Leonardo Palmisano – Nessuno uccide la morte

1686

Editore Fandango
Anno 2019
Genere Noir
232 pagine – brossura e epub


Elia Colucci, camorrista che opera a Taranto, ha un appuntamento a Valli Cupe per porre fine alla sanguinosa guerra tra bande n’drine pugliesi e calabresi; egli porta con sé il proprio amante Matteo Maltempo, capo di un gruppo di contrabbandieri di superalcolici nella Valle d’Itria. Qualcosa però va storto: Maltempo rimane ucciso e il cadavere viene martoriato in modo anomalo per trattarsi di un regolamento di conti. Di Elia Colucci, invece, nessuna traccia.

Teresa Buonamica, capo della Direzione Regionale Antimafia di Puglia (DRAP), è chiamata a indagare su quanto avvenuto. Insieme all’agente della Direzione Investigativa Antimafia pugliese (DIA), Gianluca Carlucci, deve far luce su questo omicidio/sparizione. La procuratrice è uno dei personaggi più forti del romanzo: nata a Bari, quarantenne, è severa quando c’è da mostrare carattere, riesce a farsi rispettare dai malviventi con cui suo malgrado deve collaborare, addolcendosi solo di fronte ad un cornetto al pistacchio al quale non sa resistere (e per questo pratica judo almeno tre volte a settimana).
Carlo Mazzacani, ex capo della Banda dei Santi, viene incaricato dai vertici mafiosi della ricerca di Elia Colucci. Ad affiancare il bandito, un membro superstite della sua banda, Luigi Mascione, chiamato “il gigante” per la sua stazza. Mazzacani, forse il vero protagonista in campo, è nato a Carovigno, porta i baffi e ha la testa rapata; un uomo che sa farsi valere, pronto a tutto quando ha bisogno di informazioni, ma che sa pure riconoscere chi sta sopra di lui. E che è diverso da quei malviventi senza cuore, perché egli si considera un bandito e non un mafioso.

Mazzacani intraprende un viaggio che lo conduce dalla Sardegna, dove si era rifugiato nella tenuta di un boss, alla Puglia, nella terra e negli ambienti che conosce bene come le sue tasche, per finire all’estero. Tenuto sotto controllo dalla caparbia Buonamica, con la quale non c’è di certo un rapporto di amicizia ma senza dubbio di reciproco rispetto, il bandito riuscirà a ritrovare l’amico svanito nel nulla? Un finale del tutto inatteso svelerà il mistero.
Dopo “Tutto torna”, il primo caso del bandito Mazzacani, lo scrittore Leonardo Palmisano ribadisce di conoscere molto bene le dinamiche dei rapporti tra cosche n’drine, siano essi di collaborazione o di rivalità, così come sa descrivere con precisione le modalità dei traffici illeciti di marijuana, di alcolici e di soldi che avvengono nell’entroterra calabrese e pugliese e sulla costa jonica
Una storia incalzante, ben scritta, con il dialetto pugliese a rendere le conversazioni di Mazzacani ancor più realistiche.

Una storia a tratti dura, che mette in risalto come in certi ambienti ogni piccolo errore si paga a caro prezzo, con la vita, mai apparsa così a rischio per chi li frequenta e così insignificante per chi non si fa scrupoli a uccidere una persona. Una storia più che altro vera, perché tali vicende di cronaca nera, uccisioni, vendette, estorsioni e guerre per il potere, esistono sul serio e rappresentano la cronaca quotidiana in quelle regioni dove la n’drangheta regna e la giustizia non può o non vuole riparare.
Per il lettore, trasportato in questo mondo che gli appare al rovescio, resta un solo grande punto di soddisfazione, quando a uno dei capi, nonostante il carisma e l’autorità che possiede, giunto ormai alla fine, non resta che un’ammissione da fare: “nessuno uccide la morte, nemmeno noi”.

Nicola Paoletti


Lo scrittore:
Leonardo Palmisano (Bari, 1974), etnografo e scrittore, insegna Sociologia Urbana al Politecnico di Bari. È autore del romanzo Trentaquattro (Premio Eboli 2011), delle inchieste Arrivare per restare? La presenza straniera in Puglia, La Città del Sesso. Dominazioni e prostituzioni tra immagine e corpo, Dopo di Lui. Cosa sarà dell’Italia dopo Silvio Berlusconi; e dei saggi Palombella Rotta, un decalogo per la sinistra in piena crisi e Nessuno tocchi la Puglia Migliore.
È sceneggiatore e attualmente redattore per www.sulromanzo.it; ha scritto per il manifesto, Liberazione, AlfaBeta2 e NarcoMafie.