Bruno Morchio – Uno sporco lavoro. La calda estate del giovane Bacci Pagano

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Editore Garzanti / Collana Narratori Moderni
Anno 2018
Genere Noir
207 pagine – rilegato e ebook

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“Uno sporco lavoro – la calda estate del giovane Bacci Pagano” di Bruno Morchio è l’attesissimo prequel appena uscito per Garzanti che vede protagonista l’investigatore privato dei carruggi nella sua prima indagine.
Questa volta Morchio, al dodicesimo episodio della fortunata serie che ha travalicato i confini liguri, ha voluto sorprenderci, riportandoci con un espediente letterario e anche molto cinematografico, indietro negli anni ’80.
Un po’ sulla falsariga del televisivo “Il giovane Montalbano”, Morchio ci conduce a scoprire il passato di Bacci nelle pagine narrate del suo nuovo romanzo.
Una vicenda che prende piede dall’incarico per Bacci di fare da body guard alla famiglia Rissi, un ingegnere che lavora per un’azienda di stato del settore militare.
Una storia che cinematograficamente fa venire in mente “Man on fire” il film di Tony Scott dove Denzel Washington alias John W. Creasy ex agente CIA deve occuparsi della famiglia Ramos e in particolare di Pita, una piccola quanto virtuosa Dakota Fanning.
Il primo caso di Bacci Pagano lo porta poco lontano sulla Riviera di Levante in una fantastica villa. Qui deve proteggere per l’appunto la famiglia dell’ingegner Silvano Rissi. Sembra un incarico semplice e ben remunerato, ma Bacci non può fare a meno di notare lo yacht attraccato poco distante dalla spiaggia privata della casa. Dettaglio non di poco conto e che non sfugge a Bacci, nonostante le sue attenzioni maggiori siano per Maria, la babysitter del figlio del suo cliente. Qualcosa non sta andando nel verso giusto e dietro quella semplice richiesta di protezione c’è dell’altro. Ben presto, quell’ incarico semplice trascina Bacci fra i loschi traffici di un’Italia che, dietro le luci sfavillanti del benessere economico, svela al mondo il suo animo corrotto e criminale. Perché tutti abbiamo un passato, ma non per tutti è avvolto nel mistero e fitto di intrecci da risolvere e donne da salvare.
Un giallo mediterraneo alla Jean-Claude Izzo, definito dallo stesso Morchio un noir duro e senza fronzoli e nostalgie, assolutamente verosimile, che ci spiega le vicende come sarebbero potute accadere con una precisione sorprendente e una sequenza di eventi che portano al gran finale.
Un libro che lo si può definire “raccolto” dentro il nucleo familiare dei Rissi, in un ambiente che vive del sole e del mare della Liguria, ma che risulta claustrofobico e invivibile. Una contraddizione ambientale di sicuro effetto, dove nemmeno la vastità senza confini del mare riesce a non far percepire quel disagio e soffocamento che permeano l’esistenza all’interno della villa.
Le figure femminili, Carla/la domestica, Maria/la babysitter e Adriana/moglie di Rissi, stringono una tacita alleanza, si appoggiano, si sostengono dentro i soprusi, i silenzi, i ricatti, il dominio di cui sono intrisi i muri di quella casa per le vacanze.
I misteri di Adriana, un passato di attrice e con una vita ora anonima, disillusa fatta di passato e nessun presente, destano la solidarietà di Bacci, fino allo scontro con lo stesso Rissi che pare disinteressarsi completamente della moglie. La freschezza e il dolore di Maria, la solarità e la genuinità di Carla, donna in grado, come lo stesso Bacci, di leggere l’animo delle persone (che fin da subito si sente in affinità con Pagano) rappresentano le altre due bilance da soppesare per l’investigatore genovese. Un peso d’amore, un peso di amicizia.
Il libro è un nero familiare pronto a esplodere in tutta la sua dirompente omertà un fuoco covato per anni.
Persone e luoghi, dunque, sono al centro del quadro d’insieme dipinto da Bruno Morchio in questo suo nuovo lavoro. Un dipinto riuscito egregiamente, dove entrambi gli elementi si coniugano e si sorreggono in ragione di una suspense tagliente e rapida, tipica del noir americano e francese.
“Uno sporco lavoro” è un polar a tutti gli effetti, un polar dell’anima dentro sole e mare.
Pieve Ligure e Marsiglia non sono mai state così vicine.
Bruno Morchio conosce a menadito i tempi di entrata della drammaticità, della levità, della durezza, senza mescolarli, ma dosandoli e calibrandoli alle esigenze dell’intreccio.
Attendiamo dunque l’autore al prossimo passo sul lungo sentiero di Bacci Pagano, sapendo che al momento, non vi è nessuna intenzione di interrrompere bruscamente il filone con la sua morte, al contrario di Camilleri che ha già scritto la parola fine per il suo Montalbano. Dunque, leggeremo ancora volentieri con sentimento la vita di questo investigatore genovese dal carattere deciso, sfrontato, con la grande capacità di leggere dentro l’anima delle persone, soprattutto nelle sue pieghe più nascoste e protette.

Andrea Novelli e Gianpaolo Zarini

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Lo scrittore:
Bruno Morchio vive a Genova, dove lavora come psicologo e psicoterapeuta; ha pubblicato articoli su riviste di letteratura, psicologia e psicoanalisi. Il suo romanzo Il profumo delle bugie è stato Premio Selezione Bancarella 2013. È autore di altri dieci libri che hanno per protagonista l’investigatore privato Bacci Pagano.