffuso e da un vento costante. Eppure, nessuno di loro vi muove a pietismo, ma scoprite – ed è qui il busillis – che c’è molto di loro in voi, più di quanto vi foste aspettati.

La malinconia è qualcosa che si fa fatica a sopportare, a lungo andare. È un sentimento che devasta e distrugge pian piano. Si spezzano i legami ed anche quelli più solidi subiscono lesioni non indifferenti perché la malinconia porta con sé non solo i ricordi struggenti, ma anche – e soprattutto – vecchie ferite e sensi di colpa. Jackob Franck, l’ex-commissario ormai in pensione, continua a fare il “messaggero di morte”, a portare cioè la notizia della dipartita altrui a coloro che l’altrui lo speravano vivo, meglio perso, mai morto. E questi morti sono i suoi compagni di vita, compagni che hanno scalzato dal suo mondo anche gli altri esseri umani rivelandosi ben più disposti alla sua presenza. Anche quando la morte di uno di essi viene svelata nella sua natura o nel suo perché, rimane sempre un’incompiuta: appare quasi irrilevante aver scoperto il motivo, non aiuta nessuno così come accade alla madre di Lennard che

“fino a tre mesi fa era la madre di un figlio di undici anni, e ora che è morto, non esiste più.[…] Immagino che consideri la sua esistenza un errore, un’illusione ottica, un insulto alla natura”.

I personaggi di Ani si avvolgono nella coperta del loro dolore e ne traggono monologhi incredibilmente profondi: non sono elucubrazioni esistenziali, ma viaggi dentro le proprie emozioni, viaggi intensi e mesti, solcati dalle proprie limitazioni, dalle proprie piccolezze o piccinerie, dai valori – presenti o meno – dalla volgarità involontaria. Su tutto aleggia questa poesia oscura che è l’incedere dello stile scrittorio di Ani che rimarca e sviluppa al massimo questa atmosfera, lasciandoci spesso spiazzati.

Ed è questo che amo. Questo incedere senza fronzoli nella propria disperazione, perché è una delle parti più reali di noi, quella che nascondiamo agli altri coi nostri sorrisi o con i nostri comportamenti assurdi, ma che torna a salutarci non appena siamo da soli: e allora è bene guardarla con semplicità, senza farcene soverchiare, poiché la nostra disperazione sarà tale quanto noi desideriamo lei sia. Né più, ne meno.

Michele Finelli

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Lo scrittore:
Friedrich Ani nasce nel 1959 in Baviera, a Kochel, e vive a Monaco. Pluripremiato giallista, vincitore per tre volte dell’autorevole Deutscher Krimi Preis, è autore di numerosi romanzi, libri per ragazzi, poesie, radiodrammi e sceneggiature. Dello stesso autore, Emons ha pubblicato Süden (2015), Süden e la vita segreta (2016), M come Mia (2016).