Editore HarperCollins Italia
Anno 2019
Genere Thriller
96 pagine – brossura e epub
Per alcuni il passato ha un peso difficile da sopportare. E da portare. Determinati eventi ti si appiccicano addosso contaminando il tuo presente. Dandogli un colore, un sapore, una consistenza diversi. Non dico migliori o peggiori, ma differenti. Per alcuni anche il futuro diventa, di conseguenza, qualcosa di insostenibile. Qualcosa a cui si guarda con timore. Difficile da decifrare. Impossibile da accettare, forse. E si è disposti a tutto, per disperazione: a deviare il corso degli eventi, a distruggere la realtà in cui ci troviamo, pur amandola. Perché? Perché non sopporteremo di trovarla cambiata. O di perderla.
“Ci siamo abituati a farci guidare, nel bene e nel male. Non importa in quale direzione. Ma dove andremo ora?”
E’ la metà di luglio. Siamo a Torino. Presso il Campus delle Nazioni Unite, in un parco, viene rinvenuto il cadavere di una ragazza, avvolto in una camicia da notte. Affiora da un laghetto, tra le foglie, circondato da petali come in una corolla.
“Lo spettacolo di fiori e morte aveva pietrificato tutti.”
Alice Hellen Brown è una profiler americana, “fuggita” dal suo paese cercando “rifugio” in Italia da un passato difficile da dimenticare, da un evento traumatico che non riesce ad affrontare, in cerca di una pace, di un equilibrio che non sa raggiungere. In congedo dall’unità dove era impiegata in America, ora lavora presso l’istituto di ricerca delle nazioni unite per la difesa sociale, ma quando si ritrova in prossimità del cadavere, mentre si reca in ufficio, avverte quella forza capace di risucchiarla al di là di se stessa quando si trova in prossimità di un evento irreversibile. Sente quell’attrazione per l’indagine, che ti mette sulle tracce di un assassino cercando di ricostruirne il profilo. Cercando di sbirciare, aprendo con fatica uno spiraglio, nelle menti guidate dal male.
Alice viene scelta come osservatrice, senza alcuna ufficialità, in supporto alle indagini di polizia in quanto sembra sia implicato un medico interno al campus che però subito si licenzia, rinunciando all’immunità.
Alice si trova, quindi ad affiancare il commissario Alessandro Nunzi, che ha perso la moglie per una malattia, che ha non poche difficoltà a gestire una figlia piuttosto ribelle, ma forse solo desiderosa di attenzioni e affetto, in un’indagine che minaccia di scavare in profondità in una città, dove una cerchia ristretta di persone guida i destini di molti. Gli omicidi aumentano e c’è un collegamento che però è difficile da individuare per le varie caratteristiche dei morti ma un indizio parla chiaro e per quanto sembri improbabile, è certo. Nonostante i sopralluoghi e gli interrogatori, siamo in una situazione di cui è veramente difficile venire a capo, nonostante l’esperienza di Nunzi e l’intuito, unito al fiuto, di Alice.
“La notte allo specchio” thriller di Adriana Mazzini è un romanzo che non mi ha del tutto convinta e che a volte, mi ha lasciato un senso d’insoddisfazione addosso. L’autrice ha uno stile buono e ha saputo creare diversi incipit ai capitoli che sono di una introspezione profonda, in cui affiora prepotentemente la sua penna sensibile. Di contro però, ho avuto come l’impressione che dietro questa trama, ci fosse poco terreno fertile per far crescere radici profonde sulle quali andare avanti senza cedimenti. Spesso ci troviamo incantati ad osservare affreschi ben dipinti che poco si amalgamano gli uni con gli altri. I protagonisti, Alice e il commissario Nunzi, prostrati dal loro passato, indeboliti dall’assenza di chi non c’è più, trovano una certa sintonia nelle indagini, pur non concedendosi ad una parola in più, tantomeno a confidenze. Questo fardello che si portano sull’animo però, che sì può essere reale, può succedere a tutti, ma se sei a capo di un’indagine in un romanzo di genere, bisogna aggiustarne le dosi per fare in modo che la trama non ne risenta, a discapito dell’azione.
Ho apprezzato, invece, il modo in cui l’autrice ci precipita nell’abisso, quello profondo dentro ognuno di noi, la maniera in cui ci mette nella posizione di guardarci allo specchio cercando di eliminare ogni ombra latente nel buio alle nostre spalle. Il modo in cui costruisce scenari di morte e richiama ad una certa tradizione mistica che risale al passato della città ma della nostra cultura più in generale. La maniera in cui guardiamo a quella goccia di sangue, dove tutto ha inizio e fine.
Federica Politi
La scrittrice:
Adriana Mazzini è un nome d’arte. L’autrice dietro lo pseudonimo è nata nel 1969 in un paese della Toscana e ha vissuto a Pisa, Catania, Milano, Leicester e Parigi. Si è dedicata a studi su semantica, cinema e antropologia.
Ha lavorato come autrice per la tv e ha poi virato sul no profit, contribuendo a creare un centro sui diritti umani. Da quasi venti anni vive a Torino dove lavora per un’organizzazione internazionale che opera nel campo della prevenzione del crimine e delle nuove minacce.