Editore Todaro / Collana Impronte
Anno 2019
Genere Giallo
244 pagine – brossura e epub
Dopo “Omicidi all’Isola, nevrotico erotico blues”, ritroviamo il personaggio del Commissario Vittorio Musante, siciliano trapiantato a Milano, creato dalla penna di Filippo Fornari con “Fiamme in Piazza Duomo. Lo strano caso della mucca che incendiava i fast food”.
A fare da sfondo alle vicende raccontate sempre la città di Milano che da una parte rappresenta la metropoli capace di offrire grandi opportunità e dall’altra, come i due piatti di una bilancia, mostra la sua faccia costituita dai vari atti criminali.
E ben tre sono le indagini che il nostro commissario dovrà seguire,
un camionista rumeno trovato morto con le mani mozzate, un signore – Epaminonda Salieri – infilzato da un candelabro all’Ossario di San Bernardino alle Ossa, una finta mucca che si diverte a dar fuoco ai fast food.
Tre eventi molto differenti tra di loro ma nella realtà legati da un filo invisibile che l’autore piano piano renderà visibile al lettore.
I co-protagonisti di “Fiamme in Piazza Duomo” sono Enzino Marulli, Curzio Malanotte, Umberto Rossi.
Enzino, guardia giurata ed esperto di arti marziali, “volontario di Aiuta Maddalena, associazione che assisteva donne in difficoltà e prostitute che cercavano un riscatto abbandonando la professione”. Enzino è imbranato con le donne, si innamora delle sue protette e più hanno bisogno d’aiuto più se ne innamora. “Chissà cosa pensano, quando mi vedono arrossire appena mi rivolgono la parola. Magari faccio loro tenerezza”.
Curzio, “pluri-padre, pluri-separato, quattro figli da due donne diverse, ed entrambe mi hanno mollato”, consulente saltuario di società del settore petrolifero.
Umberto, ex ferroviere in pensione, ha sposato Arlyne, una di quelle ragazze in difficoltà di cui si occupa Enzino.
Umberto è innamoratissimo e ricambiato, si è costruito una vita matrimoniale che non pensava più avrebbe avuto, ma tant’è, l’amore può arrivare per strade impreviste e regalare finalmente quello che si era desiderato. Ed è questo che rappresenta Arlyne per Umberto.
La Balera dell’Ortica è il luogo di ritrovo del commissario e dei tre, che grazie a “Omicidi all’Isola” hanno incrociato le loro vite e sono diventati amici. E cosa c’è di meglio che incontrarsi alla Balera per delle partite a carte e per scambiare due chiacchiere?
Sono quelle parentesi da ritagliarsi e regalarsi, quelle serate in cui sorridere, parlare, confidarsi, prendersi in giro, confrontarsi.
Il commissario e i suoi tre amici entreranno a pieno ritmo nelle indagini e non solo, il commissario per la sua professione, i suoi tre amici per vie traverse con coinvolgimenti altamente emotivi.
E si, perché sono proprio le sfere emotive che l’autore evidenzia in maniera particolare.
Enzino incrocerà una giovanissima ragazza cinese Susy, scappata da Cremona dove vive con dei parenti con i quali ha avuto un litigio. Vuole cercare lavoro a Milano ma non ha una dimora. E così Enzino, impegnato attivamente nel volontariato e per la sua grande sensibilità, nonostante la sua grande timidezza nei confronti delle donne, ospiterà Susy a casa sua per un lungo periodo. E questa convivenza per lui è un’esperienza del tutto nuova, si ritroverà a condividere i suoi spazi, a ritrovare una persona quando rientra a casa, a sentire meno la solitudine, a pensare che si può scavalcare quel muro di timidezze e di paure di non sentirsi mai all’altezza.
Umberto dovrà affrontare una situazione difficilissima, proprio ora che la serenità della vita familiare è così ben solida. Ma il passato ritorna a sconvolgere la sua vita, può creare delle apparenze che remano contro. Ed è così difficile dimostrare il contrario.
Ma c’è il commissario Musante e ci sono gli amici.
Quando subentrano i sentimenti bisogna essere doppiamente lucidi, essere ragionevoli, perché i sentimenti possono distrarre e far prendere una via sbagliata, rischiando di far danni peggiori invece di aiutare.
Musante da commissario qual è deve essere per forza di cose così, lucido e freddo nonostante i sentimenti. Sgridando talvolta i suoi amici che in buona fede possono fare dei passi sbagliati e peggiorare la situazione.
Anche la morte del Salieri, apparentemente legata all’attività che svolge, l’antiquario, è legata a dei sentimenti frutto di un grande odio.
Così come gli incendi della finta mucca, figli di sentimenti frutto della rabbia. Una rabbia legata alla voglia di protestare, di esprimere il proprio rancore contro un mondo che tarpa le ali, che non permette di fare quello per cui si è preparati e consente di doversi accontentare e di essere sfruttati.
Un mondo così è ingiusto!
Un bel libro e una bella storia, fanno riflettere sul mondo in cui viviamo, sulle ingiustizie che ci circondano, sui sentimenti che spesso e volentieri vengono calpestati, sulla voglia che si ha esprimere il proprio disagio, sulla solidarietà che scatta nei confronti di chi è meno fortunato di noi, sui legami che legano le persone e che ci fanno vivere meglio perché sappiamo che possiamo contare su chi condivide con noi quei legami.
Cecilia Dilorenzo
Lo scrittore:
Filippo Fornari, chimico, piacentino ritornato alle sue colline dopo molti anni di esilio a Milano, si occupa di marketing di sistemi di diagnostica molecolare. E che è, direte voi… solo per fare scena e arricchire il curriculum? Beh, un po’ sì… in realtà significa che cerca di vendere (all’estero, perché in Italia non ci sta una lira) reagenti e strumenti per analisi del sangue. In precedenza ha fatto il ricercatore e l’imprenditore nel settore biomedico e, soprattutto, ed è la cosa su cui più ama soffermarsi, lo skipper di imbarcazioni a vela.
È stato istruttore al Centro Velico di Caprera e per un lungo periodo, quando non teneva famiglia e poteva scialare il proprio tempo, ha fatto regate, trasferimenti (oceano compreso) e insegnato ai corsi della Lega Navale di Milano. Ora è sposato e ha una figlia: non può più permettersi di sprecare tempo, denaro e energie, ma, grazie a Cecilia, può guardare al mondo d’oggi con lo sguardo di un adolescente.
Prima di cimentarsi con i thriller, ha scritto di chimica clinica e di nautica. Ecco, questo è quello a cui vorrebbe dedicarsi in un futuro non tanto lontano, lo studio delle tecniche di navigazione e delle rotte dei marinai dell’antichità.
Per la Todaro Editore ha pubblicato nel La Signora degli Inferi: in questo romanzo d’esordio è riuscito a infilare, oltre a vari fantasiosi omicidi, le altre sue passioni, la numismatica, l’archeologia e i culti misterici. Nel 2015 pubblica L’Oro dei Demoni.
Nel 2016 invece è uscito per la Todaro Omicidi all’Isola, nevrotico erotico blues, un romanzo giallo ambientato a Milano, per il quale l’autore ha adottato un tono umoristico, nonostante la storia ruoti anche intorno a un efferato serial killer.